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‘Marguerite’ al Teatro Sannazaro

Cristina Donadio


In scena dall’8 al 9 aprile a Napoli

Riceviamo e pubblichiamo.

Sabato 8 aprile, alle ore 21:00, e domenica 9 aprile, alle ore 18:00, al Teatro Sannazaro Cristina Donadio propone lo spettacolo ‘Marguerite’, con musiche di Marco Zurzolo eseguite da Marco de Tilla al contrabbasso, Antonio Ottaviano al pianoforte e dallo stesso Zurzolo al sax.

Un percorso frammentato – narrato per immagini – una serie di fotogrammi interiori – istantanee in bianco e nero dell’animo di una giovane donna. I cambi del punto di vista della narrazione sono continui, frequentissimi i salti temporali in avanti e all’indietro, un passaggio senza soluzione di continuità dal discorso diretto all’indiretto.

E il rumore del mare che fa da collante. E le canzoni, e la voce di Marguerite…
La storia di un amore funziona da mezzo di contrasto per evidenziare una storia familiare difficile e dolorosa fondata come è su un rapporto di odio-amore tra la giovane donna e sua madre, un rapporto esemplare per i suoi abissali risvolti emotivi. É la storia di un dolore, anche, della sofferenza di una perdita.

… E la musica accompagna, contrasta, precede o insegue le immagini, le parole ed i gesti. Per incontrarsi, solo nel finale, in una lenta, cinematografica dissolvenza.
L’idea della messa in scena risale al 1987, a pochi mesi dalla morte improvvisa e sconvolgente di Annibale Ruccello e Stefano Tosi, avvenuta tragicamente per un incidente stradale nel settembre del 1986.

Quel testo diventò ‘Frammenti di donna’, versione teatrale de ‘L’Amante’ di Marguerite Duras che io scelsi per la straordinaria capacità della scrittrice francese di attraversare, in prima persona e con intensa emotività, tutti gli stati d’animo che nascono dal dolore per la perdita di una persona cara. La mia ‘voce di dentro’ fu la musica composta ed eseguita al pianoforte da Pappi Corsicato, sette brani struggenti e minimalisti per ognuno dei sette frammenti di donna, e sette furono le immagini in un abbagliante bianco e nero che Fabio Donato creò per raccontare i sette sentimenti che venivano di volta in volta vissuti in scena quasi a formare un immaginario album fotografico della memoria…

Sono passati trentacinque anni da quei frammenti ed io continuo ad essere stupita e catturata da Marguerite e dalla sua scrittura, un enorme corpo narrativo dove i personaggi e le situazioni, gli eroi e le tragedie si muovono fuori da ogni schema in una galassia spazio-temporale dove il fulcro necessario è l’esistere e prima ancora, l’essere…
Marguerite non è altro che un atto d’amore…
Cristina Donadio

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