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Lombardia, crisi Elcograf: verso proroga ammortizzatori sociali

Elcograf


Ventura: ‘In attesa del piano di riorganizzazione aziendale utilizzeremo il nuovo programma regionale GOL per supportare i lavoratori’

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Lombardia

Una prospettiva nuova per i lavoratori bergamaschi della Elcograf S.p.A, azienda del settore grafico e stampa in crisi da cinque anni.

L’obiettivo è utilizzare il nuovo programma regionale di ‘Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori’ per finanziare per un ulteriore anno gli ammortizzatori sociali che scadranno alla fine del 2023.

Ciò, ovviamente, in attesa del completamento del piano di riorganizzazione aziendale e dello sviluppo di un programma di formazione che, attraverso il coinvolgimento di tutte le parti sociali, possa riconvertire i lavoratori per indirizzarli verso settori in cui c’è carenza di mano d’opera.

Lo ha sottolineato Marcello Ventura, Fratelli d’Italia, Presidente della Commissione attività Produttive, al termine dell’audizione di questa mattina dell’impresa e delle sigle sindacali.

Marcello Ventura ha annunciato che, su richiesta della Consigliera regionale Paola Bocci, PD, una delle prossime sedute della Commissione sarà dedicata proprio al Programma GOL, Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori, uno strumento di sostegno del lavoro innovativo che non interviene quando c’è una crisi, ma attraverso un dialogo costante con le reti del territorio per anticipare le situazioni di difficoltà, rilanciare i comparti in crisi e individuare in settori produttivi in cui manca personale.

All’azienda e alle parti sociali Marcello Ventura ha indicato le possibilità di intervento:

Le politiche attive del lavoro, attraverso strumenti come GOL e supporto alle filiere produttive per sostenere nelle fasi di trasformazione, revamping e cambiamento sono le ‘armi’che Regione Lombardia può mettere in campo per dare risposte concrete alle crisi aziendali.

La situazione che sta attraversando l’azienda è stata spiegata da Marcello Vercelli De Quarti, Direttore generale di Elcograf, che ha espresso le sue preoccupazioni:

Finora abbiamo gestito la crisi in modo non traumatico, attraverso ammortizzatori sociali e prepensionamenti.

Stiamo lavorando a un programma di riorganizzazione che prevede innanzitutto una concentrazione della nostra capacità produttiva.

Però, abbiamo bisogno di strumenti di sostegno da parte delle istituzioni che ci diano tempo per completare il piano.

La Elcograf, azienda che conta di 1.000 dipendenti su tutto il territorio nazionale e un altro migliaio in Inghilterra, si trova in uno stato di crisi da cinque anni a causa di una costante riduzione dei volumi di lavoro.

Nel 2022 la flessione produttiva rispetto all’anno precedente è stata del 18,1% nella grafica commerciale, dell’8,4% nel settore dei libri e dell’8% nella grafica editoriale. L’export è diminuito del 12%, un dato significativo considerando che il 40% della produzione dell’azienda è destinata ai mercati esteri.

Il fatturato si è contratto del 5%, una perdita dovuta soprattutto all’aumento dei prezzi necessario per compensare la crescita dei costi delle materie prime e dell’energia.

Nel 2022 Elcograf ha pagato una ‘bolletta’ di 39 miliardi di euro, con un incremento di 18 miliardi di euro rispetto al 2021 coperto per meno della metà dai contributi statali.

A fine anno scadrà la cassa integrazione straordinaria per i 540 addetti dei tre stabilimenti bergamaschi: Bergamo, Madone e Treviglio. Nelle prossime settimane è prevista un’uscita di circa 250 lavoratori attraverso prepensionamenti.

Il sito produttivo di Madone è temporaneamente fermo, mentre la situazione più a rischio è quella dell’impianto di Treviglio, dotato di una tecnologia ormai superata, dove da 200 dipendentisi è passati a 150 attraverso piani di prepensionamento e l’obiettivo aziendale è arrivare a un centinaio entro fine anno con un dimezzamento della produzione.

L’altro impianto lombardo, quello di Pozzo d’Adda (MI) lavora al 40% della sua capacità produttiva con 50 lavoratori.

L’azienda ha altri due siti produttivi in Italia, uno in Trentino a Cles e uno in Piemonte a Borgaro Torinese in cui la produzione è già stata sospesa perché era destinata soprattutto ai mercati esteri.

Bruno Locatelli, UILCom Bergamo, Tobia Perini, SLC – CGIL, e Luca Legramanti, FISTEL – CISL, hanno chiesto a Regione Lombardia di intervenire presso il Governo per ottenere il superamento del quinquennio mobile e, dunque, la possibilità di poter accedere a ulteriori ammortizzatori sociali e il rifinanziamento dell’accesso al prepensionamento per gli anni 2024, 2025 e 2026.

Durante la seduta sono intervenuti i Consiglieri regionali: Ivan Rota, Lombardia Migliore – Letizia Moratti, ha indicato come sia necessaria

una visione nuova. Occorre superare la logica degli ammortizzatori sociali e pensare a una riconversione dei lavoratori dei settori in crisi per poterli orientare verso filiere produttive in cui c’è una carenza di personale.

In questo scenario Regione Lombardia dovrebbe promuovere e coordinare un percorso di formazione e riqualificazione degli addetti di comparti colpiti da crisi sistemiche;

Davide Casati (PD) ha puntato l’attenzione sui centri per l’impiego indicando la soluzione in un

piano di formazione straordinario che possa fare rete con il territorio, a partire dalle Province e dalle Città Metropolitane;

Paolo Romano, PD, ha proposto di utilizzare i fondi per lo sviluppo economico per favorire

la riconversione di alcune filiere produttive in crisi.

È necessario attuare politiche industriali che sappiano adattarsi a un cambiamento continuo a causa delle innovazioni tecnologiche che coinvolge tutti i settori del mercato del lavoro. Occorre anticipare le crisi per evitare di investire milioni di euro ogni anno in ammortizzatori sociali.

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