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Lo zen e l’arte di mantenere sano il nostro ginocchio

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Ginocchio


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Non ci sono dubbi. Anche nella nostra società evoluta e del benessere, la vita è breve o, perlomeno, così ci sembra. Il nostro sistema muscolo scheletrico ha una ‘data di scadenza’, nonostante quanto possiamo augurarci, credere e pensare, ed è un peccato che non sappiamo a priori quale sia.
Il ginocchio è un esempio tipico: non per nulla è una delle articolazioni più frequentemente traumatizzate e, con l’anca, quella più frequentemente protesizzata. Come in una motocicletta di valore, un po’ di manutenzione preventiva, lubrificazione, riparazione di strutture danneggiate e sostituzione di parti usurate permettono di godersela un po’ più a lungo.

I legamenti sono i sostegni e le protezioni dell’articolazione del ginocchio. Il legamento crociato anteriore ed il posteriore agiscono delle redini che, estendendosi dalla parte superiore del femore alla tibia anteriore e posteriore, mantengono il femore e la tibia nei loro rapporti fisiologici. Quando uno di essi si strappa, la tibia perde la propria posizione, si sposta in maniera scoordinata, e può danneggiare le strutture limitrofe. Il legamento collaterale mediale ed il laterale stabilizzano la parte interna ed esterna del ginocchio: quando partono, provocano oscillazioni da lato a lato.

I menischi, uno su ciascun lato di ciascun ginocchio, mediale e laterale, o interno ed esterno, sono gli ammortizzatori fibrosi del ginocchio e contribuiscono a stabilizzarlo. Inoltre, adattano la superficie articolare in modo che la parte arrotondata del femore possa scorrere sulla superficie piatta della tibia: distribuiscono la forza del peso corporeo che deve essere trasferita dal femore alla tibia, in modo che non si concentri su un punto, ma sia caricato su una superficie molto più ampia.

I menischi si rompono frequentemente: solo negli Stati Uniti, ogni anno almeno un milione di persone è operata per problemi meniscali. Spesso noi ortopedici siamo costretti a rimuoverne almeno una parte e dobbiamo quindi lasciare la tibia esposta alle pressioni enormi esercitate dal femore. Se questo produce sollievo praticamente immediato, alla lunga quel ginocchio ha più chance di sviluppare artrosi. Nel motore della nostra moto d’epoca, tagliare le guarnizioni ed asportarle non è la cosa migliore. Se lo facciamo, il motore perde liquidi. Funziona per un po’ e poi… muore.

La cartilagine articolare, in tutte le articolazioni, compreso il ginocchio, è una superficie bianca, lucida, estremamente liscia, senza cellule o vasi sanguigni e protegge l’osso sottostante. Se illesa, può durare una vita di corsa o di migliaia di gite in moto. Ma non ha capacita autocurative naturali. Se incrinata, traumatizzata o asportata, l’osso sottostante si secca, si indurisce e si deforma nel tempo. L’artrosi ha come evento iniziale l’usura della cartilagine articolare, producendo deformità e culminando con contatto diretto dell’osso del femore e quello della tibia.

L’articolazione del ginocchio è racchiusa in una capsula articolare, con un rivestimento interno, la sinovia. Questa è un organo superspecializzato: contiene cellule e vasi sanguigni, e fornisce lubrificazione e nutrimento per l’articolazione. In un ginocchio gonfio, la sinovia è ispessita ed infiammata ed reagisce agli insulti che noi le imponiamo producendo fluido in eccesso.

Fresco di fabbrica, moto e ginocchia dovrebbero funzionare perfettamente, ma a volte nostri errori arrecano danni.

Alcuni consigli per mantenere la salute del nostro ginocchio.

1. Prevenzione: molte lesioni sono dovute a piccole distrazioni. Quando facciamo sport, pensiamo a quanto stiamo facendo e lasciamo il nostro onnipresente cellulare in tasca.

2. Ottimizziamo l’alimentazione e il peso. Perdere 1 chilo di peso corporeo si traduce in uno scarico di 5 chili sul ginocchio. L’acqua: bevanda principale. Veniamo dall’acqua, non dalle bevande sportive.

