La pièce andrà in scena il 14 e 15 giugno presso l’Ex Asilo Filangeri di Napoli
Mercoledì 14 giugno, ore 21:30, e il 15 giugno, ore 21:00, presso l’Ex Asilo Filangeri di Napoli, nell’ambito della rassegna ‘Masarat Al-Fonun: percorsi artistici’, andrà in scena lo spettacolo teatrale ‘Mi chiamo Omar’, scritto e diretto da Luisa Guarro, con Omar Suleiman, Alessio Sica, Dalal Suleiman, Giulia Musciacco e Sara Schiavo.
Disegno luci Paco Summonte, tecnico luci Daniele Sannino, illustrazioni Irene Servillo e Antonio Ruberto, progetto video Alessandro Papa e Luisa Guarro, scene costumi e scelta musicale Luisa Guarro.
Note di regia
Una memoria delicata infonde ammirazione e insieme un senso di inadeguatezza, è più forte di qualsiasi denuncia politica o filosofica. Parla di una casa in un remoto villaggio della Palestina, tra le montagne, dove la famiglia Suleiman si era rifugiata per sfuggire al terrore sionista. Del sopruso nel racconto quasi non c’è traccia, se non come melanconico sottofondo nella consapevolezza di chi ascolta.
Da una lunga intervista al protagonista, è nato uno spettacolo che sin dalla sua struttura scenica vuole riportare la potenza magica della narrazione orale, di cui è capace Omar.
Omar Suleiman, cuoco, ristoratore, attore e promotore attivo di una resistenza culturale, esule palestinese, italiano di adozione, racconta la sua storia e cucina prelibatezze arabe, e mentre parla con voce profonda, su un telo gigante, che rappresenta la mente di chi ascolta, prendono forma le immagini evocate dal racconto.
Gli spettatori assistono, così, al tramutarsi delle parole in suggestioni che, nell’impossibilità di eguagliare il reale accaduto, diventano disegni animati video-proiettati, talvolta ombre e altre volte immagini nitide, di attori i quali, dietro quel telo, interpretano i parenti più prossimi di Omar e il suo passato.
Stupisce, poi, scoprire che le immagini fantasticate e messe in scena trovano riscontro, se non nella realtà puntuale di quei ricordi, nella realtà emotiva di colui che li custodisce e se ne commuove: la comunicazione è avvenuta. E lo spettatore, proprio mentre la sta vivendo, assiste al suo dispiegarsi come processo magico.
Luisa Guarro
La rassegna ‘Masarat Al-Fonun: percorsi artistici’, in programma dall’8 al 15 giugno, è organizzata dalla comunità palestinese della Campania, insieme all’Ex Asilo Filangeri, Assopace Palestina, Femminile Palestinese, Cultura è libertà per la Palestina, Pagine Esteri, Edizione Q e Invicta Palestina.
Sottolineano i promotori:
Nella storia dei popoli del Mediterraneo, la cultura ha sempre rappresentato un ponte pacifico, garantendo la conoscenza reciproca tra le genti delle sue sponde e lo scambio delle loro tradizioni.
Sin dal XVIII secolo le città palestinesi della costa mediterranea sono state al centro degli scambi commerciali e culturali nonché sedi importanti di riviste e giornali, di teatri e cinema.
Oggi la cultura in Palestina gioca il ruolo di contributo fondamentale alla resistenza passiva, per la sopravvivenza e la liberazione del proprio paese e la creazione di una società migliore ed inclusiva.
I linguaggi universali della cultura e dell’arte permetteranno ai cittadini napoletani, e non solo, di avvicinarsi alla conoscenza di questa terra, della sua storia millenaria e delle sue usanze.
Il festival palestinese ‘Masarat Al-Fonun’ inaugura un ciclo di eventi culturali con cadenza annuale che coinvolge energie artistiche nazionali ed internazionali.
Saranno presenti a questa prima edizione la scrittrice Suad Amiri, il poeta Ibrahim Nashralla, il regista ed attore Mohammad Bakri, l’attore ed attivista per i diritti umani Moni Ovadia, l’editore Wasim Dahmash, il missionario comboniano ed attivista per i diritti umani, padre Alex Zanotelli, la già Vicepresidente del Parlamento europeo e Presidente di Assopace Palestina, Luisa Morgantini, il giornalista del Manifesto e direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio, e tanti altri.
Verranno messi in scena gli spettacoli teatrali ‘Mi chiamo Omar’, scritto e diretto da Luisa Guarro, e ‘Finalmente fioriti i mandorli’ per l’adattamento e la regia di Patrizia di Martino; saranno proiettati documentari e film, tra cui ‘3000 notti’ della regista palestinese Mai Masri.
Verranno, inoltre, allestite mostre fotografiche e di opere d’arte, bazar di prodotti tipici, momenti musicali e di degustazione gastronomica palestinese.