Il provvedimento prevede uno stanziamento iniziale di 2 milioni e 750 mila euro per il triennio 2022-2024
Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Lombardia.
Prosegue in Commissione Sanità l’esame e il confronto sul progetto di legge ‘Politiche di welfare sociale regionale per il riconoscimento del diritto alla vita indipendente e all’inclusione sociale di tutte le persone con disabilità’: oggi giornata dedicata alle audizioni delle associazioni del terzo settore che si occupano di disabilità, con numerosi soggetti presenti a Palazzo Pirelli a Milano.
Hanno portato il loro contributo numerose realtà impegnate nella cura dei disabili e nel sostegno alle loro famiglie come AISM Lombardia, Fondazione Piatti, AIAS, Fand Disabilità, Ledha, Huntington Onlus, AIFA, Unione Italiana Ciechi, ENIL, Associazione Nessuno è escluso e APS – Famiglie Disabili Lombarde.
Ha partecipato ai lavori il Direttore Generale dell’Assessorato alla Famiglia, Politiche sociali e Disabilità Claudia Moneta.
All’inizio della seduta ha portato il suo saluto collegata in videoconferenza il neo Ministro alla Disabilità Alessandra Locatelli, già Assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari Opportunità.
Ha dichiarato il Presidente Emanuele Monti, Lega:
Una giornata di confronto con tante realtà associative afferenti all’ambito della disabilità per privilegiare l’ascolto e la condivisione che da sempre contraddistinguono il modus operandi della nostra Commissione.
Siamo la prima regione che ha avviato un percorso volto a definire progetti di vita indipendente e vogliamo pertanto essere, ancora una volta, un esempio positivo per tutte le altre regioni.
La proposta di legge, presentata e sottoscritta in modo bipartisan da tutti i componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, mette a sistema le risorse presenti nel sistema di welfare per lo sviluppo dei progetti di vita e dei desideri delle persone con disabilità, avviando così un processo di evoluzione e di riforma del modello attuale basato ancora sull’offerta di servizi e prestazioni.
Obiettivo della legge è concretizzare il diritto fondamentale alla vita indipendente di tutte le persone con disabilità, senza alcuna distinzione connessa alla tipologia di compromissione o all’intensità del bisogno di sostegno.
Un diritto che si concretizza nei tre obiettivi principali del provvedimento: la possibilità di scegliere il proprio luogo di residenza e decidere con chi vivere; avere accesso ai servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi di sostegno necessari a evitare il rischio di isolamento; la fruizione dei servizi e delle strutture sociali, adattandoli ai bisogni delle persone con disabilità.
Pietra angolare del processo di riforma è il ‘progetto di vita indipendente’ che deve essere redatto sulla base delle preferenze e degli obiettivi della persona con disabilità, delle sue condizioni di vita e dei suoi bisogni.
Novità saliente è l’attivazione dei Centri per la vita indipendente, ovvero strutture di supporto sociale e professionale ai percorsi di progettazione personale delle persone disabili.
Luoghi a cui le persone con disabilità potranno rivolgersi con tranquillità nel momento in cui emergono quelle necessità di cambiamento esistenziale che richiedono la definizione o ridefinizione del proprio progetto individuale di vita indipendente.
I Comuni restano l’ente capofila a cui compete predisporre tutto quanto è necessario per la redazione del progetto individuale.
Le risorse sono inizialmente quantificate in 2 milioni e 750 mila euro.