Leoni da tastiera
Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa
Dante – Divina Commedia – Inferno III, 51
C’è chi sceglie un nome iniziatico per tenere a bada il proprio Ego. E chi, invece, sui social, sceglie un nome fittizio e spesso roboante per esaltare ed affermare il proprio IO, IO, IO e seminare rancore ed aggressività in ogni commento. Per dividere.
Eppure sono convinto che certi toni apodittici, che certi giudizi, che certe conclusioni tranchant, che certi impulsivi “cartellini rossi” digitali di espulsione non sarebbero così frequentemente sbandierati fuori da questo spazio virtuale.
Se i nostri dialoghi invece che avvenire nell’untuoso occulto digitale, dietro la maschera di un device o della tastiera di un PC, si facessero da bocca ad orecchio.
In un feedback rispettoso. Un intervento alla volta. E poi, se la dinamica si dovesse accendere troppo, mollassimo per primi la presa. Come farebbe, almeno alla prima mossa, qualsiasi animale sano di mente, di fronte all’aggressione scomposta.
Se le nostre reazioni non fossero dettate dal ritmo tachicardico del nostro cuore in subbuglio o del nostro ego ferito. O dalla paura di perdere un’effimera e precaria identità.
Se riuscissimo a non immaginare solo un pollice alzato e un pollice verso.
Se uscissimo dal terreno sporco di bava e merda di questo Colosseo senza un’ombra di “dubbio”, dove tutto e “o sì o no” e un gladiatore deve vincere per forza e l’altro soccombere. A meno che non sia graziato dalla falsa pietà di una community annoiata.
Se ci svegliassimo di colpo da questo incubo terminale.
Se invece di scomunicarci l’un l’altro, semplicemente ci ignorassimo con un sorriso di educazione. E ci guardassimo distrattamente come quando si incontra lungo il corso un viso antipatico. Senza fare la faccia truce…
Loggia e Gran Loggia
Se ami te stesso, diventerai un egoista, se ami te stesso diventerai narcisista. Non è vero: un uomo che ama se stesso scopre che in lui non esiste alcun ego. L’ego prende forma amando gli altri senza amare se stessi, nel tentativo di amare gli altri.
Osho
La Massoneria, incarnata nell’immagine della Loggia, la cellula primaria, vista nel suo nucleo di autocoscienza esoterica, è paragonabile al Sé umano e, nel suo aspetto “esteriore” interpersonale/relazionale, all’Io superiore. La Gran Loggia all’ego.
Così come la Loggia (il Sé) può esistere senza la Gran Loggia (l’ego), la Gran Loggia non può esistere senza la Loggia.
In un certo senso la Gran Loggia è una superfetazione della Loggia.
Dobbiamo disfarci di tutta la zavorra che nutre e appesantisce il nostro ego-mongolfiera. Poi alimentare un fuoco d’amore al centro del cuore, il bruciatore che scalda l’aria mediana, per far ascendere l’io verso il Sé.
L’essenza del problema potrebbe essere colta per analogia anche all’interno dell’interazione dialettica esoterico/exoterico, dove il “più” contiene sempre il “meno”.
Se, ad esempio, un cattolico fa parte della Massoneria rinnega la Chiesa. Se un massone sente di seguire la Chiesa non necessariamente rinnega la Massoneria.
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.