Perché si esce di casa sempre di meno?
Negli anni cinquanta, con l’avvento della televisione, ci si erano domandati:
la gente uscirà ancora per andare al cinema, a teatro, nei musei e così via?
Il calo di pubblico nelle sale cinematografiche aumentò considerevolmente con il programma di Mike Bongiorno ‘Lascia o Raddoppia?’, tanto che i direttori decisero di predisporre televisori nei cinema affinché, prima della proiezione del film, tutti potessero vedere il gioco a premi del celebre conduttore.
La televisione faceva paura, perché possibile causa di immobilismo, nonostante ci fosse un solo canale e pochissimi programmi da poter seguire unicamente in particolari fasce orarie.
Che cosa dire allora oggi, con l’immensità di Internet 24 ore su 24?
L’apertura virtuale sul mondo ha causato la chiusura quotidiana dei contatti umani e si prevede che le cose peggioreranno ancora, in futuro, poiché tutto il sistema tecnologico si basa sulla comodità casalinga.
Siamo serviti e riveriti, ma sempre più volontariamente e inconsapevolmente incatenati.
Non possiamo aspettarci che la politica crei luoghi di aggregazione.
È tutto solo nelle nostre mani.
Spetta ad ognuno di noi fare qualcosa per uscire dalla prigione dell’immobilismo.
Nessuno lo farà al posto nostro.
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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