Dopo 70 anni i palestinesi sono ancora alla ricerca di una patria
Lo scrittore e pensatore arabo, Hassan Ismaik, ha avanzato una proposta per una soluzione alla crisi in Medio Oriente.
Nel parlare ai media arabi, ha affermato che, per più di mezzo secolo, il sogno di un’unione dei Paesi arabi è rimasta una chimera.
Dietro la mancata riuscita di questa unione ci sono molte ragioni mentre nessuno pensa ad un’importante, semplice e possibile unione, che è più importante di quella tra tutti i Paesi arabi, che è quella del regno giordano-palestinese, che potrebbe essere la soluzione del conflitto arabo-israeliano.
In un post su Twitter, Ismaik ha indicato che il destino del popolo palestinese è visibile a tutti ed è rappresentato dalla disperazione e dalla frustrazione, che richiede di decidere una soluzione realistica per tirarlo fuori dal suo stato attuale.
A chi contesta questa tesi, ribadendo la richiesta di uno Stato palestinese con Gerusalemme come capitale, Ismaik ha risposto:
Questa soluzione è ancora bloccata… Fino a quando i palestinesi ne rimarranno prigionieri?
in un altro post, Ismaik ha aggiunto:
Dopo settant’anni i palestinesi, generazione dopo generazione, stanno ancora ereditando solo il sogno di fondare uno stato palestinese e ottenere una patria invece di realizzarlo, quindi è logico aspettarsi, con la situazione immutata, altri sette decenni che andranno persi nel perseguimento di questo sogno.
Lo scrittore si chiede, infine:
Non è ora di iniziare a discutere della possibilità che giordani e palestinesi si alleino per unire i due popoli in un unico stato, il Regno hascemita di Giordania, che trasformerebbe un sogno sfuggente in un compromesso per raggiungere la pace e la sicurezza?
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.
