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Massoneria, temperanza ed equilibrio

Massoneria


Il rapporto iniziatico con gli opposti

Una delle prime cose che si notano in un tempio massonico è la presenza di simboli che rimandano agli opposti.

Il pavimento a scacchi, il sole e la luna, tra gli altri, sono quelli più evidenti.

Lo stesso riferimento è molto ricorrente nelle tradizioni iniziatiche, non solo occidentali.

Anzi, nelle culture orientali, la dialettica tra elementi apparentemente inconciliabili è radicata anche in una più generale Weltanschauung.

Yin e Yang
Termini cinesi usati per esprimere ogni sorta di relazione dialettica fra due o più cose, processi, fenomeni, ecc., risultante dalla unicità e al contempo dalla essenziale natura mutevole del tutto e quindi di ogni singola entità. Non si tratta di rigorose e rigide categorie ontologiche, giacché una stessa cosa può essere naturalmente sia yin sia yang, come manifestazione di una particolare relazione in una determinata circostanza od occasione.
Treccani – Dizionario filosofico 

Nella parte bianca insiste un punto nero e viceversa.

Nella filosofia ermetica il riferimento alle polarità è molto forte.

Tutto è duale; tutto è polare: per ogni cosa c’è la sua coppia di opposti. Come simile e dissimile sono uguali, gli opposti sono identici per natura e differiscono solo di grado. Così gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità e ogni paradosso può essere conciliato.
I tre iniziati – Il Kybalion

Anche se qualche purista potrebbe storcere il naso per questa citazione, il Kybalion è un testo che prova a spiegare, in modo abbastanza semplice, una serie di principi che, in altri contesti, sono espressi in modo più articolato e complesso.

O, almeno, semplice per chi ha un minimo di confidenza con queste tematiche.

Iniziaticamente, la dinamica degli opposti ha un chiaro collegamento ad altri due concetti, quelli di equilibrio e di temperanza.

Ciò può d’altronde interpretarsi nel senso che, almeno nello stato attuale dell’umanità, nessun individuo è perfettamente equilibrato sotto tutti i rapporti; e, effettivamente, la realizzazione del perfetto equilibrio dell’individualità, implicando la completa neutralizzazione di tutte le tendenze opposte che in essa agiscono, vale a dire la fissazione nel suo centro stesso, solo punto dove queste opposizioni cessano di manifestarsi, equivale in modo puro e semplice alla restaurazione dello «stato primordiale». Si vede dunque che non bisogna esagerare e che, se vi sono individui qualificati per l’iniziazione, lo sono malgrado un certo stato inevitabile di squilibrio relativo, che precisamente l’iniziazione potrà e dovrà attenuare se produrrà un risultato effettivo od anche far sparire se arriverà ad essere spinta fino al grado corrispondente alla perfezione delle possibilità individuali, vale a dire, come spiegheremo ancora innanzi, fino al termine dei «piccoli misteri».
René Guénon – Considerazioni sull’Iniziazione

Secondo Guénon, dunque, non esistono personalità equilibrate, almeno nel mondo profano, per cui, dei relativi squilibri non sono motivi ostativi all’iniziazione.

Sempre che, si sia qualificati, ovviamente. In merito a cosa significhi esserlo, rimandiamo ad un articolo precedente.

E, una volta iniziati, cosa dovrebbe accadere?

Secondo la precedente citazione, le disarmonie dovrebbero essere gradualmente superate durante il percorso, fino ad arrivare al compimento dei piccoli misteri, per la cui definizione ci rivolgiamo sempre all’esoterista francese.

I «piccoli misteri» comprendono tutto quanto si riferisce allo sviluppo delle possibilità dello stato umano considerato nella sua integralità; essi mirano dunque a ciò che abbiamo chiamato la perfezione di questo stato, vale a dire a ciò che è designato tradizionalmente come la restaurazione dello «stato primordiale».
René Guénon – Ibidem

Si tratterebbe, dunque, di un essere umano che ha completamente dispiegato le sue possibilità ed è pronto per proseguire sulla strada dei grandi misteri.

I «grandi misteri» concernono propriamente la realizzazione degli stati sopra-umani: prendendo l’essere laddove è stato lasciato dai «piccoli misteri», vale a dire al centro del dominio dell’individualità umana, essi lo conducono oltre questo dominio, e attraverso gli stati sopra-individuali, ma sempre condizionati, fino allo stato incondizionato che soltanto rappresenta lo scopo vero e che è designato come la «Liberazione finale» o come l’«Identità Suprema».
René Guénon – Ibidem

 Non sappiamo quante persone abbiano realizzato veramente l’Identità Suprema; ne siamo troppo lontani anche per distinguerla compiutamente.

Possiamo, tuttalpiù, mirare a quelli che dovrebbero essere le qualità di un semplice discepolo.

Il discepolo deve sviluppare un’anima libera, che stia in equilibrio fra la materialità e la spiritualità; egli deve arrivare a tanto, da potersi abbandonare alla sua materialità, perché questa è talmente purificata, che ha perduto la forza di attirarlo in basso, a sé.
Rudolf Steiner – L’iniziazione

L’equilibrio, tra gli opposti. Tra materialità e spiritualità.

Perché, quando si riesce a raggiungere la sintesi, allora si sublima anche la materialità.

E ancora:

La sesta qualità è l’acquisto di un certo equilibrio nella vita (imperturbabilità). Il discepolo si sforza di conservare un’equilibrata serenità così nel dolore come nella gioia; perde l’abitudine di oscillare fra una gioia esagerata e una depressione mortale. La sventura e il pericolo lo trovano corazzato quanto la gioia e la prosperità.
Rudolf Steiner – Ibidem

E il verbo oscillare ci riporta nuovamente al Kybalion.

