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Meraviglioso incontro tra Pulcinella e Kremmerz

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Pulcinella e Kremmerz


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Cari lettori, presentarmi a voi che mi leggete è forse inutile giacché mi conoscete, avete letto di me, delle mie origini, dei miei antichissimi natali.

Mi diletto come saltimbanco nelle locande e c’è chi dice che io discenda da Maccus, che sia osco e che viva sia nell’antica Acerra che nella città di Suessola. Altri, pur ritenendo che io intrattenga gli avventori in tale zona, dicono che io discenda da Kikirrus, una maschera teriomorfa dall’aspetto di animale. Cari miei anche questo è ipotizzato ma è privo di certezze.

Acerra

Dovete sapere che nel periodo che va da giugno a fine agosto amo fare il bagno nelle acque della sorgente sulfureo-termale del Riullo. Vorrei poterlo fare in ogni periodo dell’anno ma purtroppo una caratteristica saliente di tale fonte è la stagionalità.

Sono io, sì avete capito bene, Pulcinella, Paolo Cinella, il contadino di Acerra, alias il Cetrulo de la Cerra, l’umile servitore della verità, la “maschera”, che in alcuni ambienti ermetici si fa risalire alla tradizione di Horus e si ritiene che somigli nei modi e nelle forme a questa divinità egizia.

Pulcinella e Horus

Parafrasando l’esoterista e filosofo René Guénon, in special modo quando dice che ‘Il Signor Guénon non esiste’, desidero dirvi che la mia realtà non è fisica, bensì filosofica, metafisica e sociale. Con malcelata umiltà, sento la necessità di dire che c’è chi ritiene che io sia l’archetipo più antico che l’Occidente orientalizzante conosca e che appartenga al mistero del secreto dell’intera umanità.

Mi chiamo Pulcinella, ho un marchio nero che mi copre il viso perché sono nato dall’Uomo, dall’Uovo e dal Mondo. La mia stoltezza è simbolo della vostra parte più pura, di quella più intima e profonda.

Pulcinella

C’è chi ritiene che il volto nero che mi ritrovo non sia altro che una voglia di vino in gravidanza di mia madre, di mestiere friggitrice. Gli stessi mi attribuiscono origini contadine, sia perché indosso abiti larghi e sfatti, sia per il viso segnato dall’ardente sole dei campi.

Cari miei, in realtà mi piace definirmi archetipo dell’offesa, della vita sociale negata e dello scherno, giacché, così facendo, agendo da rivoluzionario dell’anima, dissipo le tenebre per far posto alla Luce unica e meravigliosa. È così bello osservare la Luce che dissolve l’oscurità, che, infatti, mi piace tanto, e stare a guardare chi indossa la mia maschera.

Sì avete capito bene, infatti, recentemente ho assistito al balletto cantato, scritto da Igor’ Fëdorovič Stravinskij su musiche di Giovanni Battista Pergolesi, in cui chi mi impersona diffonde e impregna del “mio” messaggio l’attento spettatore.

Pulcinella

Dicono di me che alla stessa stregua di tanti villani delle farse rusticali, io usi intrattenere gli astanti nelle piazze. Francesco de Sanctis, in una sua lezione, sostiene che io rappresenti il popolano sciocco e ozioso. Tanti mi reputano uno scansafatiche, vagabondo e che si guadagna da vivere con l’istinto buffonesco e anche se forse questo corrisponde al vero, Benedetto Croce non la pensa così.

Il filosofo, infatti, oltre ad affermare perentoriamente ‘Pulcinella non si definisce’, si occupa di me e, probabilmente, mentre scrive il saggio che mi riguarda, intraprende il percorso che lo conduce alla pubblicazione dell’opera ‘Estetica come scienza dell’espressione e linguistica generale’. Cari miei, lui sì che mi comprende, infatti, distingue la maschera dal successivo mito di Pulcinella.

Benedetto Croce

Benedetto asserisce che io conosca e adoperi bene le arti della vita e che sia i Pulcinella veri che quelli falsi siano tutti figli legittimi dell’arte. Non ho ben capito se creda che la mia conoscenza sia intuitiva o logica, fatta per la fantasia o per l’intelletto, sia individuale o universale, che riguardi solo le cose singole o anche le loro relazioni. Cari lettori, non ho compreso se per lui io produca immagini o concetti, ma sono certo che studia ciò che dico e il viso che man mano porto in scena.

A questo punto, cari lettori, desidero raccontarvi di un interessante incontro, avvenuto poco tempo fa, in un assolato pomeriggio, nei pressi della sorgente d’acqua sulfurea del Riullo, alias Gorgone antico affluente del fiume Clanio.

Come spesso accade, anche quel giorno mi reco in quell’Oasi sia per immergere i piedi in quelle acque miracolose e dalle proprietà curative, che per cercare tra la bellissima vegetazione una specifica pianta che cresce da quelle parti, famosa per i suoi effetti fitoterapici.

