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‘Liolà’ al Festival di Borgio Verezzi

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'Liolà'


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In scena il 22 e 23 luglio in piazza Sant’Agostino

Riceviamo e pubblichiamo.

Dopo Giorgio Lupano, applauditissimo Sherlock Holmes nello spettacolo Sherlock Holmes e i delitti di Jack lo Squartatorecon Rocío Muñoz Morales e Francesco Bellomo un’altra star de ‘Il Paradiso delle signore’, popolare soap opera pomeridiana di RaiUno, arriva al 53° Festival di Borgio Verezzi: è Giulio Maria Corso, protagonista di ‘Liolà’, la celebre commedia di Luigi Pirandello, che lunedì 22 luglio alle 21:30 debutta in prima nazionale in piazza Sant’Agostino, dove sarà replicata martedì sera.
Con la regia di Francesco Bellomo, che ha curato l’adattamento del testo, in scena una folta e affiatata compagnia, composta oltre a Corso da Enrico Guarneri, Roberta Giarrusso, Caterina Milicchio, Anna Malvica, Ileana Rigano, Margherita Patti, Alessandra Falci, Sara Baccarini, Giorgia Ferrara e Federica Breci.

Le scene e i costumi sono di Carlo de Marino, le musiche di Mario d’Alessandro e Roberto Procaccini.

La trama
Liolà è un “Don Giovanni” spensierato, che con la sua festosa voglia di vivere, trasgredisce alle regole della società in cui vive. Amato da tutte le ragazze del borgo, ha avuto tre figli da donne diverse. Ultima delle sue conquiste è Tuzza, la quale approfittando del “malessere” di zio Simone Palumbo, che non riesce ad avere i figli con la legittima moglie Mita, pensa, per convenienza, di proporre allo zio di riconoscere, come proprio, il figlio di Liolà. Ma il senso di giustizia induce Liolà a mettere incinta Mita: in questo modo zio Simone preferirà la paternità legale con la moglie a quella illegale procuratagli da Tuzza.

Secondo Antonio Gramsci:

‘Liolà’ è il prodotto migliore dell’energia letteraria di Luigi Pirandello, è una commedia che si riattacca ai drammi satireschi della Grecia antica. Mattia Pascal, il melanconico essere moderno, vi diventa Liolà, l’uomo della vita pagana, pieno di robustezza morale e fisica.

Conferma il regista Bellomo, anche produttore dello spettacolo con Corte Arcana Isola Trovata:

‘Liolà’ è una commedia d’ambiente siciliano, che trae spunto dal quarto capitolo de ‘Il fu Mattia Pascal’ e dalla novella ‘La mosca’. In questa edizione, abbiamo scelto di collocare il periodo storico a cavallo dei primi anni ’40, mentre il contesto scenografico ci riporta al borgo marinaro di Porto Empedocle, con le costruzioni di un bianco accecante che le incastona perfettamente nel paesaggio della scala dei Turchi, adiacente la casa natia di Pirandello.

Questo espediente consente una ricollocazione, oltre che di luogo, anche del modo di esprimersi: infatti gli anziani parleranno con cadenze dialettali più accentuate rispetto al linguaggio italianizzato dei giovani. La revisione riguarda anche le caratteristiche dei personaggi: Liolà è un don Giovanni senza morale, che con il suo comportamento scombussola l’apparentemente morigerata società in cui si muove.

Zio Simone Palumbo diventa un commerciante di zolfo che governa le attività economiche del borgo, tentando di camuffare con le ricchezze, la sua impotenza. Accanto a lui, si muove uno spaccato di società dove attraverso intrighi e vendette incrociate, domina la brama di benessere materiale, che pervade gli altri personaggi, in particolare Zia Croce e sua figlia Tuzza, ma dalla quale non è immune la stessa Mita, che spronata da sua Zia Gesa ha accettato di sposare il ricco Zio Simone, per acquisire una solida posizione sociale.

Se è vero che la gioia di vivere e la spensieratezza della commedia prevalgono su qualsiasi tipo di complicazione intellettualistica, qui Liolà, il trasgressore delle regole, è l’unico personaggio positivo, mentre gli altri sono interessati, egoisti e gretti. Ma un senso di giustizia lo induce a infrangere le regole della moralità comune, spontaneamente senza rendersene conto.

Questa commedia fa ridere ma non è gioconda, è allegra con cattiveria a spese di tutti. Nel testo, si sente sempre la presenza di un ingegno creatore, che ha quasi la tristezza dell’opera che immagina e una superiore ironica pietà dei personaggi, che egli fa ridere.

La biglietteria in viale Colombo 47 è aperta dalle 10:30 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 18:30, anche la domenica. Prenotazioni telefoniche allo 019-610167 e via email biglietteria@comuneborgioverezzi.it con lo stesso orario di apertura della biglietteria.

Biglietti:
primo settore €29,00 – ridotti €27,00 – secondo settore €26,00 – ridotti €24,00 – ridottissimo €15,00 ragazzi fino a 11 anni – muretti €24,00.

Servizio di bus navetta al costo di un euro a tratta con partenza dal piazzale del Teatro Gassman, quattro corse con orario 19:15 – 19:45 – 20:10 – 20:30, e ritorno dal parcheggio di piazza Gramsci, prima corsa 10 minuti dopo il termine dello spettacolo; tre corse a seguire a circa 20 minuti una dall’altra.