Il 19 novembre a Napoli, una serata unica che fonde filosofia, narrativa e riflessione
Riceviamo e pubblichiamo.
Martedì 19 novembre alle ore 18:00, presso ScottoJonno, caffè letterario, cocktail bar, biblioteca diffusa, situato all’interno della Galleria Principe di Napoli, ospiterà la presentazione de ‘L’Eclittica’, il nuovo racconto di Gianfranco Pecchinenda.
L’autore, affermato saggista e professore di Sociologia della Conoscenza all’Università Federico II di Napoli, dialogherà con la sociologa Giustina Orientale Caputo, mentre le letture saranno affidate all’attore Gianni Nardone.
L’incontro, moderato dagli editori Tonia Zito e Ottavio Mauriello, rappresenta una nuova occasione per approfondire il pensiero dell’autore, che con questo libro continua la sua esplorazione delle inquietudini umane attraverso una narrazione sospesa tra filosofia e realtà.
‘L’Eclittica’ è disponibile in libreria dal 25 settembre, pubblicato da inKnot Edizioni.
Nel racconto, Pecchinenda intreccia il racconto di un misterioso processo di disgregazione della realtà vissuto dal professor Marchegiani. Un uomo che, di fronte all’inspiegabile scomparsa della sua bicicletta e alla crescente sensazione di invisibilità durante le lezioni, intraprende una riflessione profonda sul senso della vita, il passare inesorabile del tempo e la ricerca della felicità.
Con l’aiuto di un collega, Amalfitano, Marchegiani esplorerà le possibilità di vivere senza scadenze, immerso nella Legge della dilazione, una condizione che permetterebbe di vivere in un presente senza orologi, in un continuo rinvio del futuro.
Un racconto che invita i lettori a riflettere sulle tensioni tra realtà e irrealtà, tra il razionale e il surreale, portando alla luce le fragilità dell’esistenza umana e i suoi meccanismi psicologici più profondi.
‘L’Eclittica’ invita il lettore a riflettere sulla vera essenza del tempo, non come un’entità da misurare o da rincorrere, ma come un flusso da vivere pienamente. Pecchinenda suggerisce che la felicità non risiede nella ricerca di uno stato ideale e duraturo, ma nella capacità di godere dei piccoli attimi del presente, liberi dalle ansie del futuro.
Il romanzo ci spinge a vivere abbracciando la bellezza del ‘qui e ora’ e ci ricorda che la felicità non è una meta, ma una condizione d’essere. Questo breve racconto ci invita a liberarci dalla paura del domani e dall’angoscia della fine, insegnandoci a vivere con consapevolezza ogni singolo momento.