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Museo della Bussola e del Ducato Marinaro inaugura nuovo allestimento

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Museo della Bussola e del Ducato Marinaro di Amalfi


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Il 28 luglio conferenza di presentazione del progetto nel Salone Morelli e a seguire visita guidata negli spazi dell’Antico Arsenale di Amalfi (SA)

Riceviamo e pubblichiamo.

Reperti archeologici rinvenuti nello specchio di mare che bagna la città, codici e pergamene, monete antiche, strumenti nautici, plastico di Amalfi  medievale.

Tutto questo e altro ancora andrà ad impreziosire il nuovo allestimento del Museo della Bussola e del Ducato Marinaro, che è stato fortemente voluto dall’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco, Daniele Milano.

L’inaugurazione è in programma giovedì 28 luglio alle ore 19:30 all’interno dell’Arsenale della Repubblica di Amalfi, al termine di una conferenza di presentazione del progetto che si terrà invece alle ore 18:30 presso il Salone Morelli.

Le collezioni che saranno esposte nel Museo della Bussola e del Ducato Marinaro documentano la storia millenaria della città e restituiscono al mondo moderno e alla civiltà europea una traccia importante di quella che fu la civitas erede della tradizione di Roma.

Sottolinea il Sindaco Daniele Milano:

È motivo di grande orgoglio inaugurare il nuovo allestimento del Museo della Bussola. Un’opera di restyling e valorizzazione della storia millenaria di Amalfi.

La visita sarà sempre ad ingresso gratuito perché vogliamo permettere, a chiunque decida di visitare la nostra città, di riscoprire il passato storico glorioso della più antica Repubblica Marinara d’Italia. L’Arsenale diventerà inoltre il primo punto di accoglienza e informazione turistica di Amalfi.

È un progetto ambizioso, che rientra nel più ampio Piano di Sviluppo Turistico di cui Amalfi si è dotata, scegliendo di posizionarsi sul mercato internazionale come una ‘boutique destination’ e soprattutto come una destinazione di turismo sostenibile, con un approccio fortissimo alla cultura.

Quando il Museo giovedì aprirà le sue porte, per il pubblico sarà una scoperta incredibile rivivere, dal vivo, uno dei momenti di più grande slancio e sviluppo della storia della civiltà Occidentale.

Un Museo permanente, sempre fruibile ed accessibile, come evidenzia anche l’Assessore alla Cultura, Enza Cobalto:

È una progettualità che nasce nel 2018, quando la struttura museale ha ottenuto, dopo un lungo iter, il riconoscimento di ‘Museo di Interesse Regionale’.

Sono tantissime le professionalità che sono intervenute per la realizzazione dell’allestimento, dalla Soprintendenza al Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Sarà un luogo prestigioso, nel cuore di Amalfi.

L’esposizione prevede una sezione dedicata all’Archeologia, ai primati di Amalfi e ai fasti del Ducato, che trovano poi elegantemente forma in un maestoso plastico che ricostruisce la Amalfi del XIII secolo.

A coronamento del Museo, si aggiunge la collocazione all’interno dell’Antico Arsenale della Repubblica del galeone Vittoria con il cavallo alato di Amalfi, di recente restaurato.

La nuova sezione archeologica

Già, perché è certa la sua origine romana, seppur la nascita di Amalfi sia ancora oggi avvolta nel mistero. Una conferma importante di questa tesi arriva proprio dal mare. Infatti, gran parte dei reperti in esposizione provengono dai fondali al largo di Amalfi, a testimonianza di come già in epoca romana il litorale costiero fosse solcato da navi da trasporto.

Tra gli oggetti esposti spiccano inoltre contenitori e anfore di produzione siciliana, orientale e araba, che confermano i rapporti diretti tra la città di Amalfi e gli altri territori del Mediterraneo.

E la straordinaria full immersion nella storia di Amalfi, che divenne una potenza riconosciuta e apprezzata in tutto il Mediterraneo tra il IX e il XII secolo grazie all’abilità sul mare e alle grandi virtù diplomatiche degli amalfitani che permisero di navigare da Oriente a Occidente sviluppando proficui rapporti economici che portarono la costiera amalfitana a diventare il principale punto di scambi commerciali fra il mondo italico, l’impero bizantino e i territori arabi, inizia proprio dai preziosi reperti archeologici di epoca romana e medievale, recuperati dal fondo del mare.

