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‘Mare Mater’ al Real Bacino di Raddobbo

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In scena dal 28 giugno al 2 luglio

Riceviamo e pubblichiamo.

Dal 28 giugno al 2 luglio, ore 21:00, presso il Real Bacino di Raddobbo, Base Marina Militare Italiana Molosiglio, Via Acton, Napoli, si terrà la pièce Mare Mater o della esemplare storia della nave Caracciolo e del suo Capitano Giulia Civita Franceschi.

Uno spettacolo di Fabio Cocifoglia e Alfonso Postiglione, collaborazione alla drammaturgia Antonio Marfella, con Manuela Mandracchia, Graziano Piazza, Luca Iervolino, Niko Mucci, Giampiero Schiano e la partecipazione dei ragazzi della Banda Musicale Centro Ester di Barra – Canta Suona e Cammina, dell’Associazione Life_Scugnizzi a Vela e del Centro Anspi ‘San Francesco Caracciolo’ di Miano.

Consulenza scientifica Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio per la Fondazione Thetis – Museo del Mare di Napoli, ambiente sonoro e musiche Luca Toller, sound designer Hubert Westkemper, costumi Giuseppe Avallone
collaborazione artistica Enzo Musicò.

Si ringraziano: Marina Militare, The International Propeller Clubs Port of Naples, Lega Navale Italiana, Pio Monte della Misericordia, Enzo Coccia, Maria Rosaria De Medici, Claudio Romano.

Note

“sulla terra ferma hanno fatto naufragio,
sul mare hanno trovato riparo”

Giulia Civita Franceschi

Negli anni tra il 1913 e il 1928, Napoli fu al centro dell’interesse pedagogico internazionale per un esperimento educativo straordinario, che si realizzò sulla Nave-Asilo “Caracciolo”, una piro-corvetta in disuso, donata dalla Marina Militare.
A dirigere la “Caracciolo”, fu chiamata Giulia Civita Franceschi (1870-1957) che in 15 anni di attività raccolse nei vicoli di Napoli oltre 750 ragazzi, sottraendoli a una condizione di abbandono e delinquenza e indirizzandoli ai mestieri del mare. Il suo metodo – apprezzato da Maria Montessori – poneva al centro i valori della dignità legata al lavoro, della solidarietà e degli affetti.
La “Caracciolo” fu infatti una “comunità”, in cui ogni fanciullo, rispettato nei propri bisogni e valorizzato nelle proprie tendenze, veniva “aiutato individualmente a migliorarsi e a svilupparsi in modo armonico”.
Nel 1928, Giulia Civita Franceschi fu allontanata dal fascismo che, nel suo intento anti-democratico e totalitario, volle inserire questo istituto educativo nell’Opera Nazionale Balilla, interrompendone la peculiare funzione.

Nello specchio d’acqua del primo bacino di carenaggio costruito in Italia, riemergono una educatrice d’altri tempi, accompagnata da due dei suoi “figli adottivi”. Tornano a noi come naufraghi dispersi nel mare dell’oblio, a cercare le nostre orecchie e i nostri occhi perché quell’emblematico esperimento formativo ed umano, che prese corpo e corpi tra gli anni ’10 e ‘20 del secolo scorso, ritrovi un senso nell’oggi in cui siamo immersi, in una città che continua a non riuscire, per dirla con La Capria, a “esaurire la sua sorte”.

Una vicenda che ci restituisce l’impronta profonda dell’azione educativa, il senso di responsabilità che comporta esserne gli artefici, il dono della consapevolezza delle potenzialità di ognuno, scugnizzo o marinaretto che sia. Una pagina del passato che dovrebbe rafforzare l’identità comunitaria del presente, per farsi, direbbe Georg Simmel, “memoria morale dell’umanità”.

Il progetto teatrale si è avvalso della documentazione archivistica messa a disposizione del Museo del Mare di Napoli – nonché di varie pubblicazioni che vanno dal catalogo della mostra foto–documentaria Da scugnizzi a marinaretti, a cura di Antonio Mussari e Maria Antonietta Selvaggio, e del volume La nave come seconda nascita della stessa Maria Antonietta Selvaggio (Edizioni Scientifiche e Artistiche, 2014).

Info e biglietterie: Teatro Mercante – Villa Pignatelli  – h10/18, domenica 10/14

Acquista online: www.napoliteatrofestival.it  www.lenuvole.it  www.casadelcontemporaneo.it

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