Questa è l’arte degli ermetisti: compreso il principio, imparare ad usarlo invece che subirlo. Quindi, se l’ermetista si polarizza su un certo punto, neutralizza la forza ritmica del pendolo, che oscillando, tenderebbe condurlo all’altro polo. Se è vero che quasi tutte le persone che hanno raggiunto un certo auto-controllo, riescono ad esercitare in parte, questa funzione; il maestro lo fa volontariamente, raggiungendo quel grado di equilibrio e forza mentale, che risulta incredibile alla massa, sempre oscillante, proprio come un pendolo.

I metodi d’uso, contro-azione e neutralizzazione del principio di polarità e di quello del ritmo, formano una delle parti più importanti dell’alchimia mentale ermetica.
I tre iniziati – Il Kybalion

Il Maestro si solleva oltre le oscillazioni del pendolo, tra gli estremi.

Perché, se ci si spinge dal lato della felicità, questa sarà compensata da una della stessa ampiezza in direzione opposta.

Strettamente collegata al discorso degli estremi, dell’equilibrio e della neutralizzazione del principio del ritmo, è la Temperanza, ovvero, una delle quattro virtù cardinali assieme a Fortezza, Prudenza e Giustizia.

Virtù rappresentata in modo molto particolare, nell’Arcano Maggiore dei Tarocchi, che ha il numero 14 ed è raffigura un angelo.

Già le suggestioni del numero sono diverse, trattandosi di una coppia di 7, il numero del Maestro, che a sua volta corrisponde alla somma di 4 e 3.

Il capo è adornato da una corona di Luce, nella maggior parte dei mazzi più famosi, o, comunque, da un altro simbolo solare.

Il gesto in cui l’angelo è impegnato è quello di sversare dei liquidi da due contenitori, di solito delle coppe, di cui uno posto più in alto.

In sostanza, sta mescolando le acque superiori e quelle inferiori, sta scambiando gli opposti, sta trasformando le energie negative in positive.

Questa carta di solito viene considerata come un segno di guarigione, di riconciliazione. Ci si sente protetti. Esorta a cercare l’equilibrio tra gli apparenti opposti. Sovente viviamo con una scissione interna, ad esempio, tra l’intelletto e il resto di noi stessi, o tra il corpo e la personalità restante… in ogni caso la Temperanza ci chiama a una via di mezzo, a sigillare l’unione con noi stessi, e quindi, con il resto del mondo.
Alejandro Jodorowsky – La via dei tarocchi

Lama ben cara agli alchimisti, che ben sanno che Zolfo e Mercurio contribuiscono al compimento dell’Opera.

Come in alto, così in basso.

Secondo la scuola inglese, la Temperanza corrisponde al segno zodiacale del Sagittario, che in Massoneria è analogicamente collegata al 2° Sorvegliante.

Questo Dignitario, che nella Terna di Fuoco della Loggia esplica la qualità del Fuoco terzo di Sagittario (attinente alla conoscenza superiore e alla speculazione supercosciente), aiuta a far sorgere il Sole di Mezzanotte.
Ivan Mosca – Quaderni di simbologia muratoria

Per quanto riguarda la Qabbalah, viene associata alla lettera nun, che rappresenta l’umiltà.

Altra suggestione è relativa al fatto che, come Arcano Maggiore segue quello che in tanti mazzi, tipo quello di Marsiglia, è lasciato senza nome e che raffigura la Morte.

Alla morte, ovviamente vista in chiave iniziatica, dunque, segue la capacità divina di Temperare.

Ci si chiede, dunque, se può un Iniziato essere privo delle virtù di equilibrio e temperanza.

Se può indulgere in intemperanze, se può cadere in provocazioni, se può rispondere a queste scendendo sullo stesso piano di un profano o di un contro-iniziato.

Se, in presenza di atteggiamenti di rottura e divisivi, può indulgere e ripagare con la stessa moneta.

Se può essere animato da sentimenti di rivalsa o di vendetta.

Ci viene in mente il finale di una commedia del grande Eduardo, Il sindaco del rione Sanità, poi splendidamente adattata al cinema da Mario Martone.

Tenevo ‘a rivoltella, ma ho pensato immediatamente ai figli miei. «Se sparo, la catena dei delitti continua e si allunga». Mi sono messo una mano sulla ferita, e me ne sono venuto in macchina, dove mi stavate aspettando voi. Il pericolo adesso sapete qual è? ‘O Cuozzo. Se ‘o Cuozzo parla, ‘e figlie mieie vanno ngalera.
Eduardo – Il sindaco del rione Sanità

Antonio Barracano, seppur ferito a morte, sceglie di celare la mano del suo carnefice. Per fermare lo spargimento di sangue. Per evitare faide, appunto.

Certo, sembrerà blasfemo anche paragonare un camorrista, seppure d’onore, ad un iniziato.

Ma questo ripropone la domanda in modo inquietante.

Può un iniziato avere meno senso dell’Onore, della Temperanza, dell’equilibrio, rispetto ad un malavitoso, sebbene di fantasia e sebbene nell’opera eduardiana questo acquista risvolti simbolici?

O, piuttosto, deve assumere comportamenti che dalla profanità lo distinguano, che lo possano sollevare oltre le oscillazioni del pendolo?

È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande ingegno. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te. Questa è la forte fortezza di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Completo è quello che ho detto dell’operazione del Sole.
Ermete Trismegisto – Tavola smeraldina

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.

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