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Loggia Culinaria, un percorso possibile

Loggia Culinaria


Ho conosciuto il Direttore con grande felicità e con un senso di affinità elettiva, ancor più enfatizzato quando mi ha chiesto di fare una rubrica con dei miei scritti che per altri motivi aveva letto.

Ne sono stato lusingato, ma anche un po’ compiaciuto, soprattutto per la comune passione.

Inoltre, domandandomi le iniziali informazioni – Nome della rubrica, Foto, 2 righe di biografia e una mail per il profilo -, ho pensato che una nuova rubrica avesse necessità di essere presentata, descrivendone l’idea iniziale e come in questo caso la particolare storia d’origine.

Sono un buongustaio che è stato educato alla qualità e alla precisione.

Nel corso degli anni, accompagnato dai miei collaboratori, in giro per l’Italia per lavoro, ho avuto la possibilità di unire l’utile al dilettevole andando a scoprire la cultura di un particolare luogo anche attraverso la tavola e i prodotti tipici.

Ad un certo punto, assieme a Massi, che è più un fratello che altro, da una trentina d’anni, ci era venuta la presunzione, di fare La Guida Investigativa di ristoranti e hotel, per mettere, a disposizione di chi ne avesse bisogno, una lista ricavata dalle nostre esperienze per regioni e province.

Lista costituita da una severa selezione, che sarebbe stata disinteressata, genuina e onesta, e che avrebbe superato rigorosi giudizi dopo più di una visita, applicando un metodo investigativo nel cercare e un’analisi dettagliata materiale con le conseguenti sensazioni generate.

L’idea, benché non sia mai arrivata a compimento, ma rimasta solo un giocoso pensiero, ha preso poi diverse pieghe, generando dapprima l’Investigatore Culinario, il mio pseudonimo, e poi la Loggia Culinaria, data la volontà di trovare assieme ad altri appassionati una coniugazione della Gastronomia e della Cucina con il significato esoterico e spirituale.

Qui l’affinità elettiva che citavo all’inizio.

Peraltro, mi sono domandato spesso il perché della coniugazione tra le investigazioni e l’amore per la buona cucina e, in merito, ho ripensato al fatto che tale assonanza non è affatto nuova, anzi.

Ricordo di aver letto spesso in letteratura di investigatori ai quali i propri ideatori avevano affibbiato una particolare predilezione per il cibo e le sue preparazioni: a partire da Sir Arthur Conan Doyle, che inserisce la cucina fra i piaceri di Holmes, e ricordo che Nero Wolfe aveva a servizio personale un raffinatissimo cuoco e che Rex Stout scrisse pure ‘Le ricette di Nero Wolfe’.

O di Hercule Poirot che, nei suoi romanzi, Agatha Christie rende debole ai piaceri della tavola e, soprattutto, dei dolci, come pure Jane Marple, che viene rappresenta come ottima cuoca.

Mon Dieu! In questo paese trattate le faccende gastronomiche con un’indifferenza delittuosa… Alla mia età il piacere principale, l’unico piacere rimasto, è il piacere della tavola. Per fortuna ho uno stomaco eccellente…
Agatha Christie – Dopo le esequie

Non a caso ci sono romanzi molto conosciuti che fanno precisi riferimenti, come ad esempio titoli tipo ‘Cena con delitto’. Esperimenti che hanno avuto anche trasposizioni cinematografiche quali ‘Signori, il delitto è servito’ e tanti altri.

Anche Simenon elenca i piatti preferiti del commissario Maigret enfatizzando la sua predilezione per la cucina tradizionale francese.

Ed, infine, come non citare il Pepe Carvalho di Manuel Vázquez Montalbàn, incluso il libro delle relative ricette, autore amico di Andrea Camilleri che, scrivendo dei casi del Commissario Montalbano, narra pure lui l’ossessione di questo per tante ricette tipiche siciliane eseguite dalla fidata Adelina.

Andò a casa, si mise il costume da bagno, fece una nuotata lunghissima, rientrò, s’asciugò, non si rivestì, nel frigorifero non c’era niente, nel forno troneggiava una teglia con quattro enormi porzioni di pasta ‘ncasciata, piatto degno dell’Olimpo, se ne mangiò due porzioni, rimise la teglia nel forno, puntò la sveglia, dormì piombigno per un’ora…
Andrea Camilleri – Il cane di terracotta

In questo connubio non credo ci sia soltanto l’intenzione di unire i due aspetti solo per necessità narrative, dato che il cibo fa scaturire universalmente attiranti emozioni, trucchi letterari che fan sì di accumunare stilemi di sicuro successo, mediante la descrizione di colori, profumi e gusti di tradizioni gastronomie locali appartenenti a chi scrive le pagine o a chi ne è il protagonista.

Voglio invece immaginare anche che ci sia una particolare sensibilità, uso di sensi e concatenazioni mentali differenti dal normale, che rendono gli investigatori più percettibili ad alcuni aspetti della vita, in modo particolarmente vivido e maggiormente intenso e, probabilmente, più profondo.

Investigheremo per capire di più sul perché.

In più, la sfida è quella di voler tentare un approccio esoterico e approfondire il significato del tema culinario anche spiritualmente, il quale è piuttosto uno di quelli che banalmente ha maggior riferimento all’aspetto materiale della nostra vita.

Riusciremo nell’impresa di coniugare questi apparenti opposti?

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.

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