3. Fitness. La flessibilità è importante. I muscoli e le articolazioni rigidi hanno più probabilità di essere danneggiati. Forza, potenza e fitness cardiovascolare proteggono le nostre articolazioni.

4. L’esercizio sotto carico è l’unico modo per costruire l’osso e diminuire l’osteoporosi naturale legata all’età. Diverte e non è costoso!

5. Lubrificazione. Gli integratori possono aiutare a ridurre la rigidità articolare. In alcuni casi, le iniezioni di acido ialuronico naturale possono aiutare a lubrificare un’articolazione malandata. Peccato che non esista nulla che possa ripristinare quella con la quale siamo nati e che spesso è troppo tardi perché questi presidi possano realmente aiutarci.

6. Infiammazione. L’infiammazione deve essere debellata, ma non con il cortisone.
I farmaci anti-infiammatori non steroidei, di cui facciamo grande ed inconsulto uso, possono aiutare a breve termine per controllare il dolore, ma inibiscono la formazione di ossa e collagene. Per le articolazioni, vengono ottimizzate potenti iniezioni antinfiammatorie per spostare l’equilibrio dagli ambienti catabolici a quelli anabolici.
Non è ancora chiaro se le diete antinfiammatorie funzionino, ma l’abbassamento dello stress lo fa sicuramente. Andiamo di più in gite in moto, immergendoci nella natura.

7. A volte è necessario riparare chirurgicamente i danni. Però, questa possibilità non esiste per tutte le nostre strutture, e, anche in caso affermativo, non sempre possono funzionare come l’originale. Non abbiamo ancora pezzi di ricambio che riportino il nostro motore allo stato originale, guardiamoci da chi millanta diversamente.

8. A volte è possibile e raccomandabile, sostituire i tessuti danneggiati o mancanti. Possiamo operare con successo su legamenti e menisco. Viaggiare in moto e giocare senza il menisco e con legamenti stabilizzatori incompetenti porta ad una fusione precoce del motore.

9. Continuiamo a monitorare la letteratura. Le sostituzioni bioniche parziali possono funzionare. Se solo una parte dell’’articolazione del ginocchio è danneggiata, una sostituzione solo di quella parte, permette di fronteggiare il problema, senza sacrificare il tessuto ancora sano.
… e no, la chirurgica robotica per queste operazioni non rende tali sostituzioni ‘migliori’ o più durature, nonostante quanto detto in reclame commerciali.

10. Quando purtroppo abbiamo un trauma e siamo operati, il nostro lavoro a tempo pieno è la riabilitazione. Dobbiamo convertirci a pensare di noi stessi come un atleta in allenamento per le Olimpiadi, non come un paziente. Concentriamoci su qualcosa di più che semplicemente le ginocchia. Un paziente con un ginocchio artrosico non ha mobilità normale in altre articolazioni: curiamoci anche di quelle. Riabilitazione non è però allenamento e andare semplicemente in palestra non è abbastanza. Il nostro fisioterapista deve diventare in nostro migliore amico.

Per finire, divertiamoci sempre: continuare ad andare su una moto che gira bene e prende curve strette, mentre sorridiamo compiaciuti, ci fa arrivare a 100 anni con gioia.

Il Prof. Nicola Maffulli sarà a disposizione per rispondere ai quesiti che gli arriveranno alla mail ortopedicorisponde@expartibus.it.

Autore Nicola Maffulli

L'autore più citato in ortopedia, il Professor Nicola Maffulli, è superspecializzato in traumatologia sportiva. Ha pubblicato più di 1.200 articoli su riviste scientifiche e 12 libri e ha descritto oltre 40 nuove tecniche chirurgiche in chirurgia del ginocchio, piede e caviglia e chirurgia sportiva, molte delle quali sono state ampiamente adottate in tutto il mondo. Atleta in gioventù, il suo sogno di andare alle Olimpiadi è stato realizzato a Londra: ha guidato un gruppo di sette chirurghi ortopedici per le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Londra, ed ha poi organizzato i servizi medici delle Universiadi 2019. Giornalista pubblicista, risponde ai lettori alla mail ortopedicorisponde@expartibus.it su problematiche di natura ortopedica e traumatologica.