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Livorno pronta alle sfide nuova portualità, ma occorre accelerare

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Espo Livoro


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Superare limiti infrastrutturali e deficit delle strutture retroportuali

Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Lo scalo livornese, anche grazie agli ingenti investimenti regionali, è pronto ad affrontare le sfide poste dalla nuova portualità e dalla globalizzazione dei traffici marittimi, ma occorre accelerare con gli interventi, tenere un passo più cadenzato, a partire dalla realizzazione della Darsena Europa, senza la quale il porto di Livorno rischia la marginalità.

È necessario superare i limiti infrastrutturali e i deficit delle strutture retroportuali, perché è possibile intercettare nuove quote di traffici accettando le nuove frontiere dell’innovazione tecnologica, sviluppando la logistica e l’automazione.

È con questo appello che il Presidente della Regione Toscana ha portato il suo saluto alla Conferenza Espo, l’Organizzazione europea dei porti di mare, che si è aperta questa mattina 23 maggio al Teatro Goldoni di Livorno.

Il Presidente, dopo aver ringraziato gli organizzatori per aver scelto Livorno e la Toscana per la loro iniziativa, ha parlato di un settore in profonda trasformazione e della necessità di trovare nuovi equilibri per il futuro, sottolineando come la Regione ha creduto da sempre nel ruolo strategico della portualità, destinando ai porti di Livorno e Piombino (LI) investimenti per 600 milioni di euro, destinati a far sì che siano superati i loro limiti infrastrutturali.

Si è poi detto convinto che occorra stare in contiguità e lavorare in accordo con le comunità portuali per offrire soluzioni gradite agli operatori, che si debba puntare sulla trasformazione digitale dei porti e introdurre nuovi processi di automazione delle operazioni di movimentazione delle merci.

A questo proposito ha citato i lavori per l’introduzione della tecnologia 5G all’interno del porto di Livorno.

Un’altra sfida da vincere, oltre a quella tecnologica, è quella della sostenibilità ambientale, perché è un dovere non consumare il futuro delle nuove generazioni.

Ciò impone di investire ancora, non solo nelle infrastrutture fisiche, ma anche in quelle materiali.

Ha poi concluso ribadendo che occorre mantenere la centralità dei porti come luoghi aperti, di relazione e di pace, evitando che prendano campo coloro che invece puntano sulla reintroduzione dei dazi e sui nazionalismi.

E Livorno può farlo, recuperando il proprio respiro e la propria vocazione di città internazionale, capace di accettare le sfide poste dalla modernità.