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Morogoro – Tanzania

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Morogoro Tanzania


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Agosto 2002

Il periodo che vivevo era difficile! Davanti a me mille domande, mille incertezze sulle mie scelte, sui miei sogni, sulla mia cocciutaggine. L’università, il servizio militare, Maria Rosaria, il partire. Domande che avrebbero avuto risposta tempo e tempi dopo.

Era un pomeriggio a Formia, giù al porto, con il cielo grigio e il mare agitato. Ero seduto di fronte Maria Rosaria. Stavo male. Il mondo ha bisogno di sanità, assistenza, cultura, cibo, acqua.

Il mondo ha bisogno di etica, giustizia, progresso, ha bisogno di futuri sostenibili, equi e integrati.

La gente ha bisogno di porre fine alle guerre, all’odio, alla violenza. Cosa avrei potuto fare io? Come ciò che ero poteva contribuire, anche solo portando un granello di sabbia, a costruire una montagna?

A giugno mi congedai e già stavo organizzando il viaggio estivo con Francesco e Antonio, due amici conosciuti durante la leva, poi, Flavio, mio fratello, mi telefonò e disse “lo sai, la chiesa sta organizzando un viaggio in Tanzania per un progetto”. Io non sono affatto credente però quella telefonata capitò proprio quando il desiderio che portavo dentro aveva avuto voce! Risposi “parto anch’io!”

Partii carico di tristezza: un litigio con Maria Rosaria e la voce piena di lacrime di mio padre che non vedevo da 20 giorni.

Atterrammo a Dar-es-Salaam, la Porta della Pace, la vecchia capitale della Tanzania.
Dopo quasi 4 ore di jeep e poco meno di 200 km arriviamo a Morogoro. Circondata dai monti Uluguru è il centro dei Waluguru, Luguru-Ruguru-Rogoro, che significa Morogoro, la città dei Luguru.

Il popolo dei Luguru, secondo la leggenda, abitava le pianure ma durante una guerra con i Zigua fu sconfitto rifugiandosi sulle montagne circostanti. Divennero così i Luguru, il popolo delle Montagne.

Un mondo nuovo e inaspettato!

Il convento delle Missionarie Orionine era modesto. Con la loro religione cercano di salvare corpi e anime di questa terra d’Africa. Cercano di portare sulla via del crocifisso, della presunta redenzione, della presunzione della unica e sola verità queste persone che nella loro vita hanno avuto una sola grande sfortuna, incontrare noi bianchi, e la sola grande colpa di averci accolto come fratelli e come tali credendo alle nostre parole!

Se il dio vede, giudica, perdona, punisce, ama ogni essere del suo creato allora c’è qualcosa che non va, qualcosa che non torna!

Quella terra rossa che accoglieva i miei passi mi ha mostrato il proprio dolore. Negli occhi di quei bambini non vedevo odio. Un dolore strano li avvolge. Lo sentivo! Escono dalle case fatte di paglia e fango. Ti vengono incontro e ti chiedi “perché sorridono?”, “perché sembra che solo io senta il loro dolore?”

Le suore di don Orione, con suor Teresa in testa, ci accolsero a braccia aperte. Eravamo andati il quel pezzo d’Africa per costruire un granaio in quella missione.

Lì incontrammo due ragazze palermitane, Rosanna e Marta, appena laureate in medicina, e Tiziana. Ragazze eccezionali! Le accompagnavamo nei loro giri per i villaggi vicini dove curavano come potevano quelle persone, quei bambini. Case di paglia e fango. Qualcuno ne aveva una di mattoni rattoppati e il tetto di lamiera. Il sorriso era sempre stampato sui quei volti.

Morogoro, in alcuni scorci, trasmette ancora, se pur nel caos, nella polvere, nella povertà disarmante, nei dala-dala stracarichi di persone, nell’accozzaglia di edifici decadenti, strade presunte, negozi improvvisati e mercati in cui si alternano buoio e luce accecante, piscio e odore di frutta, carne che pende chissà da dove, mosche che ti si appiccicano addosso, polvere e terra, trasmette, dicevo, ancora in alcuni improvvisi scorci un senso di città coloniale, abbandonata e se stessa e a un popolo che cerca di sopravvivere.

Morogoro, la notte dal cielo carico di stelle che avvolge ogni cosa nel proprio abbraccio.

Era assurda, è assurda quella notte! Quella notte! Il buio era assordante!
Solo in mezzo al cielo stellato. Non riuscivo a staccarmi dal suo abbraccio.

Morogoro Tanzania

 

Autore Fabio Picolli

Fabio Picolli, nato a Napoli nel 1980, da sempre appassionato cultore della conoscenza, dall’araldica alle arti marziali, dalle scienze all’arte, dall’esoterismo alla storia. Laureato in ingegneria aerospaziale all'Università Federico II è impiegato in "Leonardo", ex Finmeccanica. Giornalista pubblicista. Il Viaggio? Beh, è un modo di essere, un modo di vivere!