Tra spinte anti-iniziatiche e veri Massoni
In questi ultimi anni, anche nelle obbedienze storiche, si assiste sempre di più alla frizione tra due spinte contrapposte, due modi di vivere la Massoneria.
Si tratta di dinamiche che possiamo osservare a due livelli diversi; quello della Comunione e quella del singolo appartenente.
Nell’ambito macro una prima distinzione, anche se può diventare fuorviante, è quella tra Massoneria regolare e non regolare.
La Massoneria moderna ha come data di nascita il 24 giugno 1717, che corrisponde al giorno di fondazione della Gran Loggia di Londra. Da allora gli inglesi danno alle varie gran logge nazionali la “patente di regolarità”, in base a quella che dovrebbe essere l’effettiva osservanza delle Costituzioni di Anderson, degli Antichi Doveri, dei Landmark.
L’attuale UGLE, United Grand Lodge of England, evoluzione della Loggia londinese originaria, concede il riconoscimento ad una sola Gran Loggia per nazione.
La Gran Loggia Regolare d’Italia, nata nel 1993 dalla scissione generata dall’allora gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Giuliano Di Bernardo, è l’unica ad essere in questa condizione.
Secondo questa interpretazione, dunque, viene escluso lo stesso GOI, che invece era in reciprocità con gli inglesi fino al 1993.
Come sarebbero estromesse altre Obbedienze, antiche e prestigiose, la cui rigorosità rituale non può essere messa in dubbio.
Proprio in virtù di questo ragionamento qualcun altro preferisce parlare di Massoneria ufficiale e spuria, laddove per ufficiale si intendono anche e soprattutto quelle comunioni che hanno dei rapporti con altre gran logge estere.
Facendo sempre l’esempio del GOI, vi è il riconoscimento reciproco con circa 200 Obbedienze straniere, come possiamo leggere sullo stesso sito istituzionale.
Per quanto attiene a questo sistema, c’è da mettere in evidenza un’ulteriore distorsione.
Alcune gran logge estere intrattengono legami anche più di un’obbedienza per nazione, venendo meno alla regola dell’unicità.
Paradossalmente, un Fratello senegalese, o peruviano, o turco, tra gli altri, se viene in Italia può scegliere, ad esempio, se riunirsi con una Loggia del GOI o della GLRI, o fare entrambe le cose.
Di contro, un Fratello della GLRI non può lavorare con una Loggia degli ALAM o di qualsiasi altra Obbedienza italiana.
Evviva l’universalità!
In generale, oltre le Comunioni storiche, la nascita di nuovi soggetti è molto frequente.
Fuoriuscite di scontenti da gruppi più grandi, ma anche personaggi senza scrupoli che ne fanno una fonte di guadagno.
Ma non è raro il caso di vere e proprie associazioni a delinquere che si autoproclamano massoneria.
In un momento in cui tutti pensano di poter fare tutto, è possibile anche improvvisarsi gran maestro.
I rituali dei tre gradi si scaricano da Internet senza problemi, come proliferano anche shop online dove è possibile acquistare grembiuli, collari, arredi.
Massoneria fai da te.
Cosa dovrebbe fare veramente la differenza?
La continuità della catena iniziatica, il rigore della ritualità, sicuramente.
Per quanto riguarda la continuità, bisogna ricordare che la Massoneria è un ordine iniziatico. Dovrebbe essere superflua, come precisazione, ma spesso rischia di non esserlo.
L’iniziazione si riceve da chi non solo lo è stato già a sua volta, ma soprattutto da chi è stato investito del potere di iniziare, trasmesso a chi ricopre la carica di Maestro Venerabile e conservato anche dopo che il mandato è finito.
Non posso iniziarmi da solo. Non posso iniziare se non me ne è stato conferito il potere.
L’altra discriminante è il rigore rituale.
I Lavori sono sempre ed esclusivamente rituali. Il resto è burocrazia.
Nell’apertura il Tempio viene squadrato, definito, sacralizzato; si ricrea quell’armonia con il Tutto che predispone all’elevazione spirituale.
Come si fa a saltare questa parte?
Ogni passo, ogni parola, ogni simbolo: tutto ha una funzione, nulla è casuale.
Se non si è pienamente e assolutamente consapevoli della ritualità si partecipa ad una pagliacciata.
Non si fa Massoneria!
Le Obbedienze che non nascono per edificare templi alla virtù, per scavare oscure e profonde prigioni al vizio, per lavorare per il bene e il progresso dell’Umanità non sono Massoneria!
Se gli scopi sono profani e in contrasto con queste finalità, allora quella presunta istituzione è anti-iniziatica.
Ma contro-iniziati possono essere anche i singoli, non solo le aggregazioni, e possono esserlo anche in un contesto iniziaticamente sano.
Quantunque la distinzione tra l’iniziazione effettiva e l’iniziazione virtuale possa già essere sufficientemente capita con l’aiuto delle considerazioni che precedono, essa è così importante da indurci a cercare di precisarla ulteriormente; e, a tal riguardo, faremo subito rilevare che, fra le condizioni dell’iniziazione da noi enunciate all’inizio, il ricollegamento a un’organizzazione tradizionale regolare (presupponendo ovviamente la qualificazione) è sufficiente per l’iniziazione virtuale, mentre il lavoro interiore che viene in seguito riguarda propriamente l’iniziazione effettiva, la quale è ‑ diremmo ‑, a tutti i suoi gradi, lo sviluppo «in atto» delle possibilità a cui dà accesso l‘iniziazione virtuale.
