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Massimiliano Gaudino: psicoterapia e anima

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Massimiliano Gaudino


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Intervista all’autore de ‘Il grillo narrante

Durante uno splendido pomeriggio di ottobre, fra il calore dell’estate che tarda a lasciare la città di Parthenope e il lento avanzare della dolcezza dell’autunno, ho avuto il piacere intellettuale ed emotivo di incontrare “un amico tra gli amici”, uno psicologo non ancora quarantenne che mi ha proposto di potermi parlare della sua prima opera letteraria: ‘Il grillo narrante‘, Albatros, uscito alla fine di gennaio.

Il dr. Gaudino è in primis uno psicoterapeuta cognitivo – comportamentale e terapeuta EMDR, dall’inglese Eye Movement Desensitization Reprocessing, che sta per Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari.

Dr. Gaudino, anzi Max, così come mi hai autorizzato tu a chiamarti, mi puoi spiegare in cosa consiste questa terapia EMDR?

L’EMDR è una terapia che utilizza la stimolazione bilaterale finalizzata a far elaborare i ricordi negativi e traumatici bloccati nel nostro cervello; in realtà sono già diversi anni che ho adottato questa metodologia terapeutica, in quanto riscontro notevoli benefici nelle persone che ho in cura. Pensa che a ogni primo colloquio con un nuovo paziente parlo sempre di alcuni episodi dei miei traumi e dell’utilizzo che ho fatto personalmente di tale metodologia terapeutica.

Ti faccio un esempio pratico: nell’estate 2015, mentre mi trovo in vacanza con alcuni amici, mi compaiono sulle mani delle macchioline biancastre; in breve tempo, al mio rientro, scopro di essere affetto da vitiligine, anche se in forma abbastanza lieve. Ovviamente, questa circostanza mi comporta un trauma, direi quasi un blocco, in quanto le persone e, soprattutto i pazienti nell’incontrarmi per la prima volta, impauriti o soltanto intimoriti, mi chiedono cosa siano quelle macchioline, se sono contagiose e via così.

Comincio a sentirmi a disagio e mi confronto con una collega che già applicava questa particolare metodologia. Attraverso la stimolazione bilaterale degli occhi, tipo seguire con lo sguardo i movimenti delle dita, è possibile sbloccare il ricordo negativo e scioccante, rendendolo più adattivo per te stesso e inizi così a vederlo in maniera distaccata. Quindi, ciò che è successo, non mi disturba più; ecco perché inizio il testo che ti ho sottoposto, proprio con il raccontare del mio trauma legato alla vitiligine.

Come mai hai scelto di diventare psicologo?

Vedi, il mio non è stato un percorso formativo semplice e lineare; da ragazzino ho frequentato scuole in cui, quello che adesso chiamano bullismo, si tagliava con il coltello e io, purtroppo, sono stato spesse volte vittima di questa violenza psicofisica. Poi la vita e gli eventi hanno seguito il proprio corso in base alle scelte che ho fatto e ho sposato la mia professione.

Come sei messo con la tua autostima?

Con la mia autostima combatto tutti i giorni; io sono una persona che fa le cose e non ci crede, un po’ come è successo con la redazione del mio libro. Inizialmente pensavo di averlo scritto per fare un regalo ai miei pazienti; poi mi sono reso conto che ciò che veniva fuori, attraverso il racconto di favole, poesie e riflessioni era un percorso, una sorta di diario o, meglio ancora, uno specchio.

Pensa che è come se fosse il racconto della mia esistenza, ma non si tratta di una biografia; in questo calderone di emozioni ho addirittura inserito delle poesie di quando avevo diciotto anni. Io dico sempre che ognuno di noi ha un canale e nel mio caso specifico la scrittura è stato il canale che mi ha salvato.

Quando ti sei reso conto che era diventato un libro?

In realtà me ne accorgo ogni volta che sto con qualcuno e ne parlo, come in questo momento con te. Ho scelto di chiamarlo ‘Il grillo narrante’ perché i miei pazienti, in particolare una signora, quando faceva degli interventi durante gli incontri di psicoterapia, nel percepire che stava emergendo la cosiddetta voce della coscienza, mi ripeteva soventemente: ‘ecco il grillo, ecco il grillo’. Da qui il titolo del testo che ho anche difeso, interfacciandomi con la prima casa editrice che mi aveva contattato e, nel propormene uno completamente diverso, ho risposto: ‘Cambio voi, ma non il titolo al libro’.