Anche se impegnato nella raccolta della chelidonia appunto, forse per il caldo o vuoi per la stanchezza accumulata, mi cerco un comodo giaciglio tra i resti di un complesso termale romano e di un antico santuario, dedicato alla divinità protettrice delle acque.

Sorgenti del Riullo

Trovato il giaciglio che fa al caso mio, mi stendo per riposare.
Amici miei, è così bello rilassarsi in quella radura che, in men che non si dica, mi addormento. Gli occhi mi si chiudono e, mentre accade, ripeto bisbigliando l’aforisma di Eraclito ‘La natura ama nascondersi’. Motto che, in quel momento, la mia mente ospita senza riuscire a comprenderne il significato.

In quel medesimo istante, che definirei sublime, odo all’improvviso una bella e ferma voce d’uomo che, rivolgendosi a me, dice:

Io penso che Eraclito intenda dire che trovare la realtà non sia facile, che bisogna stare in guardia e che per prevenire si debba abbandonare il mondo ingannevole delle apparenze.

Ritengo che creda nell’esistenza di un principio che governa la realtà, cui tutto sia collegato, e che questo sia un qualcosa d’invisibile ma più rilevante del visibile.

Caro Pulcinella credo, inoltre, che intenda dire che il mondo va avanti perché la ragione lo governa e il discorso lo lega.

Figliolo, oltre a reputare che tutto sia uno, pensa che la ragione e il discorso esprimono il Logos Cosmico che è alla base del Cosmo. Amico mio, penso che chi non comprende il tuo Logos Cosmico e non percepisce ciò che cerchi di trasmettere, resti chiuso nel suo orizzonte privato.

Affascinato da queste parole, mi desto e strofinandomi gli occhi gli chiedo:

Da dove vieni straniero?
Chi sei? Dove sei diretto?

Lui, con aria distesa, mi risponde:

“Io non sono di nessuna epoca e di alcun luogo: al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza“.

In questo tempo sono conosciuto come Ciro Formisano, alias Giuliano Kremmerz, sono partenopeo e figlio della Sirena.
Esoterista, filosofo, terapeuta, taumaturgo, alchimista, giornalista e scrittore. Fondatore della Schola Philosophica Hermetica Classica Italica e della Fratellanza terapeutico – magica di Miriam e, in questo momento, sostenitore di chi intende apprendere con cuore puro, l’arcana sapienza Isiaca e Osiridea.

Caro Pulcinella, il baldanzoso giovanotto che mi accompagna, il cui nome è Fabio Da’ath, vuole apprendere l’arcana sapienza ed è con me perché, dove c’è un maestro v’è sempre un discepolo.

Giuliano Kremmerz

È bello ascoltarlo, le sue parole destano grande ammirazione, rallegrano il cuore e rendono la mia anima così serena che gli chiedo per quale motivo parla di queste cose a me che sono un umile saltimbanco. Perché ha scelto proprio me?

Pulcinella

Con molto garbo e soppesando le parole, mi risponde dicendo:

La scelta è motivata dal fatto che tu discendi da Horus; che i tuoi colori, il bianco, il nero e il rosso, non sono casuali; la tua faccia nera si ricollega alla terra e alla fase alchemica conosciuta come nigredo, la tua stessa vita è un percorso alchemico; Johann Wolfgang von Goethe e Domenico Cimarosa si occupano di te e forse ti ammirano.

Cari lettori, è ancora vivida la memoria di quelle parole che sciolgono il ghiaccio della mia anima, il ricordo dell’emozione che attraversa il mio cuore e l’impronta delle Sante lacrime di gioia che, come rugiada, bagnano il mio viso.

Anche se al momento le parole del porticese non sembrano comprensibili, ora le colgo pienamente e intuisco che il suo intendimento fosse quello di aiutarmi a comprendere (prendere con) la mia futura missione.

Osservando il mio eloquente silenzio, lui a seguire dice:

Caro Pulcinella, devi sapere che nell’ambito dell’arcana Sapienza, Salomone re d’Israele, incarna la pace e rappresenta l’uomo perfetto che raffigura la Giustizia intrinseca, ossia quella emanata dal Creatore dei Mondi.

Salomone è l’uomo giusto, quello che manifesta, attraverso il temperamento, la Volontà Intelligente, che prodiga tutto se stesso nello studio della Scienza delle Scienze, ovvero, quella del Bene e del Male.

Salomone

Oh che meraviglia! Credetemi, cari lettori, ascoltare tali concetti in un luogo dove si pensa che abbiano predicato San Pietro o San Paolo, è così bello che quei termini sembrano scorrere come rugiada sulla barba di Aronne.

