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Massoneria e potere

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Massoneria


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Tra luoghi comuni, falsi massoni e veri iniziati

In un precedente articolo ho parlato del potere.

Mi è tornato in mente in una conversazione telefonica con l’autore di ExPartibus che si firma con lo pseudonimo di Hermes.

Persona di profonda cultura, in diversi campi della conoscenza, compreso quello esoterico.

Per riprendere il discorso, sono andato a rileggerlo, accorgendomi che l’analisi era quasi prevalentemente sociologica, solo sul finale aprivo la riflessione ad un ambito più filosofico e spirituale.

Siamo, o almeno dovremmo essere, in continua evoluzione. Di conseguenza, qualsiasi scritto, articolo, saggio, romanzo o tavola, è già superato dal momento in cui viene messo l’ultimo punto.

A quell’articolo aggiungerei diverse cose, molte delle quali non rientrano nelle riflessioni che vogliamo portare avanti.

Un solo aspetto mi sembra il caso di menzionare, il carattere anonimo del potere inteso secondo la concezione profana.

Chi ha potere non ha bisogno di mostrarlo.

Essere potente è come essere una signora. Se hai bisogno di dirlo, non lo sei.
Margaret Thatcher

Ma soprattutto il potere non ha interesse a mostrarsi, men che meno nelle forme più becere.

Il vero potere non ha bisogno di tracotanza, barba lunga, vocione che abbaia. Il vero potere ti strozza con nastri di seta, garbo, intelligenza.
Oriana Fallaci

I volti ‘pubblici’ del potere sono soggetti ad usura, sono spesso invisi dalle masse, per questo devono poter essere intercambiabili.

La prima arte che devono imparare quelli che aspirano al potere è di essere capaci di sopportare l’odio.
Lucio Anneo Seneca

Se un leader visibile diventa troppo odiato può essere cambiato.

Possiamo parafrasare il vecchio adagio, morto un burattino, se ne fa un altro.

Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Ritornando alla traccia iniziale, il passo successivo da prendere in considerazione è indubbiamente quello iniziatico.

Con Hermes stavamo discutendo proprio di questo, spostando il discorso sul modo di intendere il potere da parte di un iniziato.

In che modo la percezione dello stesso è influenzata dall’aver intrapreso un percorso di elevazione spirituale?

Come viene modificata la ricerca del “potere” o, almeno, come dovrebbe esserlo?

In effetti cosa avviene durante l’iniziazione?

Le fasi dell’iniziazione riproducono quelle del processo cosmogonico; una tale analogia, basantesi direttamente su quella del ‘microcosmo’ e del ‘macrocosmo’, permette meglio di ogni altra considerazione di chiarire la questione. Infatti si può dire che le attitudini o possibilità incluse nella natura individuale non sono in un primo momento in se stesse che una materia prima, vale a dire una pura potenzialità, in cui non v’è niente di sviluppato o di differenziato; è quindi lo stato caotico e tenebroso, che il simbolismo iniziatico fa corrispondere precisamente al mondo profano, e nel quale si trova l’essere non ancora pervenuto alla ‘seconda nascita’. Perché questo Caos possa cominciare a prendere forma ed a organizzarsi, è necessario che gli sia comunicata una vibrazione iniziale dalle potenze spirituali che la Genesi ebraica designa come gli Elohim; questa vibrazione è il Fiat Lux che illumina il Caos, e che è il punto di partenza necessario per tutti gli sviluppi ulteriori.
René Guénon

Viene, dunque, trasmessa una vibrazione, che eleva la propria frequenza spirituale, per cui si apre al recipiendario tutta una serie di possibilità, ma anche una nuova concezione di potere.

La conoscenza e il potere che vengono conferiti all’uomo per mezzo dell’iniziazione, potrebbero, senza di essa, essere da lui acquistati soltanto in un lontanissimo avvenire – dopo molte incarnazioni – per tutt’altra via, ed anche in forma affatto diversa.
Rudolf Steiner

Nei rituali di iniziazione libero muratoria, un primo indizio ci viene dall’esplicitazione del concetto di libertà.

Per noi, la Libertà è il potere di compiere o di non compiere certi atti, secondo la determinazione della nostra volontà. È il diritto di fare tutto ciò che non è contrario alla legge morale ed alla libertà altrui.

