La prestigiosa pittrice racconta al nostro giornale la VII Biennale di Arte Moderna ‘La Via della Seta dell’Arte a Himeji’
Si sono spenti i riflettori ormai da molti giorni sulla VII Biennale di Arte Moderna ‘La Via della Seta dell’Arte a Himeji’, la splendida esposizione che ha avuto luogo dal 2 all’11 luglio nell’incantevole castello nipponico Patrimonio UNESCO, di cui ci siamo occupati in un precedente articolo, intervistando due dei protagonisti, i campani Mariangela e Vincenzo Cacace.
Abbiamo atteso appositamente così a lungo prima di chiedere alla pittrice Michiko Fukumoto, membro del comitato della Biennale e che espone dalla prima edizione del 2008, di farci un breve resoconto della mostra, soffermarsi sulle sue impressioni e sul riscontro dei visitatori, per darle il tempo di ultimare i lavori che seguono ad un evento tanto prestigioso e predisporre il rientro delle opere nelle rispettive patrie.
Ricordiamo, infatti, che la Biennale, originariamente in programma per il 2020 e slittata a causa del Covid-19, ideata dallo scultore di fama internazionale Shikama Koziro, coinvolge artisti provenienti da tutto il mondo: quest’anno, in totale 43 da Giappone, Italia, Messico, USA, Bangladesh.
Sono state utilizzate sei stanze del nobile maniero, che tolti i tramezzi, sono diventate due grandi ambienti, dove sono stati esibiti dipinti, sculture, stampe e fotografie.
Giornali e TV locali hanno dato particolare risalto all’evento, con interviste in loco, e la risposta del pubblico è stata più che positiva.
Lo stesso Sindaco di Himeji, Hideyasu Kiyomoto, è intervenuto, complimentandosi per l’ottima organizzazione, considerate le difficoltà del periodo, e per il progetto di così alto valore culturale.
Michiko racconta:
Nonostante l’attuale pandemia, e come risultato di un’attenta considerazione e di decisioni coraggiose, siamo stati finalmente in grado di presentare la VII Biennale di Arte Moderna ‘La Via della Seta dell’Arte a Himeji’.
Sfortunatamente, le conferenze e le presentazioni originariamente pianificate dagli artisti, l’americano Gene Johnson e l’italiana Antonella Maglizzo, hanno dovuto essere cancellate. Non ci sono stati neppure la cerimonia di apertura, feste o incontri che tradizionalmente accompagnano questo tipo di eventi.
Eppure, l’emergenza sanitaria e la stagione delle piogge in Giappone non hanno impedito agli amanti dell’arte di accedere al museo nella sua posizione privilegiata vicino al magnifico e maestoso Castello di Himeji, patrimonio dell’umanità.
Il Sindaco, Hideyasu Kiyomoto, ci ha onorati della sua presenza e ne siamo rimasti felicissimi. Ha visitato il museo, osservando, con estrema attenzione, l’intera esposizione.
Le opere del Maestro Shikama hanno portato quest’anno alla mostra un’eleganza speciale, magnifica. Gli artisti scelti grazie al suo occhio attento erano tutti degni di nota. In virtù del suo talento e della sua fama, inoltre, è stimato e rispettato da molti.
Tramite il profondo legame tra l’italiano Antonio Lieto e il giapponese Shikama Koziro, hanno potuto esporre gli italiani Antonella Magliozzi, Francesco Pernice, Francesco Zaccone, Kika Bohr, Maria Amalia Cangiano, Stefania Fantone, Mariangela Cacace e Vincenzo Cacace.
Un professore americano, che vive a Himeji, nel contemplare il dipinto di Vincenzo Cacace ‘Eidetiche riduzioni e sogno’, ha esclamato: “Meraviglioso!”
Sono piaciuti molto anche il lavoro, il colore, la composizione e la storia di ‘Esser Sorta e poi Scomparsa’, di Mariangela Cacace.
Infatti, ho estrapolato e tradotto in giapponese, dalla tua versione inglese, le risposte dell’intervista a lei e al padre per affiggerle accanto alle tele, così che essi stessi, attraverso le loro parole, potessero spiegare il significato delle loro opere.
Un’assistente sociale sulla cinquantina ha asserito:
“Vengo a vedere questa mostra ogni volta che viene presentata perché, per me, rende l’arte accessibile e piacevole”.
La signora Imazato, uno dei nostri membri, ha detto che voleva allineare 1.000 cavalli di Kika.
Molti visitatori hanno guardato con ammirazione i grandi dipinti di Gene Johnson.
Sono rimasto così colpito nel vedere di nuovo uno studente universitario che oggi ha 20 anni. Nel 2008, durante la prima edizione della Biennale, a 6 anni appena, ha partecipato all’installazione del lavoro di Shikama. Ricorda ancora la sua esperienza di posizionare pezzi di pietra rotti attorno alla bellissima scultura di Koziro.La nipote del signor Ikusima, ora studentessa delle superiori, venuta con un amico, si è soffermata più di due ore non solo sulla scultura del nonno, ma anche sugli altri manufatti.
Il signor Horie, che è venuto fin da Nagoya per esibire i suoi dipinti, ha dichiarato:
“Sono molto felice di mostrare le mie opere a questa mostra d’arte moderna e di incontrare i cittadini di Himeji”.
Uno dei miei ex allievi era con suo figlio, studente universitario di arte. È così bello sapere che ho fatto la differenza nella vita di qualcun altro vedendo la nostra Biennale nel corso degli anni.
Ed è esattamente il pensiero condiviso nella tua intervista da Vincenzo Cacace, che rimarca:
“E possiamo, tutti gli artisti di tutte le tendenze, offrire il nostro contributo di Arte e di Pensiero al Patrimonio Generale dell’Umanità… ognuno con un suo personale, piccolo mattone… coscienti d’esser parte di una Grande Costruzione”.
Il Maestro Shikama, soddisfatto, ha concluso:
“Il significato di tenere una mostra d’arte contemporanea è sempre quello di dare evidenza agli artisti che si confrontano con i propri sforzi creativi. Una mostra è fornire un luogo per sostenere gli esseri umani in quanto tali. Artisti e cittadini, anche ai tempi del Covid-19, hanno potuto incontrarsi e godere dell’Arte! E non è poco!”
La Bellezza rimane unica cura per lo spirito in questo periodo così particolare…
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.