Cari miei, anche se la percezione della realtà si vive attraverso i sensi, questi, tranne l’udito, sembrano essere spenti affinché io possa ascoltare solamente il suono della sua voce. Le sue parole sono, infatti, così ammalianti da farmi sentire cullato dalla natura circostante.

Cari lettori, non voglio tediarvi oltre, quindi, vi lascio leggere quello che questo Maestro, così merita di essere definito d’ora in poi, lascia uscire da quel nobile strumento che tutti conosciamo come bocca.

Pulcinella, se vuoi, sei in grado d’intraprendere lo studio dell’arte reale, quindi, puoi farlo! Ne hai i mezzi per farlo. La maschera che indossi non è simbolo d’ingenuità del Cetrulo, bensì strumento e mezzo per entrare dritto nei cuori e nelle anime della gente.

Prima d’Iniziare, devi desiderarlo veramente e diventare tu stesso uno strumento. Per riuscirci dovrai oltrepassare una porta, dove il Guardiano esterno rappresenta sia il Bene che il Male, sia la luce che l’ombra di ciò che sei stato.

Devi comprendere che per attraversare l’uscio bisogna chinare la testa e che, così facendo, diventi vulnerabile. Varcando la soglia, conditio sine qua non, sei costretto a fidarti e affidarti alla sola Forza della Volontà…
Mio caro, durante il viaggio si è soli…

La tua missione è, quindi, quella di rendere operativo il Bene e inibire il Male.
Devi conoscere sia l’uno che l’altro, e giacché ogni Rosa è circondata da spine occorre che tu impari gli aculei affinché possa Amare il Roseto. Mediante la comprensione dell’Arte Reale si costata che l’uomo giusto è il motore della vita e che chi è in errore deve essere aiutato affinché gli si apporti il necessario combustibile. Il Bene rappresenta tutto ciò che permette all’uomo di perseguire le finalità delle cause prime della Mente Divina. Il Bene, caro Pulcinella, manifesta altruismo e amore incondizionato per ogni essere del Cosmo.
Il Bene corrisponde allo stesso Amore che il Creatore dona alla sua Creazione e questo è un flusso e riflusso di luce pura.

porta

A questo punto, inebriato da tali fantastiche parole, gli chiedo di spiegarmi cosa sia il Male.

Sorridendo il Maestro risponde:

Caro figlio mio, è semplice, il Male è tutto ciò che separa.
Il Male, caro mio, è egoismo, malvagità, annientamento e rappresenta oltre che la morte del Creatore, il fallimento della Creazione.

L’uomo ha il Dovere di permanere nel bene e non deve permettere alle basse e vili passioni di appesantirgli il cuore. L’Uomo Giusto non odia, non compie azioni malvagie né o ha una mente menzognera.

È cosi forte l’emozione che, per asciugare le lacrime che mi solcano il viso, cerco di rimuovere la maschera dal volto.

Il Maestro con mano ferma e decisa me lo impedisce e dice:

Figliolo, anche se la tua sostanza è diversa, questa maschera, devi tenerla sempre su affinché copra la realtà. Devi agire in incognito e non svelare mai la tua vera natura, altrimenti diventi debole e facilmente attaccabile dal male. Ascolta caro Pulcinella, ciò che ti offro non appartiene a questo mondo.

Immagina di attingere direttamente dall’albero della conoscenza, ma senza violentarne i frutti, giacché gli stessi si offrono a te.

Sii avveduto però, perché essi possono essere sia dolci e saporiti che amari e velenosi…

A questo punto gli chiedo:

Maestro cos’è il Bene?

Lui mi risponde:

Presta attenzione alle parole, non pensare che il Bene corrisponda sempre a ciò che piace ai tuoi sensi.

Spesso accade che il Bene equivalga al Dolore, che l’azione corrisponda al martirio e che la redenzione sia uno spasmo infinito.

Caro Pulcinella, prima di andare oltre, leggi e studia ciò che c’è scritto negli occulti Sacri libri che ti dono.

Il Bene è la prima fonte di luce divina per il mondo, sin dal momento della sua creazione.

Luce

Figliolo, se vuoi deliziarti delle sofferenze, se decidi di provare piacere e scegli di ascendere al Creatore, Come una sol cosa, devi imparare a soffrire. Questa è la fonte della Verità.

Ora che sai come un candido e puro agnello, va tra i lupi e, per amore di questa fonte, sii sollievo e mezzo di gioia per chi soffre!

Pulcinella

Pronunciando queste parole, il Maestro accarezza, poi bacia la mia maschera e si allontana.

Pulcinella e Kremmerz

Autore Domenico Esposito

Domenico Esposito, nato ad Acerra (NA) il 13/10/1958, laureato in Scienze Organizzative e Gestionali, Master in Ingegneria della Sicurezza Prevenzione e Protezione dai Rischi, Master in Scienze Ambientali, Corso di Specializzazione in Prevenzione Incendi. Pensionato Aeronautica Militare Italiana.