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Massoneria: un vecchio modello di marketing anni 80

1920
Massoneria Fludd summum bonum


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La pretesa Confraternita dei Rosa-Croce non ha mai avuto una esistenza sociale. Gli Adepti portatori del titolo sono soltanto fratelli attraverso la conoscenza ed il successo dei loro lavori.

Nessun giuramento li impegna, nessuno statuto li lega tra loro, nessuna regola influenza il loro libero arbitrio, se non la disciplina ermetica liberamente accettata e volontariamente osservata.

(…) essi non avevano né un luogo di riunione, né una sede sociale, né un tempio, né un rituale, né un segno esteriore di riconoscimento.

Essi non versavano delle quote di partecipazione e non avrebbero mai accettato il titolo, dato a certi altri confratelli, di cavalieri dello stomaco: i banchetti erano loro sconosciuti.

Essi furono, e sono, ancora, degli isolati, lavoratori dispersi nel mondo, ricercatori «cosmopoliti» secondo la più stretta accezione del termine.

Poiché gli Adepti non riconoscono nessun grado gerarchico, ne deriva che la Rosa-Croce non è un grado, ma soltanto la consacrazione dei loro lavori segreti, la consacrazione dell’esperienza, la luce positiva loro rivelata da una viva fede.
Fulcanelli – Le Dimore Filosofali

Vorrei chiarire il mio modo attuale di vivere la ricerca utilizzando alcune parole tratte dal manifesto Incoerista di Rémi Boyer:

a) non ci sono valori universali, ma soltanto personali. La Questione dei valori, origine di tutti i conflitti, interni o esterni, si risolverà con la sparizione della Persona;

b) la ricerca del superamento dell’arte trova il suo apogeo nella Cerca di un’Arte del Nulla, Arte assoluta dell’Intervallo. All’Incrocio della Bellezza Assoluta, della Virilità Assoluta, della Femminilità Assoluta, solo l’lnafferrabile è Arte.

Pertanto, per primo a me stesso, suonano inutili anche queste mie parole, per definizione espressione del duale. A meno che, sia chi scrive, sia chi legge, non si armi di una “mentalità tradizionale” e cessi di combattere, di voler prevalere.

In un nuovo, e più leggero, stato di coscienza ogni “giudizio” dovrebbe essere sospeso, nella convinzione che giudicare è una vera e propria patologia dell’Anima.

Dobbiamo sempre tentare di accostarci all’altro con rispetto, soprattutto verso coloro con cui dissentiamo. Ognuno di noi, per gli altri è un “altrove”, un mondo di simboli e di allusioni, di evocazioni, impossibili da definire solo razionalmente.

Ogni incontro, ogni stimolo, può fare risuonare e accendere qualche luminaria nelle tenebre della nostra grotta interiore oppure scatenare un inutile dissidio egoico di competizione e contrapposizione intellettuale o dialettica.

In un contesto iniziatico o pseudo-tale dove tutti, o almeno tanti, si appellano all’osservanza dogmatica e cristallizzata di rituali, credenze esoteriche e canoni liturgici, spesso nel passaggio dal mondo profano a quello “iniziatico” si passa da un dogmatismo all’altro.

E l’Essere sfugge. Imprendibile. Sempre ad un livello oltre il nostro stretto orizzonte. Oltre le nostre pseudo certezze. Oltre la razionalità e l’irrazionalità. Oltre il nostro piccolo ego che compensiamo con visioni e “appartenenze” pompose, arzigogolate, complesse e grandiose.

Prima di passare all’unica vera cura, rappresentata da una sana operatività iniziatica, la “remise en forme” preliminare per la Massoneria oggi in crisi, potrebbe essere un digiuno terapeutico. Per “dimagrire” e non ingrassare ulteriormente.

Occorre selezionare, riscoprire la qualità. Abbandonare la quantità. La vecchia idea di reclutamento modello catena di Sant’Antonio dell'”amico dell’amico”, perché è una gran brava persona, ancora meglio se direttore di qualcosa, medico o imprenditore, solletica l’ego non l’autentica vocazione iniziatica, che è pronta alle fatiche e alle prove esistenziali e spirituali più terribili. Non alle fatiche digestive di cene pantagrueliche a base di insaccati, carbonare e porchetta.

Per carità niente contro la vera convivialità, anzi, ma questa è Massoneria exoterica che ripropone, di fatto, le stesse logiche di reclutamento e di raccolta capitazioni della stragrande maggioranza di Associazioni e Club profani sempre assetati di liquidità.

Per il bene della Massoneria smettiamola di fare promozione alla Massoneria. Nell’interesse di questo stesso ordine iniziatico. Una cosa è spingere forzatamente un “brand”, con la speranza di fare “engagement”, di catturare l’attenzione. Un’altra è aspettare che le cose si “compiano” in modo naturale.

Che le traiettorie naturali dei karma e dei dharma personali si incrocino in modo “fisiologico” nel disegno cosmico della sincronicità, così apparentemente “casuale”.

Il vento soffia dove vuole, lasciamo che tutto “sia”.

Let it be.

La Massoneria non è una tessera di plastica con o senza codice a barre ma uno stato di coscienza, come insegnavano i Rosacroce che si riconoscevano ovunque fossero e si riunivano in un non-luogo. Questo è, o potrebbe essere, un corretto atteggiamento iniziatico. Almeno per me. Così è sempre stato dacché esiste il mondo.

Sorry.

Le regole dell’universo non le ho scritte io. E forzare non serve.

Anche così, nel tempo, la Massoneria si è impantanata nella profanità. E così, in un domani non lontano, se diverrà un involucro completamente vuoto, potrebbe morire e rinascere in una nuova forma iniziatica.

Autore Hermes

Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.