Autore: Gustave Nadaud
Titolo: Le soldat de Marsala
Anno di pubblicazione: 1861
Canzone ispirata alla Spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, 1860, che larghissima eco ottenne in tutta Europa, e che presenta degli incredibili punti di contatto con ‘La guerra di Piero’ di Fabrizio de André.
Nato nel 1820 a Roubaix, nell’estremo nord-est della Francia, Gustave Nadaud fu dapprima ragioniere nell’azienda di famiglia.
Iniziò a comporre canzoni all’età di 28 anni, cantandole agli amici, che le apprezzarono molto. Pubblicò, quindi, i suoi testi, specialmente nei giornali L’Illustrator e Le Figaro. Si tratta, perlopiù, di brani di sapore popolare, ironici e spesso politicamente e socialmente engagés.
Una sua famosa canzone, poi cantata anche da Georges Brassens, è ‘Le Roi Boiteux’, ovvero ‘Il re zoppo’, una satira politica del II Impero e di Napoleone III; scrisse uno spettacolo di canzoni intere, ‘Pandore’, che fu proibito dal regime.
Malgrado il successo che aveva, e pur essendo uno dei primissimi cantautori in senso moderno, i suoi testi furono sempre musicati da lui personalmente, e in parte anche interpretati, fedele ai suoi principi artistici e umani, Nadaud rifiutò sempre qualsiasi tipo di compenso e pretese che i suoi testi fossero di pubblico dominio; in questo lo si potrebbe considerare un deciso antenato del copyleft. Anche per questo morì nella più totale povertà a Parigi, nel 1893.
Ma veniamo alla canzone in particolare.
Non è ovviamente necessario insistere troppo sull’eco che la spedizione dei Mille ebbe in tutto il mondo, tanto più nella vicina Francia. Era l’epoca in cui persino i contadini russi si dicevano che un giorno sarebbe arrivato Garibaldov a liberarli, e un tipo di camicia – rossa – portata dai suddetti contadini veniva chiamata garibal’dejka.
‘Le soldat de Marsala’ è del 1861, ovvero l’anno dopo la spedizione dei Mille. Nadaud non era mai stato sicuramente nei luoghi della canzone, quindi scrisse semplicemente un testo ispirandosi, probabilmente, alle cronache che affluivano anche in Francia dai corrispondenti di guerra; non dimentichiamoci che collaborava con Le Figaro.
Ne venne fuori un’aria dal carattere decisamente pacifista e contro la guerra, che ottenne in Francia un successo notevole, anche sulla spinta dell’emozione del momento.
Indubbiamente, la prima parte della canzone ricorda ‘La guerra’ di Piero di De André; leggendo il testo e la traduzione le coincidenze appaiono chiare.
Le soldat de Marsala | Il soldato di Marsala |
Nous étions au nombre de mille, Venus d’Italie et d’ailleurs, Garibaldi, dans la Sicile, Nous conduisait en tirailleurs; J’étais un jour seul dans la plaine Quand je trouve en face de moi Un soldat de vingt ans à peine Qui portait les couleurs du roi. Je vois son fusil se rabattre: C’était son droit; j’arme le mien, Il fait quatre pas, j’en fais quatre, Il vise mal, je vise bien. |
Eravamo in mille venuti dall’Italia e da altrove; Garibaldi, in Sicilia ci portava come fucilieri; un giorno ero solo nella piana quando mi ritrovo davanti un soldato d’appena vent’anni che portava i colori del Re. Gli vedo spianare il fucile: era suo diritto; io armo il mio, lui fa quattro passi, io ne fo quattro, lui mira male, io miro bene. |
Ah! Que maudite soit la guerre Qui fait faire de ces coups-là; Qu’on verse dans mon verre Le vin de Marsala! |
Ah! Maledetta sia la guerra che fa tirare di quei colpi; e che si versi nel mio bicchiere il vino di Marsala! |
Il fit demi-tour sur lui-même. Pourquoi diable m’a-t-il raté? Pauvre garçon! Il était blême; Vers lui je me précipitai. Ah! Je ne chantais pas victoire, Mais je lui demandai pardon. Il avait soif, je le fis boire, D’un trait il vida mon bidon. Puis je l’appuyai contre un arbre Et j’essuyai son front glacé: Son front sentait déjà le marbre. S’il pouvait n’être que blessé! |
Fece mezzo giro su se stesso. Perché diavolo mi ha mancato? Povero ragazzo! Era pallido; verso di lui sono accorso. Ah! Non cantavo vittoria, ma gli ho chiesto perdono. Aveva sete, gli diedi da bere, e d’un colpo mi vuotò la borraccia. Poi lo appoggiai ad un albero e asciugai la sua fronte gelata: la sua fronte già sapeva di marmo. Se egli poteva non esser che ferito! |
Ah! Que maudite soit la guerre Qui fait faire de ces coups-là; Qu’on verse dans mon verre Le vin de Marsala! |
Ah! Maledetta sia la guerra che fa tirare di quei colpi; e che si versi nel mio bicchiere il vino di Marsala! |
Je voulus panser sa blessure, J’ouvris son uniforme blanc: La balle, sans éclaboussure, Avait passé du coeur au flanc. Entre le drap et la chemise, Je vis le portrait en couleurs D’une femme vieille et bien mise Qui souriait avec douceur. Depuis, j’ai vécu Dieu sait comme, Mais tant que cela doit durer, Je verrai mourir le jeune homme Et la bonne dame pleurer. |
Ho voluto medicare la sua ferita Ho aperto la sua uniforme bianca: La palla, senza ripercussione Era passata a fianco del cuore. Tra la casacca e la camicia, ho visto un ritratto a colori di una signora vecchia e florida che sorrideva dolcemente. Poi, ho visto, solo Dio sa come, quel tanto che la cosa deve durare, io ho visto morire un giovane ragazzo e la bella signora piangere per lui. |
Ah! Que maudite soit la guerre Qui fait faire de ces coups-là! Qu’on emporte mon verre! C’était à Marsala. |
Ah! Maledetta sia la guerra che fa tirare questi colpi! Che mi portino via pure il bicchiere! È questo che è accaduto a Marsala! |
Bisognerebbe, quindi, riuscire a sapere, ma è una cosa purtroppo impossibile adesso, se De André, in qualche modo, conoscesse la canzone di Nadaud. Il fatto che Brassens fosse stato il suo “maestro e che abbia cantato i suoi brani, potrebbe deporre a favore di quest’ipotesi; ma non ne è possibile ottenerne la certezza.
In Francia, ‘Le soldat de Marsala’ è stata riproposta periodicamente da alcuni artisti negli spettacoli e in CD, come, ad esempio, Raoul de Godewarsvelde o Serge Utgè-Royo; in generale si può affermare che la sua fama non è mai venuta meno.
Da Canzoni contro la guerra.
Autore Salvatore Bafurno
Salvatore Bafurno, napoletano ma vive a Piacenza, ex dirigente delle ferrovie italiane, ama la lettura e la scrittura.