Ho prestato un solenne giuramento al quale mi sento indissolubilmente legata, votandomi a tutti voi, Fratelli e Sorelle carissimi, nel senso più lato e più profondo, cosciente del percorso che ho intrapreso, del mio dovere e delle mie responsabilità.
A voi ho domandato aiuto e sostegno in tutti questi anni e ancora sono qui a chiedervelo, qualora ce ne fosse bisogno, con la consapevolezza che troverei sempre un numero congruo di persone pronte a tendermi una mano.
I miei concetti sull’essenza della Massoneria si ispirano ai più puri principi che hanno retto per secoli il Nostro istituto, deducendone che il fine è quello del perfezionamento umano, per cui è indispensabile che il Massone pratichi la Vera Morale, agisca rettamente con la parola, con le opere, soprattutto con l’esempio, in maniera che personifichi l’onestà che è sempre feconda di opere buone.
Ma, per essere un uomo onesto, non basta più ad alcuno l’esercizio delle elette virtù, se egli chiude il cuore al grido dei dolori umani, se non si adopera per il trionfo della giustizia e della liberà individuale e collettiva.
Ahimè, in quante parti del mondo, oggi, la giustizia, la libertà individuale e quella collettiva sono state soppresse, anche con la violenza.
Individuo e collettività costituiscono l’eterno dilemma che ha sempre agitato i pensatori in tutti i tempi e che, peraltro, non è mai stato risolto.
Per arrivare alla soluzione, bisognerebbe che l’uomo sapesse rinunciare ad una parte della sua personalità, facendo proprie le necessità generali, evitando di imporre una propria supremazia, in modo da poter efficacemente aiutare quel lento processo evolutivo che consenta all’Umanità il raggiungimento di gradi più elevati ed il più approssimati possibile alla perfezione.
Ecco, dunque, qual è il lavoro che ogni Massone deve esplicare: migliorare e perfezionare se stesso sino al punto in cui avrà compreso che, a mezzo suo, può essere alleviata l’Umanità ed allora mettere al servizio della collettività le proprie virtù, la rinuncia ad una parte della personalità, ricordandosi che l’Io è solo in funzione della pluralità.
Molti Fratelli mi hanno spesso domandato quali siano i programmi dell’Istituzione. Mi spiace, ma devo dichiarare che questi Fratelli non sono stati abbastanza sbozzati e non sono di certo ancora maturi per prendere posto alla “Colonna della Pietra Cubica Squadrata”.
A questi che, tra l’altro, spesso si lamentano dell’immobilismo della organizzazione va risposto in modo preciso e chiaro!
Chi parla di immobilismo non ancora ha sentito, nel proprio intimo, il terremoto della trasformazione che ogni iniziato dovrebbe avvertire; chi parla di programma ha sbagliato porta. Deve bussare a quella di un partito politico o di un’associazione qualsiasi.
Abbiamo un fine solo: migliorare l’Umanità a mezzo di se stessi. Ma questa deve essere una missione alla quale dedicarsi completamente; il fine lo si può raggiungere in tante, diverse maniere, senza un delimitato programma, ispirandosi ai nostri principi, tenendo presente e non dimenticando mai che noi massoni dovremmo essere il “Bene organizzato”, contro l’innata organizzazione del Male.
Le Logge servono proprio a questo: educare gli uomini a pensare ed agire secondo i nostri Principi, insegnar loro a spogliarsi da egoismi e vanità delle quali quasi sempre sono schiavi, istruirli che il prossimo siamo noi stessi, abituati alla tolleranza.
Da questa scuola vengono fuori i missionari, propagandisti e diffusori della nostra Fede e dei nostri Principi.
Ognuno di noi deve sentirsi iniziatore di opere ed agire individualmente, ma in sincronia, per la grandezza della nostra Famiglia. È da questa educazione e da questo modo di operare che renderemo operante ed attive la Loggia, l’Oriente, la Famiglia Nazionale, la Massoneria mondiale.
Ma sino a quando saremo seduti in attesa che la Massoneria diventi forte e potente da sola, saremo degli stolti, dei perditempo.
Mi pare, con ciò, di aver indicato quale arduo Lavoro abbiano da fare le Officine, che, non per niente, hanno questa denominazione.
Esse servono a produrre e a costruire; in esse l’uomo deve elevarsi nello spirito, per essere forte e pronto a combattere per la Giustizia, la Libertà e la Verità, facendo rifulgere ogni sua Opera per Virtù e Carità.
Innalziamo il nostro pensiero reverente al G.A.D.U., perché illumini il nostro cammino. E che la strada si affolli di Uomini e Donne di buona volontà verso la comune meta: il Bene!
Autore Rosmunda Cristiano
Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.