Il reading teatrale ‘Frida Kahlo. Lettere d’amore e di dolore’ al PAN
Il Teatro dell’Osso presenta, il 31 marzo e il 1 aprile, ore 20:00, il reading teatrale ‘Frida Kahlo. Lettere d’amore e di dolore’ al PAN, Palazzo delle Arti Napoli, via dei Mille, 60. Protagonisti Titti Nuzzolese, nella parte di Frida Kahlo, e Riccardo Polizzy Carbonelli, in quella di Diego Rivera. Drammaturgia e regia sono di Mirko Di Martino. Lo spettacolo rientra nell’ambito di ‘Napoli Città che sorprende’, la serie di manifestazioni pasquali promosse dall’Amministrazione Comunale della città dal 18 marzo al 2 aprile.
Ci facciamo raccontare direttamente da Mirko Di Martino le scelte drammaturgiche e registiche operate.
Con la consueta disponibilità che lo contraddistingue, ci spiega che si tratta un reading teatrale, dato che gli attori appunto leggeranno, ma la struttura è quella di una pièce.
Ad affiancare Titti Nuzzolese e Riccardo Polizzy Carbonelli, che il 1 aprile verrà sostituito da Nico Ciliberti, Laura Tramontano, che impersonerà Judith Barreto, l’infermiera che è stata vicina a Frida negli ultimi momenti della sua vita, e Sergio Naddei, il chitarrista che suonerà dal vivo per riprodurre e rievocare l’atmosfera del tempo, anche se non in maniera filologica. Tutti professionisti di indubbio valore e carisma che abbiamo avuto modo di apprezzare in più contesti e in diverse vesti.
Durante il reading ci saranno delle brevi videoproiezioni di alcuni dipinti di Frida strettamente collegati a ciò che verrà letto, perché l’idea di base è quella di raccontare l’artista attraverso le testimonianze, le lettere e la vita della pittrice messicana.
In pochi artisti, continua Di Martino, l’arte e la vita sono così strettamente collegati. Lei stessa, in un’intervista concessa nel 1953 al Time Magazine, rispondeva a chi la definiva una pittrice surrealista: ‘Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni’.
Lo spettacolo nasce dall’idea di provare ad avvicinarsi a lei al di fuori delle banalità in cui spesso viene annegata la sua figura.
Frida è diventata molto di moda, io cerco di andare oltre, di raccontare un’immagine un po’ più veritiera di quello che fu, di superare l’idea della donna sfortunata che ha sofferto a causa dei tanti problemi di salute e del suo rapporto d’amore molto particolare con Diego, per cercare di mostrare quello che invece era la donna che dovette lottare molto e che presentava comunque dei lati oscuri.
Nel caso di artisti con problemi di disabilità, a volte, si tende ad accentuare l’aspetto eroico del personaggio sorvolando, invece, su quello cupo e difficile.
Spesso lei aveva un’incapacità di proporsi e decidere per se stessa, una certa tendenza ad essere vittima di quel tempo in cui la donna doveva accudire il marito sacrificando, in parte, la sua professione.
Infatti, in vita, non fece una grande carriera, proprio perché rinunciò a proporsi.
Il grande pittore era Diego, lei preferiva stargli accanto occupandosi di lui.
Ci incuriosisce, a questo punto, sapere se per i testi Mirko Di Martino si sia attenuto a qualcosa in particolare.
È una drammaturgia mia, basata in modo molto aderente alle lettere che lei scriveva agli amici e al dottore, all’autobiografia di Diego e ad una serie di documenti sparsi, tra cui lo stesso diario. Si tratta sempre di testimonianze originali del tempo, non ho inventato nulla. Ho solo riscritto i testi dando loro qualità drammaturgica seguendo uno stesso filo conduttore. La forza dello spettacolo è proprio questa, far parlare i due pittori.
A volte emergono punti di vista discordanti; entrambi parlano della stessa questione, ma in modo opposto. Lei afferma nelle lettere una cosa e lui, nella biografia, ne ricorda un’altra. Impossibile scoprire quale delle due versioni sia quella vera.
I due coniugi erano decisamente particolari, con una vita piuttosto complicata, quella pubblica non coincideva affatto con quella privata. Frida elaborò la sua cifra stilistica con lentezza e in maniera non del tutto consapevole.
La differenza d’età tra di loro era notevole, li separavano ben 21 anni. Si conobbero nel 1922, quando lei era appena quindicenne, e si sposarono per la prima volta nel 1929 per divorziare nel 1939 e risposarsi l’anno dopo. La loro relazione fu caratterizzata da continui tradimenti e colpi di scena. In merito alla singolarità del loro legame basti pensare che, da divorziati, continuarono comunque a vivere insieme. Diventava impossibile riuscire a capire che tipo di rapporto avessero realmente.
