I Costruttori di Cattedrali erigevano i propri manufatti con geometrie studiate per amplificare le assonanze tra i diversi spazi vuoti (interni), che si sommavano, fino a costituire una determinata “nota”, ch’esaltasse lo spirito di chi sostava tra quelle mura. Essi seguivano i criteri di una tradizione millenaria, contenuti nella Scienza del Suono (la sonorità degli spazi vuoti) che, in occidente, ebbe in Pitagora il suo precursore.
Athos A. Altomonte
Musica perduta che ci medica come un balsamo. Per le stradine, di notte, attutita dietro il fumo di una taverna, improvvisa come un passante lieto. Percepita al confine del sonno e del risveglio. Come un richiamo.
Musica ritrovata come un “adagio” che rallenta il cuore, come un tamburo che racconta l’estasi e invita alla danza. Musica che sopravvive di nascosto tra le gabbie chimiche del mondo o nelle residenze urbane. Musica di Orfeo che scioglie i cristalli di neve. Musica bianca come la somma dei colori. Musica di una sola nota di flauto davanti all’imperatore d’Oriente. Allusione al genio vibrante. Rivelazione acustica della Creazione.
Dalla bocca che canta escono bestie, stelle e uccelli. Il serpente si arrampica lungo l’albero della vita, lungo le architetture gotiche delle cattedrali, lungo la spina dorsale del Paradiso. E poi musica che cerca l’Inferno. Musica da incatenare in oscure prigioni, musica che si nutre di abissi e di tempeste. Di suoni partoriti da legioni di maschere vuote.
Dietro quegli occhi c’è il sonno. Dietro quelle interminabili apparenze, dietro quegli accordi perfetti c’è il Niente. Il terribile mistero della seconda morte.
Qualcosa tenterà di dividerci, di spezzarci in una parvenza di divenire. Solo fin quando lo vorremo, fin quando ricorderemo l’intonazione segreta della Musica che guarisce. La potenza dell’Anima.
La nota dell’anima è il “nome occulto” dell’iniziato. Che gli si svela come luce che illumina al compimento del processo di trasmutazione. Quando la tradizione misterica dei Grandi Iniziati (Iniziati Maggiori) fa riferimento al “nome occulto” di una Presenza irrivelabile (Entità divina), o di un Iniziato (spirito vivente), non intende riferirsi ad un nome proprio ma al suo suono interiore (la nota spirituale), che fisicamente appare come luce di amore e conoscenza.
Il postulato del suono silenzioso scaturisce un teorema che comprende 4 aspetti. L’energia genera moto; il moto produce suono; il suono determina la luce; la luce dà origine a colore e calore.
Athos A. Altomonte
Gli antichi sapienti Indù tramandano che il mondo fu creato da una esplosione di Suono. La mucca-dio fece MUA e la realtà si compì in gerarchie decrescenti di livelli, dall’umano sino al minerale, sino al palazzo sonoro del quarzo.
Il discepolo, sulla strada della liberazione, sillaba ritualmente il mantra AUM – contrario di MUA – e cerca di risalire la corda invisibile che unisce terra e cielo per ritornare all’Origine dentro la bocca cavernosa del dio-prima-del-mondo.
Intanto le città sono piene di rumore e sembra impossibile poter percepire un ordine armonico in mezzo alla miriade di fischi, clacson, frequenze, sirene, voci, rombi prodotti dall’uomo affollato da macchine caotiche.
Anche un suono-rumore può essere un suono-zen nella operosità tradizionale della Confraternita iniziatica, della Loggia o del Convento d’oriente e d’occidente. Anche il secchio con cui si attinge acqua al pozzo, può essere la voce di Dio. Qualcosa si muove o si preannuncia confusamente anche per noi “di qui”. Molti cercano e aspettano il Silenzio, nel frastuono delle città. Prima che tutto ritorni, come doveva essere in Principio, sole e festa.
L’iniziato – artigiano lo sa. E costruisce pezzo per pezzo la propria opera nel massimo raccoglimento. E lima e taglia. Sa di essere egli stesso uno strumento “musicale”. Il suono si farà spazio tra i tasti bianchi e neri della sua anima sino alla cassa di risonanza del Cuore. Così nasce la Meraviglia. Ora e sempre: dal Lavoro e dal Silenzio.
Autore Hermes
Sono un iniziato qualsiasi. Orgogliosamente collocato alla base della Piramide. Ogni tanto mi alzo verso il vertice per sgranchirmi le gambe. E mi vengono in mente delle riflessioni, delle meditazioni, dei pensieri che poi fermo sul foglio.