Piccola digressione, in barba a tutti i luoghi comuni sulla Massoneria, a tutte le fantasie più o meno sconce su quanto avverrebbe durante i Lavori di Officina, su Internet, con una banale ricerca su un motore di ricerca, possiamo trovare i rituali dei tre gradi, come quelli dei riti.

Potrebbe essere un modo per conoscere meglio un’Istituzione spesso mistificata. Anche se la simbologia non è semplice da compenetrare completamente. A volte servono anni di percorso, e forse non si riesce mai completamente ad intuirla fin in fondo.

Ricerca e lettura che sconsigliamo a chi si aspetta di trovare la pratica di orge e di sacrifici umani: resterebbe profondamente deluso!

Tornando al nostro discorso, anche nell’articolo precedente, tracciavo un parallelo tra libertà e potere.

La libertà, certo intesa in senso iniziatico, è un ingrediente fondamentale per giungere al potere.

La stessa frase citata dal rituale di primo grado crea questa associazione.

La Libertà è il potere di compiere o di non compiere certi atti.

Atti che non siano contrari alla libertà altrui.

Potere, libertà, volontà. Ritornano.

Nella sfera divina volere è potere; nella sfera umana volere è poco, bisogna potere.
Henri Frédéric Amiel

Un altro binomio è quello costituito da conoscenza e potere.

A che tipo di conoscenza ambisce l’iniziato?

Entriamo nel terzo ambito della nostra suddivisione iniziale, nel campo delle verità dello spirito, ovvero le esistenziali, che hanno una valenza ontologica, con inevitabili risvolti metafisici.
La facoltà attraverso la quale lo spirito giunge alla conoscenza è l’intuizione, per cui possiamo anche indicarne le conquiste come intuitive.
Pietro Riccio – L’infinita metafisica corrispondenza degli opposti

Un potere, dunque, completamente diverso da quello profano.

Nella chiacchierata con Hermes siamo giunti ad una conclusione ampiamente condivisa, quella secondo la quale il massone che insegue il potere secondo il senso profano del termine, cercando la gestione, o il grembiule prestigioso, non solo ha sbagliato percorso, ma danneggia l’Istituzione; la allontana dalla sua strada tradizionale.

Il potere, secondo un Massone, è quello che innanzitutto si esercita su se stessi, nel costante lavoro di miglioramento personale, di elevazione spirituale.

Poi, questa elevazione deve essere portata all’esterno, aspetto spesso trascurato.

Durante l’apertura dei lavori il Maestro Venerabile chiede al Primo Sorvegliante:

Fratello Primo Sorvegliante, a che scopo ci riuniamo?

La risposta è di quelle che da sole basterebbero a dare il senso del percorso Massonico:

Per edificare Templi alla Virtù, scavare oscure e profonde prigioni al vizio e lavorare al Bene e al Progresso dell’Umanità.

Potere come capacità di lavorare per perseguire la virtù e sgrossare se stessi dai propri vizi e difetti.

Potere come capacità di incidere all’esterno, modificando e migliorando quello che ci circonda.

Secondo aspetto, come dicevamo, spesso dimenticato. Troppe volte il massone si arrocca nei Templi come in una torre d’avorio, in quelli che alla fine si riducono a meri esercizi di masturbazione mentale.

Potere è aiutare chi sta peggio, chi sta male o soffre.

Potere è anche più semplicemente mettere in contatto due amici perché si aiutino a vicenda a realizzare i propri sogni.

Potere è anche solo riuscire a sorridere quando tutto attorno sembra buio, perché si ha equilibrio e il controllo di se stessi.

Il potere che l’iniziato cerca non è quello profano.

Non è quello terreno.

Questo è il bene finale di quelli che posseggono la Gnosi: divenir Dio.
Ermete Trismegisto

Autore Pietro Riccio

Pietro Riccio, esperto e docente di comunicazione, marketing ed informatica, giornalista pubblicista, scrittore. Direttore Responsabile del quotidiano online Ex Partibus, ha pubblicato l'opera di narrativa "Eternità diverse", editore Vittorio Pironti, e il saggio "L'infinita metafisica corrispondenza degli opposti", Prospero editore.