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‘Lo sport che unisce’: Boni e Procida con studenti UniParthenope

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'Lo Sport che unisce: tra il valore della diversità e la forza dell'inclusione'


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Presentata la terza edizione dell’International Sport Film Festival: tra le 149 opere iscritte numerose le pellicole dedicate alla disabilità e all’inclusione

Riceviamo e pubblichiamo.

Si è tenuto questo pomeriggio, presso l’Aula Magna dell’Università Parthenope il convegno sul tema ‘Lo Sport che unisce: tra il valore della diversità e la forza dell’inclusione’.

È stata l’occasione per un confronto tra i campioni paralimpici Vincenzo Boni, Angela Procida e Gerardo Valentino Acito e gli studenti dell’Ateneo sull’importanza dello sport nella loro vita e in generale per la società civile.

Nel contempo, è stato presentata anche la terza edizione dell‘International Sport Film Festival, che si terrà dal 25 al 30 novembre prossimi e che tra le sue 149 opere iscritte conta diverse pellicole che parlano di disabilità, inclusione e integrazione attraverso la disciplina sportiva.

Importante la testimonianza di Angela Procida, bronzo alle ultime Paralimpiadi di Parigi.

Il vero significato dello sport, al di là delle medaglie, è proprio quello di riappropriarsi della propria vita e delle proprie aspirazioni.

Il mio percorso sportivo è iniziato a 14 anni, lo sport esprime solo valori positivi, è anche autodeterminazione, perché ci fa andare oltre i propri limiti.

Il nuoto mi ha permesso di diventare quella che sono, anche nella vita. Lo sport mi ha dato quella tenacia anche per affrontare il mio percorso di studi.

La medaglia di Parigi ha rappresentato la gara della vita, le vera vittoria non è stata però la medaglia ma la capacità di portarci al superamento di se stessi.

Significative anche le dichiarazioni di Vincenzo Boni, medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016.

La medaglia porta responsabilità e nel nostro caso ad una maggiore responsabilità perché dobbiamo raccontare cosa è il paralimpismo. E diffondere il messaggio giusto nelle scuole e nelle università. Per noi parlare di sport per i disabili è il vero successo. Se poi anche il cinema si occupa di questi argomenti vuol dire che tutto ciò è – finalmente – la normalità.

La competitività sportiva ha il potere di accendere dentro di sé la fiammella che la disabilità aveva spento. Quando sei in ospedale e hai avuto un incidente che ti rende disabile pensi subito allo sport come mezzo di riscatto e di rinascita.

Lo sport è la chiave di volta per l’inclusione sociale, consente ai disabili di fare amicizia, di vivere di nuovo, uscendo da casa e dal cono ombra d’ombra.

Lo sport dà la possibilità di riscatto e di non arrenderci. Noi non siamo esempi, possiamo solo insegnare quello che ci è capitato e che è possibile riemergere. In tal senso lo sport è tutto.

Presente al convegno anche Sergio Roncelli, Presidente del CONI Campania.

Sono molto felice di essere qui ad un evento così importante. Il tema trattato ci interessa molto, dal momento che noi come CONI non ci occupiamo solo di preparare gli atleti, ma ci preoccupiamo anche di utilizzare lo sport come mezzo di promozione di temi come inclusione e integrazione e come aiuto ai giovani, alle fasce più deboli.

Con la fondazione Campania welfare, ad esempio, in accordo anche con la Federico II, per utilizzare la scuola regionale dello sport per formare persone con tratti autistici in modo che diventino istruttori per ragazzi proprio con lo spettro autistico.

Questi eventi contiamo non restino a sé stanti. Per il 2026, con Napoli capitale dello sport, pensiamo di definire nuove politiche sociali per le fasce deboli ed emarginati.

A seguire Gerardo Valentino Acito, atleta disabile di para-powerlifting e studente atleta della Parthenope.

Mi occupavo di kick-boxing quando ero bipede, ora faccio sollevamento pesi da disabile.

C’è stato uno stop della mia vita ma lo sport mi ha consentito di riemergere e di riprendere la mia vita.

Lo sport mi ha aiutato tantissimo, ma c’è tanta difficoltà e c’è poca cultura dello sport. Per questi eventi e incontri del genere sono molto importanti.

A fare gli onori di casa, insieme a 500 studenti, c’erano la Prof.ssa Pasqualina Buono, Prorettore allo Sport e Stili di vita attivi dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope; la Prof.ssa Andreina Alfieri, referente degli studenti- atleti dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e il il Prof. Domenico Tafuri, Direttore del Dipartimento delle Scienze Mediche, Motorie e del Benessere dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope e delegato del Rettore per la disabilità.

Nicola D’Auria, Direttore dell‘International Sport Film Festival, ha aggiunto:

La rassegna cinematografica è giunta alla terza edizione. Sono 149 le opere iscritte e sono rappresentati i cinque continenti, Africa compresa, con tante storie raccontate che toccano anche i temi dell’inclusione.

In noi è nata tre anni fa l’esigenza di avere un festival legato al cinema sportivo. Legarsi alle Università è molto importante perché ci immergiamo nella culla della cultura.

Infine Ciro Sorrentino, l’altro Direttore e ideatore del festival:

Mi occupo del coordinamento della giuria per selezionare i film in concorso. Cinema e Sport sono strumenti capaci di veicolare e suscitare forti emozioni in chi li pratica e in chi li osserva.

Insieme diventano un mezzo potente per affrontare certi argomenti e sensibilizzare l’opinione pubblica.