Oggi per Ignazio Marino è il giorno delle dimissioni: il primo cittadino di Roma passerà ufficialmente da sindaco in carica a sindaco dimissionario; si avvia in questo modo quel processo che lo porterà tra venti giorni ovvero il 2 novembre ,data più che mai evocativa, a decadere ufficialmente dalla sua carica. Il suo posto verrà preso da un commissario prefettizio che traghetterà la capitale verso nuove elezioni, che si svolgeranno nel maggio 2016.
Il cammino che ha portato alle dimissioni è stato non poco travagliato; Marino è stato coinvolto in una serie di accuse che hanno preso il via con il problema rifiuti a Roma, con i debiti ed il malfunzionamento dell’azienda dei trasporti, con lo scandalo di capodanno che coinvolse buona parte dei vigili romani per arrivare al culmine con lo scandalo di mafia capitale e con gli scontrini di cene private che Marino avrebbe pagato con soldi del Capidoglio facendole apparire come cene istituzionali. Con la presentazione delle dimissioni però Marino ha restituito l’importo delle finte cene istituzionali che ammontava all’incirca intorno ai 20 mila euro. Quando ci furono le elezioni a Roma molti sconsigliarono a Marino di imbarcarsi in questa impresa perchè si sarebbe trovato ad affrontare grandi problemi, avrebbe dovuto risanare debiti e lottare contro lobby che la giunta Alemanno aveva contribuito ad accrescere, ma Ignazio non diede peso a tutto ciò affermando << di voler almeno provarci, indipendentemente dal risultato>>. Senza l’appoggio del suo partito e con una fiducia risicata da parte della sua giunta, il sindaco della capitale è stato “costretto” a presentare queste dimissioni; un ruolo importante è sicuramente stato svolto dallo stesso PD e dal suo segretario, Matteo Renzi, che nei giorni successivi hanno fatto pressione ritenendo che la situazione non fosse più gestibile, Renzi infatti ha dichiarato << che si era rotto qualcosa nel rapporto con i romani>>.
Lo scenario che ora si apre è a dir poco complicato: Roma fa gola a tutti i partiti che, infatti, hanno già iniziato a lanciare nomi di possibili candidati: Salvini esclude se stesso dalla corsa ma propone Giorgia Meloni mentre Silvio Berlusconi dichiara che per gestire Roma, così come Milano, c’è bisogno di una figura che abbia << capicità imprenditoriali>>. Il PD invece parla di primarie perchè come ha detto Renzi << saranno i romani a scegliere il loro sindaco>>. Ma la prima cosa da fare sarà quella di nominare il commissario; nei giorni scorsi era saltato fuori il nome di Raffaele Cantone, che presiede l’autorità nazionale anti corruzione, il quale però ha subito preso le distanze da queste indiscrezioni. Altro possibile nome che invece non si è fatto indietro è Alfonso Sabella, ex assessore capitolino alla Legalità che ha detto: << da servitore dello Stato, quale sono, sono disponibile a ruoli tecnici che siano però possibili. Non a ruoli politici, lo ribadisco.. E poi non mi ha contattato ancora nessuno. Chiunque sarà il prossimo sindaco, se non si metterà in ordine la macchina amministrativa, non andrà da nessuna parte>>. La situazione è resa ancora più intricata dall’imminente inizio del Giubileo straordinario convocato da Papa Francesco. Anche se il Vaticano si dice tranquillo e fiducioso, la paura è quella di non essere in grado di attivare e di gestire l’intera macchina organizzativa che dovrà garantire tutti i servizi per un intero anno e per un numero spropositato di persone.
In questi venti giorni previsti dalla legge, ma poco probabili nella pratica, che precedono le dimissioni ufficiali ci potrebbero essere dei ripensamenti da parte di Marino, visto anche che convocherà più volte la sua giunta ed inoltre ci saranno molte riunioni che avranno l’obbiettivo di approvare tutta una serie di provvedimenti necessari prima di passare il testimone al commissario. Non sono mancati in questi giorni manifestazioni di sostegno in favore di Marino: flash mob sotto il Campidoglio, così come la petizione lanciata on line, ” il popolo di Ignazio”, che ha già raccolto 400 mila firme e che chiede all’ex sindaco di ritirare le sue dimissioni.
Autore Monica De Lucia
Monica De Lucia, giornalista pubblicista, laureata in Scienze filosofiche presso l'Università "Federico II" di Napoli.