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Maschilismo animale?

Maschilismo animale?


Un viaggio nell’intelletto maschile e nei litigi di coppia

Ogni animale coltiva dentro a se stesso la propria immagine, almeno fino a quando non diventa domestico. In quel caso è libero, ed è veramente quel che è. La nostra immagine proviene dall’esterno, come un marchio, un tatuaggio non voluto, indelebile.

Fino a quando il maschio si sentirà in dovere di mostrare tutta la propria virilità e la donna chiamerà diritto, il proprio desiderio di imitarlo, impereranno le goffe e innaturali differenze.

L’animale non rivendica alcun modello. Il maschilista – animale sì!
Perché mai combattere per la parità, quando basterebbe l’unità di intenti?

Sarebbe sufficiente far scendere il maschio dal piedistallo delle proprie rivendicazioni di virilità, per far sì che possa incontrare in se stesso quella sua parte “impotente” ma più disponibile al dialogo.

Si può essere uomini senza assumere identità virili imposte dai miti televisivi.

Per quanto ad una donna possano piacere i muscoli, nulla è più attraente, per la maggior parte di loro, della bontà d’animo, dell’intelligenza e della capacità di saper condividere una giusta e onesta direzione.

La virilità non garantisce l’unità tra uomo e donna.

I muscoli sollevano pesi esteriori, la generosità d’animo risolleva le fragilità e le cadute interiori.

Non è tanto la differenziazione tra uomo e donna, fin troppo evidente per natura, bensì il come.

Come è uomo… un uomo? E come è donna… una donna?

Purtroppo, spesso, durante i litigi di coppia, certe differenze si assottigliano e ci si comporta in modo parificato nel linguaggio cosiddetto d’attacco.

Quali sono le quattro cose da evitare durante un litigio di coppia? Cosa fare per evitare di continuare a litigare? Per prima cosa vediamo cosa evitare.

Evitare i colpi bassi, i quali sono i punti vulnerabili del partner che non hanno nulla a che fare con la discussione in questione. Si sta litigando perché uno dei due vuole andare al mare e l’altro in montagna? Reagire, per esempio, dicendo: ‘Ma cosa vuoi sapere tu di che cosa sia meglio, che hai solo la terza media!?’ oppure: ‘Guadagno molto più io di te quindi spetta a me la decisione!‘ Sono colpi bassi che feriscono tantissimo poiché si insinuano in modo umiliante e doloroso nella mente del partner.

Evitare di rispondere con: ‘Tu sei come tua madre! Tu sei come tuo padre!’Tutto ciò crea ampliamento del conflitto facendo scontrare anche le famiglie.

Evitare le generalizzazioni come ‘Sempre – Mai!’ ‘Fai sempre così! Non mi ascolti mai!’ Sono generalizzazioni che mettono il partner nella condizione di non poter rimanere sulla questione che si sta trattando. Con la sua mente cercherà di ricordare tutte le volte che si è, o non si è comportato in un certo modo e la discussione scivolerà su tutto tranne che sulla questione che si sta affrontando, con una serie infinita di batti e ribatti. A tal proposito viene ricordato il famoso Rasoio di Occam.

Evitare l’assalto contemporaneo! Il pugile che si sente attaccato forsennatamente, prima si difende, poi aspetta il momento buono per contrattaccare, perciò: prima ascoltare in silenzio e solo quando l’altro si è sfogato, rispondere.

 

Evitare le parolacce! Essere offensivi non crea una discussione simile ad un trattato di pace, bensì ad una dichiarazione di guerra.

Dopo aver visto che cosa evitare ci siamo concentrati su cosa fare e cioè, la cosa più difficile: ‘Invece di litigare, condannare e giudicare, cercare insieme pacificamente una soluzione!’

Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.

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