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Le otto montagne, di Paolo Cognetti

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'Le otto montagne', Paolo Cognetti


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Titolo: Le otto montagne
Autore: Paolo Cognetti
Editore: Giulio Einaudi Editore
Collana: Supercoralli
Prezzo: € 18,50

Paolo Cognetti (Milano, 1978) ha realizzato per minimum fax la serie ‘Scrivere / New York’, nove puntate su altrettanti scrittori newyorkesi, da cui è tratto il documentario ‘Il lato sbagliato del ponte, viaggio tra gli scrittori di Brooklyn’.

Paolo CognettiLa sua passione per New York si è concretizzata in due guide: ‘New York è una finestra senza tende’, Laterza 2010, e ‘Tutte le mie preghiere guardano verso ovest’, edt 2014. Per Einaudi ha curato l’antologia ‘New York Stories’, 2015, e ha pubblicato il romanzo ‘Le otto montagne’, 2016.

Il suo blog è paolocognetti.blogspot.it

‘Le otto montagne’, di Paolo Cognetti, è il primo classificato al Premio Strega 2017, per me, premio meritatissimo.

Un romanzo di formazione, una storia di amicizia tra due ragazzi che diventano uomini. Quel filo indistruttibile che lega tutta la vita.

Pietro vive la sua irrequietezza viaggiando per il mondo, Bruno appartiene alle montagne alle pendici del Monte Rosa in cui, diventato grande, ha deciso di restare. Entrambi sono cresciuti all’ombra di Giovanni, il papà di Pietro, un uomo che riusciva ad essere felice solo salendo sempre più in alto sulle sue amate vette.

Il figlio, ad un certo punto, lo rifiuta per poi riscoprirlo quando è troppo tardi; Bruno invece, il figlio di adozione che è rimasto lì a Grana, lo frequenta ogni giorno e forse lo conosce più profondamente dell’erede biologico. Solo alla morte del genitore, Pietro, in un pellegrinaggio tra le cime così care a Giovanni, cerca e trova la vera essenza di suo padre.

E sapevo una volta per tutte di aver avuto due padri: il primo era l’estraneo con cui avevo abitato per vent’anni, in città, e tagliato i ponti per altri dieci; il secondo era il padre di montagna, quello che avevo solo intravisto eppure conosciuto meglio, l’uomo che mi camminava alle spalle sui sentieri, l’amante dei ghiacciai.

Ad un certo punto della sua vita Pietro scappa dai suoi monti, gira il mondo e va in Nepal dove, nella leggenda delle otto montagne, ritrova l’essenza del monte dentro sé:

In Nepal si dice che il mondo è una ruota a otto raggi. Al centro c’è una montagna altissima, il monte Sumeru, intorno otto montagne, i raggi della ruota, e tra di loro otto mari. E si domanda il saggio: «Avrà imparato di più chi ha fatto il giro delle otto montagne o chi è arrivato in cima al monte Sumeru?»

[….] «Tu saresti quello che va per le otto montagne e io quello che sale sul monte Sumeru?». «Pare proprio di sì», risponde Pietro.

Una storia forte di emozioni e di amicizia, raccontata in modo semplice, senza inutili orpelli linguistici o narrativi. L’altura è lì, reale, con i suoi incantevoli paesaggi, con i suoi splendidi alpeggi, con i suoi suggestivi ghiacciai.

La natura va rispettata e Cognetti lo sottolinea concretamente, senza inutili sentimentalismi. Con grazia e semplicità lo scrittore riesce a farci respirare l’anima del luogo, a vivere quell’amicizia rude senza sdolcinatezze che solo gli uomini di montagna conoscono, quei legami senza parole che durano una vita intera, che sono simili ad una fratellanza.

Senza bisogno di usare né turpiloquio, né scene di sesso, che oggi erroneamente si crede siano necessari per la riuscita di un romanzo, l’autore narra una storia di riscoperta dei sentimenti semplici e veri, che arriva dritta al cuore, che ti impedisce di staccarti dalle pagine, fino alle battute finali.

La trama
La montagna non è solo neve e dirupi, creste, torrenti, laghi, pascoli. La montagna è un modo di vivere la vita. Un passo davanti all’altro, silenzio, tempo e misura.

Lo sa bene Paolo Cognetti, che tra una vetta e una baita ambienta questo potentissimo romanzo. Una storia di amicizia tra due ragazzi – e poi due uomini – così diversi da assomigliarsi, un viaggio avventuroso e spirituale fatto di fughe e tentativi di ritorno, alla continua ricerca di una strada per riconoscersi.

«Si può dire che abbia cominciato a scrivere questa storia quand’ero bambino, perché è una storia che mi appartiene quanto mi appartengono i miei stessi ricordi.

In questi anni, quando mi chiedevano di cosa parla, rispondevo sempre: di due amici e una montagna. Sì, parla proprio di questo».
Paolo Cognetti

Pietro è un ragazzino di città, solitario e un po’ scontroso.
La madre lavora in un consultorio di periferia, e farsi carico degli altri è il suo talento. Il padre è un chimico, un uomo ombroso e affascinante, che torna a casa ogni sera dal lavoro carico di rabbia.
I genitori di Pietro sono uniti da una passione comune, fondativa: in montagna si sono conosciuti, innamorati, si sono addirittura sposati ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo.

La montagna li ha uniti da sempre, anche nella tragedia, e l’orizzonte lineare di Milano li riempie ora di rimpianto e nostalgia.

Quando scoprono il paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa, sentono di aver trovato il posto giusto: Pietro trascorrerà tutte le estati in quel luogo «chiuso a monte da creste grigio ferro e a valle da una rupe che ne ostacola l’accesso» ma attraversato da un torrente che lo incanta dal primo momento. E lì, ad aspettarlo, c’è Bruno, capelli biondo canapa e collo bruciato dal sole: ha la sua stessa età ma invece di essere in vacanza si occupa del pascolo delle vacche.

Iniziano così estati di esplorazioni e scoperte, tra le case abbandonate, il mulino e i sentieri più aspri. Sono anche gli anni in cui Pietro inizia a camminare con suo padre, «la cosa più simile a un’educazione che abbia ricevuto da lui».
Perché la montagna è un sapere, un vero e proprio modo di respirare, e sarà il suo lascito più vero: «Eccola lì, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino». Un’eredità che dopo tanti anni lo riavvicinerà a Bruno.

Paolo Cognetti, uno degli scrittori più apprezzati dalla critica e amati dai lettori, entra nel catalogo Einaudi con un libro magnetico e adulto, che esplora i rapporti accidentati ma granitici, la possibilità di imparare e la ricerca del nostro posto nel mondo.

Autore Elisa Santucci

Divoratrice di libri e sperimentatrice culinaria.