Progetti di legge di iniziativa popolare su uso terapeutico della cannabis e registro testamento biologico: Consiglio regionale delibera a maggioranza il non passaggio all’esame degli articoli
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio Regionale della Lombardia.
Il Consiglio regionale ha votato questo pomeriggio a maggioranza il non passaggio all’esame dei progetti di legge di iniziativa popolare relativi all’uso terapeutico della cannabis, relatore Fabio Fanetti della Lista Maroni Presidente – Lombardia in testa, e all’istituzione del registro regionale del cosiddetto testamento biologico, relatore Federico Lena, Lega Nord, come deliberato e stabilito dalla Commissione Sanità nella seduta del 20 dicembre scorso.
A favore del non passaggio all’esame progetti di legge di iniziativa popolare relativi all’uso terapeutico della cannabis si sono espressi 35 Consiglieri, 19 i contrari, mentre sull’istituzione del registro regionale del cosiddetto testamento biologico hanno espresso voto favorevole al non passaggio all’esame 38 Consiglieri, i gruppi di minoranza non hanno partecipato al voto.
Ha spiegato il Presidente della Commissione Sanità Fabio Rolfi, Lega Nord:
Il progetto di legge sul biotestamento è inutile e incostituzionale, soprattutto ora che esiste già una legge nazionale . Anche per quanto attiene la cannabis terapeutica la normativa nazionale ha già introdotto questi preparati nell’offerta sanitaria.
Del resto nemmeno nei nuovi LEA, recentemente approvati dal Governo nazionale, è stata prevista una maggiore ‘fruibilità’ dei farmaci contenenti i principi attivi derivanti dai cannabinoidi.
Ha dichiarato la Vice Presidente del Consiglio regionale Sara Valmaggi, Partito Democratico, intervenendo in Commissione:
La maggioranza di centrodestra in Regione ha tirato avanti per anni senza discutere né questi due progetti di legge né i nostri di iniziativa consiliare e ora, arrivati a fine legislatura, li ha affossati.
Sul biotestamento però c’è oggi una legge nazionale e la Lombardia si adeguerà. Sulla cannabis, invece, a nostro parere vengono purtroppo negate ai malati alcune terapie efficaci solo per una posizione ideologica.
Anche Dario Violi, M5Stelle, ha lamentato come su questi temi
non c’è mai stata da parte della maggioranza la volontà di aprire un confronto e una analisi seria e approfondita, anteponendo posizioni preconcette alla possibilità concreta di andare incontro alle richieste di cura dei malati.
Roberto Bruni, Patto Civico–Gori Presidente, ha infine annunciato la non partecipazione al voto da parte del suo gruppo, mentre Chiara Cremonesi, Lombardia progressista – Sinistra per Gori, ha posto l’attenzione sulle
aspettative deluse da parte di numerosi pazienti che si attendevano da Regione Lombardia maggiore responsabilità e attenzione.
Riccardo De Corato, FdI, ha lamentato infine come l’uso terapeutico della cannabis
sia prodromico al rischio di dipendenza dall’utilizzo di sostanze stupefacenti con gravi rischi per la salute dell’individuo: già oggi in alcuni ospedali lombardi sono stati ricoverati bambini che presentano tracce di sostanze stupefacenti di cui fanno regolare consumo i rispettivi genitori, per cui è necessario prevenire questo tipo di rischio impedendo la legalizzazione dei cannabinoidi a fini terapeutici.
Mozione urgente per garantire la copertura economica necessaria alla Afol Metroplitana e a quella di Monza e Brianza
In conclusione di seduta, il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione urgente presentata dal capogruppo del Partito Democratico Enrico Brambilla e sottoscritta da numerosi Consiglieri regionali, che chiede alla Giunta regionale di farsi parte attiva presso la Conferenza Stato Regioni affinché in tempi rapidi possa essere superato ogni dubbio interpretativo sulle norme dell’ultima Legge Finanziaria approvata dal Governo nazionale in relazione agli stanziamenti e alle coperture economiche necessarie per la retribuzione del personale dipendente delle Afol, le agenzie per la formazione e il lavoro, della Città metropolitana di Milano, che comprende oltre al Comune capoluogo altri 66 Comuni, e della Provincia di Monza e Brianza.
Il Bilancio di previsione statale per il 2018 destina le risorse necessarie per provvedere al mantenimento del “personale delle Città metropolitane e delle Province”, senza fare alcun riferimento esplicito al personale operante nell’ambito di aziende speciali partecipate dagli Enti locali: ciò comporta il conseguente rischio di ammanco di 3milioni e 270 mila euro per l’Afol Metropolitana e di 1 milione e 550 mila euro per quella di Monza e Brianza, dove sono attualmente impiegati rispettivamente 188 e 53 dipendenti.
La mozione chiede infine alla Giunta regionale di garantire in ogni caso la stabilità, la continuità e la regolare erogazione dei servizi forniti attualmente dalle due Afol.
Prima del voto finale sono intervenuti gli Assessori regionali Valentina Aprea e Massimo Garavaglia, che hanno evidenziato come su questo problema Regione Lombardia si sia già attivata, ma finora il Governo e il Ministero competente hanno dato risposte negative.