Sentenza della Corte suprema spagnola colpisce formazioni non riconosciute come il Polisario
La Corte suprema spagnola, il più alto organo giudiziario del Paese, ha posto il veto all’uso, occasionale o permanente, di bandiere “non ufficiali” o di qualsiasi espressione politica all’interno e all’esterno degli edifici pubblici.
Questa decisione del tribunale è stata rilanciata oggi dall’agenzia di stampa del Marocco, Map in quanto riguarda anche la formazione sahrawi del Fronte Polisario.
Secondo il testo, l’uso di bandiere, gagliardetti o simboli non ufficiali negli edifici e negli spazi pubblici non è “compatibile con l’attuale quadro costituzionale e giuridico” o con il “dovere di obiettività e neutralità delle amministrazioni spagnole”.
Occasionalmente o in modo permanente, la bandiera del Polisario non deve coesistere “con la bandiera della Spagna e le altre legalmente o legalmente stabilite”, sottolinea la sentenza della Corte Suprema che pone fine a una più anomala strano in un Paese democratico come la Spagna.
Questa battuta d’arresto per il Polisario in Spagna arriva pochi giorni dopo il trambusto avvenuto alla fine di maggio in occasione dell’Africa Day.
In questa occasione il Ministro spagnolo degli Affari esteri, l’Unione Europea e la cooperazione, Arancha González Laya, aveva pubblicato sull’account Twitter del suo dipartimento una mappa dell’Africa con le bandiere di tutti gli Stati membri Funzionari dell’Unione africana ad eccezione dello pseudo “rasd”. L
a Spagna, che ha spazzato per la prima volta lo scorso settembre prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite qualsiasi riferimento al “referendum di autodeterminazione”.
Autore Redazione Arabia Felix
Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.