Mettere in discussione le proprie convinzioni
Mi insegnarono che ci sono due tipi di domande.
Il primo tipo è la domanda con vero interesse di sapere, di conoscere, e deriva dal sentirsi ignoranti o dal volere acquisire anche un’altra prospettiva rispetto alla propria.
Il secondo tipo è la domanda di chi ha già in sé una propria risposta e non vuole realmente conoscere qualcosa di nuovo, bensì una conferma in merito ad una propria convinzione.
La domanda del secondo tipo è rischiosa per chi la formula poiché, se non si riceve una conferma a ciò che si pensa può creare irritazione e malcontento.
Se non si desidera mettere in dubbio una propria convinzione sarebbe meglio non chiedere nulla, giacché una risposta diversa da quella che si desidera può creare dolore.
Un insegnante od un consulente filosofico deve essere preparato a riconoscere la differenza tra i due tipi di domande e dilungarsi nelle risposte solo se si accorge che chi pone le domande è realmente interessato anche a valutare punti di vista differenti dai propri.
Ovviamente, anche colui che risponde deve essere capace di mettere in discussione le proprie convinzioni se il dialogo richiede un approfondimento sereno sulle questioni dibattute.
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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