René Guénon – Considerazioni sull’Iniziazione
Guénon è chiarissimo. Si può ricevere l’iniziazione in un’organizzazione tradizionale regolare senza che questa si concretizzi.
E si tratta di un’iniziazione virtuale.
Diventa effettiva solo se si svolge quel lavoro interiore che ne sviluppa le possibilità.
La seconda non segue necessariamente la prima.
Il tutto potrebbe venir riassunto con queste poche parole: entrare nella via è l’iniziazione virtuale; seguire la via è l’iniziazione effettiva.
René Guénon – Considerazioni sull’Iniziazione
Quindi, non tutti coloro che ricevono l’iniziazione diventano automaticamente iniziati.
In un altro articolo abbiamo parlato diffusamente di pseudo-iniziazione e contro-iniziazione.
Come dicevamo, sono diffusi entrambi gli atteggiamenti.
Si è pseudo iniziati quando sostanzialmente l’iniziazione resta virtuale.
Quando non si lavora su se stessi, non si abbandonano gli atteggiamenti propri della profanità.
Quando la pietra resta grezza.
Chi è pseudo-iniziato, però, non fa danni, se non a se stesso, sprecando l’immensa possibilità che gli è stata concessa.
Non possiamo che riproporre questa citazione di Steiner, già ripresa in un precedente articolo in cui abbiamo parlato di Massoneria e Potere.
La conoscenza e il potere che vengono conferiti all’uomo per mezzo dell’iniziazione, potrebbero, senza di essa, essere da lui acquistati soltanto in un lontanissimo avvenire – dopo molte incarnazioni – per tutt’altra via, ed anche in forma affatto diversa.
Rudolf Steiner
Allo stesso articolo rimandiamo anche per il discorso circa il Potere, che non ci interessa approfondire in questo scritto.
La pseudo-iniziazione può essere individuata molto facilmente, da alcuni atteggiamenti, come la concessione alle invidie, alla vanità, all’arroganza.
L’iniziazione virtuale è ‘uccisa‘ da ignoranza, fanatismo e ambizione.
Quando questi comportamenti, invece, nuocciono all’Istituzione o ad altri fratelli, dalla pseudo-iniziazione si passa alla contro-iniziazione.
A scopo meramente esemplificativo, possiamo individuare due categorie funzionali al nostro discorso, il grembiulista e l’Iniziato.
La grembiulite, per inciso, è una grave degenerazione della magliettite, morbo che affligge parecchi falsi massoni.
Dall’attaccamento morboso al Maglietto, simbolo della conduzione dell’Officina, impugnato sia dal Venerabile che dal I e II Sorvegliante, si passa alla ricerca ossessiva di grembiuli che possono apparire prestigiosi, inseguiti anche ricorrendo ad atteggiamenti infantili, arroganti, ricattatori, non disdegnando il ricorso a vere e proprie minacce.
Si tratta, molto spesso, di soggetti che nella vita profana hanno realizzato ben poco, che nell’Istituzione danno pieno sfogo alle loro frustrazioni, animati da sentimenti di rivalsa, se non di vendetta.
Purtroppo, in questi loro difetti profani sono spesso incentivati dagli Iniziati veri, che quanto più sono lontani dalla materialità, più intendono e ricoprono le cariche per un alto senso di servizio; non si sottraggono dalle stesse, non temendone le responsabilità, ma si rifiutano di accapigliarsi con i grembiulisti per ottenerle, di scendere al loro livello.
L’Iniziato sa che quello che pesa è l’Intuizione espressa dalle parole, non l’ordine in cui si parla o il colore del grembiule che si indossa; ha fatto tesoro, quando era Apprendista, dell’immenso dono del Silenzio, che viola solo quando pensa di avere da dire qualcosa che possa essere utile alla sua officina.
Il grembiulista, invece, indossa il “grembiulino bello” quasi convinto che possa consentirgli di diventare un Super Saiyan a cui tutto è concesso e tutto deve essere perdonato, anche il ripetuto mettere sotto i piedi una ritualità mai compresa; proprio per il fatto di avere delle cariche che gli danno visibilità, spesso passa dall’essere pseudo-iniziato allo status di contro-iniziato.
Se sbaglio i passi di ingresso rituale nel tempio sono pseudo-iniziato.
Vuol dire che non ho consapevolezza di quanto sto facendo. Sto ripetendo in modo acefalo gestualità che non ho mai capito.
Per me una Tornata non è differente da una festa in maschera.
Se questi passi errati sono presi a modello da altri Fratelli o, peggio, pretendo di insegnarli, allora sto facendo qualcosa di anti-iniziatico.
Tirando le conclusioni, abbiamo visto, come da premessa, che le spinte contro-iniziatiche possono essere rilevate sia a livello aggregato che individuale.
Ovviamente sono due aspetti fortemente connessi.
Un’obbedienza anti-iniziatica avrà un’alta probabilità di creare grembiulisti piuttosto che iniziati.
Di contro, un numero sempre crescente di contro-iniziati in un’Obbedienza tradizionale regolare, comporta il rischio che la sua natura muti.
Se questa non riesce a sviluppare anticorpi alla magliettite e alla grembiulite, allora ne viene corrotta nell’Essenza.
Diventa essa stessa anti-iniziatica.
Come in alto, così in basso.
Ma anche, come in basso, così in alto.
Autore Pietro Riccio
Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.