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Marocco: Mohammed VI apre la legislatura con un discorso

Akhannouch e Mohammed VI


Il sovrano si è concentrato sul problema delle risorse idriche e gli investimenti

Venerdì 14 ottobre il re Mohammed VI ha presieduto l’apertura della prima sessione dell’anno legislativo in Marocco con un cerimoniale che non si svolgeva da due anni, segnato dai vincoli delle restrizioni sanitarie dovute alla pandemia.Accompagnato dal principe ereditario, Moulay El Hassan, il monarca è stato accolto all’interno dell’emiciclo dagli applausi dei deputati eletti.

Per alcuni di loro, i neoeletti in questa undicesima legislatura, è stata anche una grande prima volta. Ciò ha quindi reso ancora più speciale questo incontro annuale, un momento politico sempre atteso.

Al di là di questa celebrazione di “riunione con i rappresentanti della Nazione”, come ha sottolineato il Re, il discorso pronunciato in presenza è stato l’occasione per affrontare le grandi priorità nazionali. E, questa volta, il sovrano ha ritenuto opportuno sottolineare due temi importanti: il problema dell’acqua e la promozione degli investimenti.

In Marocco la questione della gestione delle risorse idriche è tanto più acuta in quanto il Paese sta attraversando il periodo di siccità più intenso che conosca da oltre tre decenni, ha affermato il re Mohammed VI ricordando le misure anticipate adottate dallo scorso febbraio, nell’ambito del Piano per contrastare gli effetti della siccità.

Lo stato attuale delle risorse idriche sfida tutti noi, governo, istituzioni e cittadini. Ci esige un dovere di verità e di responsabilità nella nostra azione per rimediare alle debolezze e alle mancanze che essa rivela. Il problema dell’acqua non deve essere usato come pretesto per l’onestà politica, né come argomento per alimentare le tensioni sociali.

Il re Mohammed VI ha così rimarcato come occorra accelerare il National Priority Water Program 2022-2027, i cui progetti sono distribuiti in tutto il Regno, indipendentemente dalle precipitazioni che segneranno i prossimi anni. In questa direzione ha anche fornito diverse linee guida, tra cui la necessità in tenere presente che il tema dell’acqua non è affare esclusivo di un’isolata politica settoriale, ma costituisce una preoccupazione comune a molti ambiti.

La seconda parte dell’intervento è stato incentrato sul tema degli investimenti, a cui il Sovrano attribuisce un particolare interesse.

Oggi scommettiamo sugli investimenti produttivi come leva essenziale per rilanciare l’economia nazionale ed ancorare il Marocco in settori promettenti.

Ha anche espresso il desiderio che la nuova Carta nazionale degli investimenti dia un impulso tangibile all’attrattiva del Marocco per gli investimenti privati, sia nazionali che esteri, il che suona come un invito ad adottare al più presto questo fondamentale testo legislativo, già molto avanzato in circuito parlamentare.

Il Re ha affrontato anche il ruolo della CRI, il clima imprenditoriale, come ha sottolineato l’obiettivo strategico perseguito, che consiste nell’assicurare che il settore privato occupi il posto che merita nel campo degli investimenti, quello di un efficace volano della economia nazionale.

Per raggiungere questo obiettivo, il monarca ha esortato il governo, in collaborazione con il settore privato e bancario, a tradurre i rispettivi impegni in un Patto nazionale per gli investimenti. Il sistema mira a mobilitare 550 miliardi di dirham di investimenti e creare 500.000 posti di lavoro, nel periodo 2022-2026, ha evidenziato il re Mohammed VI che ha infine invitato i deputati eletti a mostrarsi all’altezza della grande responsabilità che incombe su di loro, in particolare nell’attuale contesto nazionale e alla luce delle fluttuazioni della situazione internazionale.

Autore Redazione Arabia Felix

Arabia Felix raccoglie le notizie di rilievo e di carattere politico e istituzionale e di sicurezza provenienti dal mondo arabo e dal Medio Oriente in generale, partendo dal Marocco arrivando ai Paesi del Golfo, con particolare riferimento alla regione della penisola arabica, che una volta veniva chiamata dai romani Arabia Felix e che oggi, invece, è teatro di guerra. La fonte delle notizie sono i media locali in lingua araba per dire quello che i media italiani non dicono.

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