L’idea è proprio quella di risvegliare la voce della coscienza dentro ognuno di noi; può sembrare a primo acchito destinato ai bambini, ma in realtà non lo è, in quanto ci sono anche gli adulti dentro.

Max, tu hai voluto questa specifica dedica per il tuo libro: ‘A chi scava nella sabbia per trovare il mare’, perché proprio questa frase per inaugurare la tua opera prima?

È sempre difficile fare una dedica; all’inizio pensi a tremila persone a cui vorresti dedicarlo, poi però, nel mio caso specifico, ricordo che mi trovavo al mare e stavo riflettendo un po’ sul libro, quando, all’improvviso, forse un’intuizione, mentre scavavo con le mani nella sabbia, e nel rivedermi bambino ho pensato che la vera ricchezza è proprio il mare, il ritrovare la vita; per me il mare è vita.

Il libro, in realtà, parla anche di alcuni miei pazienti che mi hanno ispirato diversi racconti che ho poi lasciato migrare nelle pagine del testo, dove emerge soprattutto la parte razionale che chiede scusa alla parte emotiva, molto toccante.

Spesso, durante le mie interviste, pongo al mio interlocutore una domanda afferente alla sua parte oscura; premesso che personalmente credo che ognuno di noi ne abbia una che non necessariamente combacia con la parte malvagia, tutt’altro; per cui mi viene di chiederti se tu conosci o meglio riconosci la tua.

Io la identifico come un posto, o meglio una stanza in cui ogni tanto mi rifugio che è molto connessa al dolore. È una stanza in cui vado spesso perché ne ho bisogno ed è catartico per me, anche se ti confesso che si tratta di una parte di me che non riesco a gestire adeguatamente. Può sembrarti un po’ paradossale, esercitando la professione di psicoterapeuta, ma è così. Ci lavoro molto lì dentro, ma le mie paure, a volte, restano a farmi compagnia. Per me l’importante è ciò che resta delle relazioni, qualunque esse siano, amichevoli, intime, professionali.

E nella stanza oscura ho imparato a capire che sono molto esigente nei rapporti; ci vado spesso e cerco di ragionare e meditare sui miei errori, i miei strappi interiori, lottando per l’ottenimento di una trasformazione interiore e non resistere a un cambiamento già in atto.

È una possibilità che tutti dovremmo darci e probabilmente fa paura perché si ha timore del giudizio degli altri.

Max tu accenni spesso al dolore, alla sofferenza, facendone quasi un filo conduttore fra te e il libro, ma se il dolore fosse un’immagine quale sarebbe per te?

Sarebbe una ferita, sì, una ferita aperta che spesso sanguina, e nel mio caso specifico di notte, perché è il momento in cui mi riallineo ai miei pensieri più profondi e paradossalmente faccio pace con me stesso, pur essendo un uomo che ha paura di stare bene.

E la felicità? Cos’è per te la felicità?

La conoscenza; intesa come la relazione di conoscersi ed essere se stessi appieno, parlando anche del dolore e di ciò che si ha dentro; la felicità può essere anche un orgasmo.

Max dove presenterai prossimamente “Il grillo narrante”?

Dopo averlo presentato in Campania e in Lombardia, il prossimo 12 ottobre, alle 21:00, sarò nuovamente a Poggioreale – Napoli presso la trattoria ‘Da Alfredo’ e durante la cena ne parlerò agli astanti; curerà il reading l’attore Emanuele Guarino.

Hai una nuova opera nel cassetto?

In realtà sì e ci sto lavorando su da un po’; sarebbe il sequel de ‘Il grillo narrante’ che avrà come titolo ‘Non c’è mai fine’.

L’intervista termina; il calore del giorno ha ormai lasciato il testimone alla dolcezza del venticello autunnale e io e Max ci salutiamo come due amici di vecchia data.

Di un amico si dice che sia speciale; ma è sbagliato. Dovrebbe essere normale essere amici.
Massimiliano Gaudino – ‘Il grillo narrante’

Mai più soli ripetevo, mentre si aprivano le porte di un mondo nuovo.
Massimiliano Gaudino – ‘Il grillo narrante’

'Il grillo narrante' di Massimiliano Gaudino

Autore Antonio Masullo

Antonio Masullo, giornalista pubblicista, avvocato penalista ed esperto in telecomunicazioni, vive e lavora a Napoli. Autore di quattro romanzi, "Solo di passaggio", "Namastè", "Il diario di Alma" e "Shoah - La cintura del Male".