Ma anche provenienti dai viaggi di antichi marinai lungo le coste del mar Tirreno come ad esempio colonne, capitelli e altri elementi architettonici di età imperiale romana, verosimilmente frutto di antichi viaggi da parte della marineria amalfitana. Molti di essi venivano imbarcati per essere rivenduti o riutilizzati, come il prezioso sarcofago in marmo del III-IV secolo d.C..

Il plastico di Amalfi Medievale – La forma Urbis nel XIII secolo

La ricostruzione tridimensionale di Amalfi in epoca medievale è un fondamentale strumento di conoscenza della sua storia urbana. La realizzazione del plastico ha impegnato anni di studi e ricerche per riuscire a visualizzare la forma della città dopo i secoli d’oro della repubblica e del ducato marinaro.

Codici, monete e pergamene

La seconda navata è dedicata, invece, al periodo d’oro dell’antica repubblica marinara, poi diventata ducato, nell’arco di tempo che va dal IX al XII secolo. Codici e pergamene documentano il funzionamento della ‘città Stato’ di Amalfi e il suo progresso nel diritto e nell’organizzazione della società. Spicca la Tabula de Amalpha, prima raccolta di leggi sul mare in Italia, codice del diritto della navigazione rimasto in vigore fino al secolo XVI in tutto il Mediterraneo.

Di particolare valore sono le sei pergamene, databili tra l’XI e il XIII secolo, che forniscono indicazioni importanti sull’organizzazione politica e la vita socio-economica di Amalfi medievale. Le cinque più antiche sono redatte nella tipica scrittura curialesca di Amalfi, caratterizzata da forme piccole, aste lunghe e ghirigori ornamentali.

Divenuta con il tempo sempre meno comprensibile, fu proibita da Federico II nel 1220, facendo spazio alla scrittura gotica e cancelleresca, con la quale è stata composta la sesta e più recente pergamena tra quelle esposte, databile al XIII secolo.

Notevoli anche gli esemplari di tarì, moneta battuta dalla zecca di Amalfi e accettata in tutti i principali porti da Oriente a Occidente. I tarì amalfitani avevano origine dall’analoga moneta araba, a dimostrazione dei saldi rapporti commerciali sviluppati con il mondo islamico.

La zecca di Amalfi, poi chiusa definitivamente nel 1222 da Federico II, coniava monete simili a quelle musulmane, che si scambiavano con altre valute tra cui il soldo bizantino, dal valore di 4 tarì.

Le bussole e il galeone in legno

Nell’Arsenale di Amalfi, monumento simbolo dell’antica potenza marinara della città – documentato già nel 1042, è l’unico cantiere navale di epoca medievale ancora visitabile in Occidente, che presenta in gran parte la struttura originaria – trova posto anche storico galeone che ricorda le sfide antiche e moderne tra Amalfi e le altre repubbliche marinare di Venezia, Genova e Pisa.

Posizionato al centro della corsia, «Vittoria», così chiamavano il vecchio galeone in legno quei vogatori di Amalfi che lo condussero primo al traguardo per ben tre volte in meno di un decennio – era il periodo a cavallo tra 1975 e 1981 quando Amalfi vinse le sue prime tre Regate Storiche – oggi ha ritrovato smalto e dignità grazie all’intervento di un privato. Un mecenate, amico di Amalfi, che si è fatto carico delle spese di restauro, aiutando l’Amministrazione comunale a sottrarre al degrado un bene non solo storico ma dal forte valore affettivo.

Il percorso espositivo del nuovo Museo della Bussola e del Ducato Marinaro si chiude con una serie di strumenti di orientamento nautico tra cui la bussola, che gli Amalfitani utilizzarono per primi in Occidente, inventandola e perfezionandola così da rivoluzionare le tecniche di navigazione e aprire la via dell’oceano verso il ‘nuovo mondo’.