Site icon ExPartibus

L’Io e il Me

L'Io e il Me


Sul frontone del Tempio di Apollo, a Delfi, spiccano delle parole semplici, chiare, scolpite da millenni, che esprimono, però, un concetto di non facile attuazione, il cui significato è “Conosci te stesso”.

Impresa ardua, oltremodo astrusa e non è detto fattibile, ma assolutamente necessaria se si vuole accedere al nostro Io interiore per potersi inoltrare sul cammino della verità alla scoperta della luce.

Chi vuole pervenire ad un traguardo deve prendere la strada sicura che conduce all’obiettivo, senza disperdersi in viottoli e sentieri che lo allontanano dalla meta prefissa. Così, per poter penetrare nel proprio essere, bisogna sapere la via esatta ed imboccarla, fermamente, per arrivare alla grande conquista della scoperta del sé.

Incedere indica un dinamismo di tutto l’essere, un esercizio ed un impegno che interessa ogni singola parte dell’uomo.

In qualsiasi campo l’obiettivo che ci affascina e a cui tendiamo si raggiunge mediante un percorso fatto di impegno e sforzo.

Per realizzare qualcosa bisogna avanzare, convogliare e convergere fra di loro tutte le forze e le capacità interessate per suscitare stimoli, energie, impulsi che proiettano la persona alla conquista della destinazione desiderata.

Eppure, l’individuo attuando le sue tendenze naturali non riesce ad appagarsi; osservando attorno a sé, potrà illudersi di essersi realizzato, potrà possedere denaro, prestigio, stima, amici, tutti beni desiderabili allo sguardo umano.

Ma, guardare attentamente, scorge in sé un vuoto, una carenza non ben definita; il suo intimo essere è ansioso, sovente, turbato, nervoso, non trova la pace, la serenità interiore, perché non conosce ancora il suo interno.

Finché non arriverà a scoprirsi, lavorando al proprio perfezionamento interiore, si troverà alla ricerca di qualcos’altro, con sempre maggiore inquietudine, che proviene dal fatto che non è scindibile in spirito e corpo, psiche e soma eppure deve giungere a questa unità del suo essere se vuole realizzarsi compiutamente.

Nello scrutarsi trova in sé grandi ricchezze, diverse dai beni che possiede all’esterno: incentivi, passioni, sentimenti, stimoli vari che lo portano in direzioni diverse e spesso contrastanti.

Nello scavare più a fondo si avvede di essere provvisto di attitudini, capacità racchiuse principalmente nelle tre potenze superiori dello spirito: intelletto, volontà e memoria.

Tutta questa dovizia che possiede non è però ben armonizzata, manca di unità; ne risulta una disintegrazione dell’Io, per cui le ricchezze personali vengono sciupate, si disperdono e possono mutarsi in negatività e vizio.

E allora come fare per potersi realizzare in maniera completa?

Ognuno deve immaginare di trovarsi innanzi ad un monte da scalare, sforzo che gli consentirà, dopo un lungo procedere interiore, di acquistare la sua essenza unitaria e, quindi, lo stesso equilibrio dell’essere.

Alle spalle ha il passato; davanti a sé, sull’altura che si accinge a salire, ha un avvenire radioso, purché perseveri fino alla cima che gli permetterà di possedere più di quel che desiderava.

In effetti, quest’immagine è una visione riduttiva per il Massone perché deve andare bel oltre la vetta, sempre più in alto, verso la volta stellata, sino a congiungersi, immaterializzandosi, con la luce.

Forse questo è utopistico ed allora accontentiamoci di giungere alla sommità, cosa che ci costerà tanta fatica, ma che, alla fine, ci permetterà di dare un senso compiuto alla nostra esistenza.

L’apprendista deve intraprendere quest’ascesa penetrando all’interno del suo Io interiore. Chi lo accompagnerà, allora, su per quel rilievo che non ha mai scalato o che ha visto solo da lontano nel continuo, assordante e frettoloso turbinio della vita quotidiana?

Per la sua innata debolezza e disarmonia interiore è incapace, con le sole proprie forze, di pervenire all’unità del suo essere. Per salire su un’altra montagna e per poter respirare l’aria pura che vi si gode, occorre una guida pratica, che lo preceda con sicurezza ed alla quale si affidi.

Ed ecco allora che la Massoneria viene in aiuto del viandante per aiutarlo nel viaggio che l’apprendista compie all’interno del Tempio con la macerazione del suo Io interiore, attraverso la comprensione dei simboli e dei rituali ed ascoltando, in silenzio, quanto viene detto, immagazzinandolo in sé e volgendolo alla graduale realizzazione di quello che sarà il suo Tempio interiore.

“Observatio et ratio”… sono questi i primi passi dell’apprendista verso la verità. Osservare e razionalizzare è il punto di partenza di tutto il processo di macerazione massonica all’interno del proprio essere.

E poi? Quando questo processo sarà iniziato, come proseguire?

Ecco allora la figura del Maestro, dolce e suadente, stagliarsi contro il muro dell’incertezza e dell’incomprensione.

Egli, uomo ampiamente, anche se non compiutamente realizzato, è una guida esperta che accompagnerà ciascuno in direzione della vetta, risolvendo in unità il dualismo tra spirito e corpo ed infondendo l’equilibrio necessario per procedere.

Egli è molto umano e perciò comprensivo della debolezza e delle potenzialità insite nel singolo. Inviterà a prendere in mano i molti mezzi posti a sua disposizione, con a capo intelletto, volontà e memoria, per salire con lui sulla montagna.

Nessuno resterà deluso; vedrà, anzi, che la sua vita si rinnoverà, acquistando una nuova giovinezza, quella eterna dello spirito.

Che l’Uomo tenda con slancio alla meta, ne sarà ampiamente ripagato.

Il Maestro condurrà alla sommità per la strada più dritta, anche se in salita. Per la conoscenza e l’esperienza che ha della psicologia e della realtà umana, farà in modo che la via da percorrere sia agibile e guiderà per tutto il tragitto, aiutando a superare le varie difficoltà.

Chiunque può ascendere, ma non tutti, purtroppo, arriveranno alla vetta; in ogni caso è sempre un tentativo da fare. Ne vale la pena!

Alla fine del cammino che inizia sulla porta del Tempio, avremo conoscenza dell’entità reale, del Me, e ci auguriamo che l’opera difficile che ci poniamo ci faccia giungere non ad una desolata constatazione, ma sia anche il mezzo per influire ed interagire affinché l’Io, presenza universale, essenza atemporale, ed il Me, siano il più possibile affini.

Questo è l’itinerario delle virtù che, insegnate e perseverate, portano il Me verso l’Io, a segnare la dimensione reale e o a farne il solo tramite che svolga la storia dell’uomo e gli dia il senso dell’immanente storico, ma solo per ricondurlo nell’armonia infinita dell’Io.

Autore Rosmunda Cristiano

Mi chiamo Rosmunda. Vivo la Vita con Passione. Ho un difetto: sono un Libero Pensatore. Ho un pregio: sono un Libero Pensatore.

Exit mobile version