Dopo la morte di Frida a soli 47 anni, Diego scrisse: “il 13 luglio 1954 è stato il giorno più tragico della mia vita: avevo perso per sempre la mia amata Frida. Ho capito troppo tardi che la parte più bella della mia vita era il mio amore per lei”.
Mirko Di Martino entra nel dettaglio e ci fornisce qualche specifica in più sui video.
Le videoproiezioni saranno parte integrante della drammaturgia anche perché contestualizzati alle letture. Ad esempio, in una lettera lei racconta dell’aborto spontaneo subito a causa dell’inadeguatezza del suo fisico. Questa terribile esperienza, proficua però per la sua arte, la porta a dipingere il quadro ‘Frida e l’aborto’, tuttora esposto al Museo Dolores Olmedo Patiño, di Città del Messico, che noi appunto mostreremo. Il dipinto ci aiuta, quindi, ad interpretare i vari momenti della sua esistenza e, nel raccontare il tempo che passa, diventa la parentesi tra una fase e un’altra.
Le videoproiezioni, di circa 30-40 secondi, si alterneranno alle letture e ci sarà poi il momento musicale. Ci saranno anche delle didascalie in una sorta di narrazione filmica.
La scelta degli attori da cosa è stata dettata, chiediamo.
Ovviamente non c’è alcuna ricerca di verosimiglianza nella scelta degli attori, perché non tendiamo ad uno spettacolo in cui ci si immedesima nella ricostruzione, ma facciamo in modo che siano i veri Frida e Diego a parlare.
Con Titti Nuzzolese è una collaborazione continua ed era abbastanza normale sceglierla, considerando la sua bravura. Con Riccardo, invece, era da tempo che volevamo lavorare insieme, ma dato che è impegnatissimo, non era stato finora possibile. Ora è riuscito a trovare un po’ di tempo da dedicarci e ne sono contentissimo.
Gli attori avranno dei costumi o dato che si tratta di un reading non ce ne sarà bisogno, domandiamo.
Nell’abbigliamento e nella pettinatura di Titti abbiamo voluto suggerire, ma non ricostruire l’immagine di Frida come icona universale, dato che lo è comunque diventata; mentre Riccardo e Nico Ciliberti che prenderà il suo posto il 1 aprile, non saranno riconducibili a Diego, proprio perché abbiamo voluto allontanare l’immagine a vantaggio della parola che deve primeggiare sull’attore.
Lo scopo è appunto fare uno spettacolo che ricostruisca la vita non attraverso i personaggi e i luoghi, ma attraverso la parola; l’attore, in questo caso, si mette proprio a servizio della parola e dei dipinti di Frida.
Incuriositi chiediamo in cosa questo rappresentazione si differenzi rispetto a quella messa in scena a settembre nella rassegna ‘Vissi d’arte’.
Il bellissimo spettacolo ‘Frida Kahlo. Balando a la vida’ era inserito nella nostra rassegna che raccontava le biografie di cinque pittori illustri, Vincent Van Gogh, Frida Kahlo, Modigliani, Caravaggio e Artemisia, ma non era della nostra compagnia. Era incentrato sul flamenco ed utilizzava Frida come filo conduttore, mentre di narraturgia, drammaturgia e teatro c’era poco.
L’idea di ‘Frida Kahlo. Lettere d’amore e di dolore’ nasce proprio dall’enorme successo riscontrato da ‘Vissi d’arte’. Ciò che ci ha stupiti in positivo è stato l’alto numero di giovani tra il pubblico, a testimonianza che c’è molta voglia di ascoltare storie ed arte, ma spesso la sala allontana. Fare teatro in contesti diversi, invece, funge da attrattore per coloro che desiderano cultura, ma che forse non si recherebbero nei luoghi canonici. Sono molto soddisfatto, poi, dell’interazione altissima sui social perché significa che l’interesse verso Frida è tantissimo.
La nostra speranza è che ‘Vissi d’arte’ diventi un appuntamento fisso e regolare, ma, al contempo, volevamo provare un esperimento diverso, integrando e fondendo le diverse forme espressive dell’arte.
Il teatro permette di raccontare l’arte in modo coinvolgente, di emozionare e anche se, in questo caso, si tratta di un reading e non di ‘sola’ recitazione, le parole di Frida e Diego sono talmente forti ed immediate che sono certo il pubblico riuscirà ad immedesimarsi.
Ringraziamo Mirko Di Martino per le preziose informazioni che ci ha fornito e ricordiamo che l’appuntamento con ‘Frida Kahlo: lettere d’amore e di dolore’ è al PAN, via dei Mille, 60, Napoli, il 31 marzo e il 1 aprile, ore 20:00.
Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi, anche attraverso Whatsapp, al numero 329.1850120 o alla email info@teatrodellosso.it o consultare il sito internet e la pagina Facebook dedicata.
Il biglietto, intero € 12,00, ridotto € 10,00 (<25 >65), può essere acquistato on line.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.