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Per Luchino… HIP HIP Hurrà!

1961
Luchino Visconti Pier Paolo Pasolini


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… anche se amo Pier Paolo

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Lo so che sono deviata dalla mia appartenenza “estremamente” proletaria. E so che i due artisti non sono neanche lontanamente paragonabili per le scelte che hanno fatto in termini stilistici, forse anche per la composizione formale delle immagini dei loro film.

Luchino Visconti
Luchino Visconti

Ne trovo, però, tante similitudini, soprattutto nell’approccio passionale urgentissimo, che portò entrambi al limite del possibile il racconto, che definì per tutti e due un percorso che portava sempre ad un eccesso di rappresentazione del desiderio.

Io, però, sono troppo innamorata del secondo, che mi accompagna nella vita come farebbe un mentore/stalker e per il primo continuo a provare un’ammirazione turbata dal fatto che nasce ricchissimo ed in ambiente coltissimo, nipote di un uomo che salva dalla rovina la Scala di Milano, figlio di una donna proprietaria di una casa farmaceutica tuttora sulla cresta (Erba), proprietario a soli 26 di una scuderia i cui cavalli arrivano a vincere il Gran Premio di Milano San Siro, amante di Coco Chanel e Helmut Berger.
Insomma uno che dovremmo guardare in tralice ed invece mi conquista.

Primo film di Visconti a Venezia nel 1948 è “La terra trema”, apprezzato e vincitore del premio intitolato ai “valori stilistici e corali”.

Pier Paolo Pasolini
Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo a Venezia ci è andato da vivo e da morto, da morto un’ultima apparizione nel 2011, come protagonista del film che racconta delle sue ultime ore, “Pasolini” di Abel Ferrara con Willem Dafoe http://www.panorama.it/cinema/pasolini-abel-ferrara-venezia/
e da vivo, ad esempio nel 1962, con un magnifico film “Mamma Roma” protagonista la Magnani.

Quell’anno, tra l’altro, vi furono in gara pure “Lolita” di Stanley Kubrick e “Il coltello nell’acqua” di Roman Polanski. E nel 1962 non c’era Luchino, ma suo nipote che si distinse tra i giovani di quell’anno e fece commentare ironicamente ad un cronista dell’epoca che bisognava adesso mettere in scena “Luchino e i suoi nipoti”.

Pasolini veniva “ben” accolto: prima gli attivisti di Ordine Nuovo gli si scagliano contro e, appena arrivato, riesce ad avere un’altra denuncia, come il nostro cronista racconta “sta diventando il benemerito della benemerita”.

Visconti col Festival aveva nel 1962 ancora un conto aperto. Nel 1954, infatti, un suo acclamatissimo film “Senso” era stato clamorosamente privato di qualunque premio nonostante critica e pubblico favorevolissimi.

“… la testimonianza di Piero Regnoli il quale affermò: «la D.C. mi inviava a Venezia per impedire la premiazione di Senso e per favorire quella di Giulietta e Romeo. Quando feci resistenza, mandarono di nascosto Scicluna Sorge il quale [operò] per intervenire presso gli altri membri della giuria che poi, a mia insaputa, furono in gran parte comprati. E difatti Senso non fu premiato».
La decisione della giuria veneziana scatenò altresì veementi critiche da parte dei commentatori di sinistra. Ugo Casiraghi parlò di «protesta più decisa e compatta che sia mai esplosa in tutti gli anni del Festival» per «una troppo grave ingiustizia»”
.

https://it.wikipedia.org/wiki/Senso_(film)

Tra l’altro “Senso” faceva sfoggio di un trailer italiano bello come pochi, di cui io amo in particolare la parte in cui si definisce Massimo Girotti attore di “vigorosa interpretazione, ardente di italianità”!

https://www.youtube.com/watch?v=XUAwmeSM6aw

Il primo Festival di Venezia di Pasolini fu quello di presentazione di “Accattone” del 1961 che, sebbene fuori concorso, non fu salutato dal plauso della critica, rifacendosi invece a Parigi dove ne dissero bene.

Nel 1962 Visconti non è tra i protagonisti di Venezia, mentre Pasolini porterà alla Mostra “Mamma Roma”.

Ironicamente un commentatore sottolineò che pur mancando il grande Luchino era presente un suo talentuoso nipote nella categoria delle giovani scoperte del Festival di Venezia e quindi si consigliava a Luchino di produrre “Luchino e i suoi nipoti”.
Il reporter faceva così riferimento all’altro film del regista “Rocco e i suoi fratelli”, presentato nel 1960 e premiato con il Leone d’argento, ancora una volta tra lo scandalo generale, poiché avrebbe meritato a giudizio di molti il primo premio.

Insomma le presenza tanto di Luchino quanto di Pier Paolo non passa inosservata tanto che lo stesso “Accattone” dopo Venezia verrà censurato in tutte le sale italiane e sarà vietato ai minori di 18 anni, mentre per difendere le opere di Visconti si assistette a vere e proprie sommosse popolari…

Per Pier Paolo le soddisfazioni arriveranno due anni dopo con il “Vangelo Secondo Matteo” presentato alla Mostra nel 1964 che ottiene un grande successo di pubblico e di critica ed il leone d’argento mentre nel 1968 con “Teorema” gli viene accordato il premio O.C.I.C. (Office Chatolique International du Cinéma).
Ma si sa Dio si porta sempre…

Visconti dovrà aspettare invece il 1966 per impossessarsi del Leone d’oro con il suo “Vaghe stelle dell’orsa”, Venezia comunque rimane un grande amore per il regista che la celebrerà pure nel suo “Morte a Venezia” del 1971.

Mentre l’ultima soddisfazione di Pier Paolo arriva per interposto lavoro, dal momento che nel 2015 “Salò o le 120 giornate di Sodoma” vince il premio per la miglior opera restaurata.

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Autore Barbara Napolitano

Barbara Napolitano, nata a Napoli nel dicembre del 1971, si avvicina fin da ragazza allo studio dell’antropologia per districare il suo complicato albero genealogico, che vede protagonisti, tra l’altro, un nonno filippino ed una bisnonna sudamericana. Completati gli studi universitari si occupa di Antropologia Visuale, pubblicando articoli e saggi nel merito, e lavorando sempre più spesso nell’ambito del filmato documentaristico. Come regista il suo lavoro più conosciuto è legato alle dirette televisive dedicate a opere teatrali e liriche. Come regista teatrale e autrice mette in scena ‘Le metamorfosi di Nanni’, con protagonisti Lello Arena e Giovanni Block. Per la narrativa pubblica ‘Zaro. Avventure di un visionauta’ (2003), ‘Il mercante di favole su misura’ (2007), ‘Allora sono cretina’ (2013), ‘Pazienti inGattiviti’ (2016) ‘Le metamorfosi di Nanni’ (2019). Il libro ‘Produzione televisiva’ (2014), invece, è dedicato al mondo della TV. Ha tenuto i blog ‘iltempoelafotografia’ ed ‘il niminchialista cinematografico’ dedicati alla multimedialità.