La verità è nascosta nell’ombra
Ieri sera, 22 ottobre, nella suggestiva cornice de Teatro Il pozzo e il pendolo, in piazza San Domenico Maggiore, 3, Napoli, abbiamo avuto il piacere di assistere al debutto di un’interessantissima pièce, Luce nera, un thriller vittoriano che andrà scena fino a domenica 25, organizzata a cura de Il teatro dell’Osso.
Luce nera è tratto da Gas Light di Patrick Hamilton. Drammaturgia e regia di Mirko Di Martino, con Titti Nuzzolese, Bruno Tramice, Antonio D’Avino Clara Bocchino, scene di Serenella Coscione e costumi di Annalisa Ciaramella.
Scelta decisamente coraggiosa quella di proporre un giallo a teatro, ma il risultato dell’esperimento è più che positivo.
Innanzitutto perfetta la location: siamo appunto nel cuore di Napoli, in un appartamento al primo piano di uno stabile d’epoca perfettamente arredato in pieno gusto del giallo.
Il lungo corridoio che conduce al palcoscenico, infatti, è allestito con mobili che rimandano in tutto alla letteratura gialla. Fantocci vestiti con impermeabili che ricordano investigatori e testimoni di fine Ottocento, abat-jour con l’effigie del profilo di Sherlock Holmes dal naso aquilino e la pipa in bocca. Ovunque libri dei più famosi scrittori del genere narrativo. Finti drappeggi alle pareti che in realtà richiamano la tenda del teatro e luce volutamente sommessa che ben si armonizza con il tutto. Insomma, già prima che lo spettacolo abbia inizio, mentre sorseggiamo dell’ottimo vino rosso e gustiamo dei tarallucci accomodati a dei tavolini che tanto ricordano quelli dei café chantant, siamo perfettamente proiettati nel periodo storico in cui si svolgerà l’azione.
Ci spostiamo nell’ala dedicata al teatro non appena l’immancabile telone rosso si apre.
La rappresentazione ha inizio.
Luce nera: già il titolo volutamente ossimorico, è esplicativo di tutta l’azione. Un continuo gioco di luci ed ombre, appunto, che mostrano quella che è, apparentemente, la verità e che si rivela, invece, essere menzogna. La luce della lampada a gas che si alza e abbassa senza che ci sia inizialmente una spiegazione razionale, mostrerà solo alla fine che niente è come sembra.
Gli strani rumori che provengono dalla soffitta, debitamente chiusa a chiave e inaccessibile, sembrano esistere solo nella mente di Paula, la protagonista.
Gregory, il marito, premuroso e attento che, dopo aver conosciuto la moglie in Francia, la convince a trasferirsi di nuovo a Londra. Nancy, la domestica pronta ad obbedire ad ogni comando, che, a sua insaputa, recita un ruolo chiave nell’intreccio. E infine, l’ispettore di polizia che farà luce sul mistero, risolvendo l’enigma perché la giustizia trionfi.
“La verità è nascosta nell’ombra”, basta solo cercarla.
“La vera medicina è la mente sana e serena” dirà proprio Paula, quasi all’inizio della storia, anticipando, in modo quasi profetico, l’epilogo.
Noir, enigmi, intrighi, segreti inenarrabili, inspiegabili sparizioni di oggetti che immancabilmente vengono ritrovati: gli ingredienti di un perfetto giallo ci sono tutti e sono magistralmente equilibrati. Nell’aria aleggia anche l’eco del soprannaturale e di presenze oscure, che se inizialmente possono disorientare lo spettatore, si spiegheranno perfettamente durante la narrazione, risolvendosi nella cattura del criminale dodici anni dopo aver commesso l’omicidio.
Ambientato nell’Inghilterra della regina Vittoria, in particolare a Londra, l’azione si snoda in perfetto equilibrio tra thriller psicologico e raffinato giallo, tra follia e sanità mentale, tra premure e abusi, regalandoci un finale di tutta sorpresa, come per ogni giallo che si rispetti.
Il ritmo dell’azione, i dialoghi, i silenzi, i toni, le movenze degli attori, la loro stessa presenza scenica sono eccellenti e perfettamente calibrati. Già dall’inizio apprezziamo le diverse interpretazioni artistiche estremamente comunicative, soprattutto nell’ottima mimica facciale. Da sottolineare, inoltre, lo sguardo fisso nel vuoto della padrona di casa che evoca dubbi e suggerisce risposte. Ognuno degli attori, secondo il proprio ruolo, rende perfettamente il testo. Nessuna sbavatura durante tutta la rappresentazione che dura circa un’oretta.
Gli applausi scrosciano sinceri e sentiti, ancor più quando sul palco, insieme agli attori, li raggiunge lo staff organizzativo de Il Teatro dell’Osso.
Le impressioni del pubblico sono tutte più che positive. Prima di lasciare la sala ci complimentiamo con il drammaturgo e regista Mirko Di Martino estendendo i complimenti ad attori e staff.
Ne approfittiamo per chiedergli qualcosa di più sulla scelta del titolo, sull’opera e sulle sensazioni ricevute dalla prima dato l’esperimento coraggioso.
“Il titolo, dice, rimanda all’importanza che la luce e l’ombra rivestono nello sviluppo della storia, una luce che però è nera come il colore del genere thriller. Il giallo a teatro è un percorso insolito per me e per Il Teatro dell’Osso, ma ho affrontato il lavoro con gli attori come per qualunque altro spettacolo, concentrandoci sui personaggi e sulle relazioni, con in più un occhio attento alla suspence che ci si aspetta da un thriller. In fondo, lo spettacolo racconta temi che sono cari al mio percorso di drammaturgo: l’identità, la memoria e il potere.
È stato straniante, però, a spettacolo concluso, sapere di aver raccontato questo tipo di storia a teatro attraverso la lente di un genere forte come il giallo, che ha un suo codice e delle esigenze da rispettare”.
Se dovessimo racchiudere l’opera in un solo commento riepilogativo di ogni aspetto sarebbe “strepitosa”.
Luce nera è un thriller che merita di essere visto perché condensa in sé le icone della letteratura gialla portandole a teatro in modo nuovo ed originale.
I prossimi appuntamenti di Luce nera sono per venerdì 23 e sabato 24 alle ore 21:00 e domenica 25 alle ore 18.00 sempre a Teatro il Pozzo e il Pendolo, piazza San Domenico Maggiore, 3, Napoli. Prezzo biglietto: intero € 16,00, ridotto € 12,00.
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.