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Lo scippo di San Siro

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San Siro


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Il primo giorno di primavera del 1971, alla Scala del Calcio, va in scena l’ennesimo furto del Nord al Sud

Campionato di Calcio 1970/1971, il Napoli di Zoff, Altafini e Juliano con Chiappella in panchina, è in corsa per lo scudetto insieme alle due compagini milanesi.

Il Milan ha 32 punti, ma è in crisi di gioco e di risultati, l’Inter ha 31 punti, il Napoli 29, anche se viene da 12 risultati utili consecutivi ed è la squadra più in forma.

Alla Scala del Calcio di Milano, ovvero lo stadio Giuseppe Meazza, va in scena il big match tra l’Inter e il Napoli. Entrambe le compagini puntano alla posta piena, i padroni di casa per tenere il passo dei cugini rossoneri, i napoletani per portare, per la prima volta, il tricolore all’ombra del Vesuvio.

Nonostante sia il primo giorno di primavera, a Milano sembra inverno inoltrato, il cielo è cupo e il terreno di gioco è in pesanti condizioni, con tratti fangosi che inducono ad un gioco nervoso, ai limiti del regolamento.

Il direttore di gara, Gonella, colui che arbitrerà la finale del Mondiale del 1978 tra Argentina e Olanda, fa fatica a tenere un clima sereno.

A farne le spese è l’interista Burgnich, per fallo su Umile, che viene mandato negli spogliatoi prima del fischio della prima frazione, quando i partenopei sono in vantaggio grazie ad Altafini, dopo una respinta in tuffo dell’estremo difensore nerazzurro, Vieri, su colpo di testa di Juliano.

Il vantaggio del Napoli e la superiorità numerica dei partenopei aumentano il nervosismo sia sugli spalti che in campo.

Durante l’intervallo, il capitano interista. Sandro Mazzola, si reca presso lo spogliatoio del direttore di gara e, come lui stesso dichiarerà anni dopo, imbestialito, gli urla:

Si dia una regolata o da San Siro usciamo tutti fritti: noi, perché perdiamo partita e scudetto, e lei, perché con il suo arbitraggio sarà stato il principale responsabile della sconfitta.

Sembra che Gonella, sempre secondo Mazzola, abbia risposto, esterrefatto:

Mazzola, esca immediatamente da qui, cosa blatera, ma come si permette?

Tutto ciò non è stato mai refertato, nonostante le proteste della squadra partenopea a fine gara.

Ricordiamo che è vietato entrare nello spogliatoio del direttore di gara durante l’intervallo, anche, se anni dopo, Luciano Moggi, direttore della Juventus, impedirà l’uscita dell’arbitro Paparesta dagli spogliatoi, chiudendo a chiave la porta dall’esterno e nascondendo le chiavi dopo l’incontro Reggina – Juventus a Reggio Calabria.

Nella ripresa, la squadra di casa completerà la rimonta, vincendo 2 a 1 grazie ad una doppietta di Boninsegna.

Il primo gol su rigore, ovviamente contestato per una simulazione di trattenuta dello stesso Mazzola in area di rigore appena sfiorato dall’azzurro Panzanato e Boninsegna durante l’esecuzione della massima punizione si ferma platealmente, quindi il rigore, seppur ci fosse stato, andava ripetuto.

Il secondo, su un raro infortunio di Zoff, innervosito dall’andamento del match, che si fece sfuggire il pallone dopo un colpo di testa acrobatico di ‘Bonimba’ che, in tuffo, anticipò Panzanato.

A fine match, nulla valgono le proteste dei partenopei, che vedono svanire la fuga verso il primo storico tricolore, che arriverà sedici anni dopo grazie al giocatore più grande che abbia mai calcato un terreno verde: Diego Armando Maradona.

Dopo quell’episodio, il presidente Ferlaino, pretende che un dirigente accompagnatore presidi lo spogliatoio del direttore di gara.

Autore Mimmo Bafurno

Mimmo Bafurno, esperto di comunicazione e scrittore, ha collaborato con le maggiori case editrici. Ha pubblicato il volume "Datemi la Parola, Sono un Terrone". Attualmente collabora con terronitv.