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Lombardia, indagine su stoccaggio, traffico illecito rifiuti e incendi

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Commissione Antimafia Lombardia
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Forte: ‘Nostro lavoro stimolo a istituzioni affinché si adottino interventi concreti. Occorrono maggior coordinamento e cooperazione tra gli enti interessati’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.

In Lombardia il fenomeno degli incendi nei magazzini di stoccaggio e trattamento dei rifiuti, autorizzati e non, sta assumendo una dimensione significativa oggetto delle attenzioni della Commissione parlamentare d’inchiesta che, dall’estate del 2015 alla primavera del 2017, ha contato ben nove incendi fotocopia a impianti di trattamento dei rifiuti nella sola provincia di Milano, altri roghi del genere a Lainate, a Bruzzano, a Cinisello Balsamo, a Senago, a Novate Milanese, a Cornaredo, senza contare l’escalation di fuochi nelle provincie di Pavia e Brescia. Considerando l’intera regione il conto sale a 30.

È il dato di partenza dell’indagine conoscitiva ‘Stoccaggio e traffico di rifiuti in relazione all’aumento dei casi di incendio e con particolare attenzione alla presenza delle organizzazioni criminali nel ciclo dei rifiuti’, effettuata dalla Commissione speciale Antimafia, Anticorruzione, Trasparenza e Legalità del Consiglio regionale della Lombardia, presieduta da Monica Forte, M5S, la cui relazione conclusiva è stata discussa durante la seduta di questa mattina dall’Assemblea di Palazzo Pirelli.

Un documento corposo, di oltre 70 pagine, arrivato al termine di sei mesi di lavoro, che hanno visto un approfondimento del contesto normativo di riferimento e dello stato di attuazione del Protocollo d’intesa tra Regione e NOE; l’acquisizione di tutta la documentazione disponibile, atti adottati da Regione Lombardia, da ARPA Lombardia, dagli organi di vigilanza e controllo in materia ambientale, dalla Commissione parlamentare ecomafie, dalle altre Commissioni antimafia regionali, e successiva analisi; numerose audizioni – consultazioni delle parti interessate.

Ha spiegato la Presidente Forte:

Siamo partiti dalla consapevolezza che il territorio lombardo soffre di radicamenti mafiosi in ogni provincia e che esistono attività lecite infiltrate dalla criminalità organizzata. Abbiamo cercato di capire come le due cose si incrociassero, in relazione all’interesse forte di certi sodalizi malavitosi nei confronti della filiera della gestione dei rifiuti.

Ne è un esempio l’indagine ‘Venenum’ coordinata dalla DDA di Milano, che alla fine di febbraio 2019 ha condotto all’arresto di otto persone, e alla condanna di altre sette, con l’accusa di traffico organizzato di rifiuti.

Le indagini hanno avuto origine dall’incendio verificatosi il 14 ottobre 2018 nel capannone dell’azienda di stoccaggio rifiuti I.P.B. Srl di via Chiasserini a Milano e hanno smascherato un imponente traffico illecito di rifiuti diretti all’estero, con tonnellate di rifiuti indifferenziati stoccati illegalmente e provenienti dalle città di Napoli e Salerno, trasportati in Lombardia grazie a ditte di trasporto e autisti compiacenti.

Con il nostro lavoro, ha spiegato Forte:

Abbiamo fatto una ‘fotografia’ dettagliata della situazione, supportata da documenti e da un’ampia rassegna stampa, che conferma la necessità di affrontare questo tema e stimola le istituzioni affinché intervengano in maniera fattiva.

A partire da un coordinamento, una cooperazione e una condivisione di dati e di informazioni fra tutti gli enti e i soggetti diversamente interessati alla filiera della gestione dei rifiuti che possa essere incardinata proprio presso Regione Lombardia e una mappatura geolocalizzata degli impianti autorizzati e delle aree a rischio per la realizzazione della quale tutti si sono resi disponibili a partecipare ad un tavolo di lavoro coordinato dalla Commissione Antimafia.

Obiettivi condivisi dal Vicepresidente della Commissione Antimafia Alex Galizzi, Lega, che ha ricordato come il proficuo impegno profuso abbia permesso di

raccogliere dati e informazioni utili a trovare delle soluzioni per risolvere questi problemi in maniera concreta. Ringrazio quanti hanno partecipato ai lavori della Commissione, uno strumento necessario nella lotta contro un fenomeno che produce danni all’ambiente, alla salute dei cittadini e naturalmente pure alle aziende sane che si occupano di rifiuti.

I roghi di rifiuti, confermano che occorrono ancora più uomini e mezzi per pattugliare i territori lombardi e che serve ancora maggiore attenzione delle Prefetture e delle Procure, che peraltro da tempo stanno ben operando ottenendo buoni risultati nel contrasto delle attività illecite di smaltimento dei rifiuti.

Michele Usuelli di Più Europa, ha parlato di “buona politica”, facendo riferimento all’impegno trasversale della Commissione, evidenziando come

certamente ci sia un problema di malavita, ma anche un problema legato alla gestione ordinaria del ciclo dei rifiuti, perché gli impianti di stoccaggio e trattamento lavorano sempre, o quasi sempre, con quantità oltre il limite della loro capacità, rendendo più facile il verificarsi di incendi anche di natura non dolosa.

Fra le varie soluzioni possibili, da avanzare attraverso una proposta di legge, ha aggiunto il Consigliere radicale

ci può essere quella di creare un’anagrafe pubblica dei rifiuti urbani e speciali degli impianti di recupero e smaltimento della nostra regione.

Di soluzioni possibili, ha parlato anche il Consigliere PD Angelo Orsenigo:

All’interno della nostra Commissione abbiamo deciso di aspettare gli esiti della Commissione di inchiesta sul sistema di gestione dei rifiuti in Lombardia, presieduta dal Consigliere Niccolò Carretta del gruppo Lombardi Civici Europeisti, prima di ritenere concluso il nostro lavoro, ma con quanto approfondito, possiamo già oggi individuare alcune soluzioni pratiche.

Oltre al coordinamento già ricordato dalla Presidente Forte, ha proseguito l’esponente Dem

serve formazione all’interno degli enti pubblici e fra gli amministratori e i cittadini, perché più si conoscono questi fenomeni, meglio si riesce a debellarli. Inoltre, pensiamo possa essere utile aumentare gli importi delle fideiussioni da parte delle aziende che in maniera autorizzata svolgono l’attività di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti, perché in molti casi, oggi, queste sono risicate rispetto ai costi di eventuali bonifiche in caso di problemi.

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