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Libertà per Majidi Maysoon, Toscana raccoglie appello donne kurde

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Regione Toscana


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Riceviamo e pubblichiamo da Agenzia Toscana Notizie.

Anche la Regione Toscana raccoglie l’appello dell’associazione Unione donne italiane e kurde, UDIK, per la liberazione di Majidi Maysoon, attivista kurdo-iraniana, reporter e artista, attualmente detenuta nel carcere di Reggio Calabria con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e di essere una scafista.

L’attivista di 28 anni, allontanata dall’Università in cui lavorava per il suo impegno politico e sociale e che ha ricevuto minacce nel suo Paese, è giunta in Italia su un’imbarcazione alla fine del 2023 per sfuggire all’oppressione del regime.

L’Assessore alle politiche sociali Serena Spinelli si è incontrata stamattina con alcune rappresentanti dell’associazione UDIK che le hanno chiesto di aderire e rilanciare l’appello per la liberazione di Majidi. Richiesta alla quale hanno deciso di unirsi anche gli Assessori Monia Monni, Alessandra Nardini e Stefania Saccardi.

Giani ha commentato:

La vicenda di Majidi deve trovare l’attenzione che merita, perché sembra proprio che alla base dell’accusa ci siano elementi da chiarire e che potrebbero scagionarla.

La sua storia somiglia a quella di tante altre persone, costrette a scappare da paesi e governi dove la tutela dei diritti umani non figura tra le priorità. Chi riesce a sottrarsi e a trovare rifugio altrove deve però vederseli riconosciuti questi diritti.

I quattro Assessori hanno detto:

Con l’associazione abbiamo un legame di collaborazione e di condivisone delle istanze in favore delle donne curde, dei diritti, della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli. Majidi è stata costretta a fuggire dal suo paese per il suo attivismo contro ogni forma di ingiustizia e violenza.

Sul suo caso è giusto che ci sia la massima attenzione, viste le tante lacune del procedimento in corso, sulla base di un inasprimento delle norme introdotto con il cosiddetto Decreto Cutro, e dato che la sua detenzione, tra scioperi della fame e numerosi appelli, va avanti da mesi, dopo essere riuscita ad arrivare in Italia dove invece avrebbe dovuto trovare accoglienza e protezione.