Barbara Napolitano presenta il suo ultimo libro – pièce affidandosi alla suggestiva voce di Massimo Andrei
Giovedì 15 ottobre, ore 17:30, presso la casa editrice Guida, sita in via Bisignano n.11 a Napoli, si è tenuto un interessante incontro di alto valore culturale incentrato sull’ultima fatica letteraria dell’antropologa, scrittrice, docente e regista Barbara Napolitano, ‘Le Metamorfosi di Nanni’, edito da Guida, appunto, che raccoglie il testo dell’atto unico teatrale che debutterà mercoledì 28 ottobre, ore 21:00, presso il Teatro Bellini della città partenopea, di cui curerà lei stessa la regia.
In presenza di pochi selezionatissimi ospiti, nel rispetto delle norme anti-Covid attualmente in vigore, la Cultura si è declinata nell’infinità dei suoi linguaggi, letterario, teatrale, musicale, visivo, per porre l’attenzione su uno dei punti cardine della vita umana: la ricerca della felicità nella disperata speranza, o speranzosa disperazione – fate voi! – che la brama umana si appaghi.
Non una classica presentazione di un libro, né una tipica conferenza stampa per annunciare la messa in scena della pièce che, tra l’altro, inaugura la rassegna musicale ‘Be Music’ nella meravigliosa sala partenopea. Ma qualcosa di più suggestivo ed avvolgente nella sua preziosa intimità che, al contempo, culmina in una miriade di emozioni condivise.
Barbara, in veste di padrona di casa, funge anche da moderatrice. Dopo i ringraziamenti di rito, da abile comunicatrice, con tono frizzante e divertente, illustra il suo progetto.
Un testo che vede la luce 30 anni fa, una favola intrisa di racconti diversi, perché mai, come oggi, abbiamo bisogno di evadere con la mente, tanto siamo affogati in una realtà così grave, un momento di condivisione e coesione per godere della bellezza in tutte le sue accezioni possibili.
Nell’ostello di Zia Tita, di cui vestirà i panni Giorgia Trasselli, si intrecciano le storie di Nanni, un mercante di favole, Giovanni Block, e di Ernesto, il suo contraltare, agente di commercio pratico e concreto, Lello Arena. Attorno a loro ruoteranno una serie di personaggi diversi, ben caratterizzati, interpretati da Adriano Falivene e Annarita Ferraro.
La musica occuperà un posto tanto importante da assurgere a co-protagonista.
A fungere da “narratore di movimenti” sarà Massimo Andrei, una sorta di burattinaio che tirerà le fila delle marionette sul palco e, proprio per questo, sarà in una posizione rialzata rispetto a loro, con il compito di anticipare agli spettatori cosa sta per accadere.
Non indugia oltre Barbara, lascia spazio a Massimo, il quale si sofferma sulla scelta del titolo “metamorfosi”, elemento indispensabile in letteratura per raccontare un’evoluzione, quel viaggio che da 30 anni porta l’autrice ad esplorare se stessa e il mondo in una luce diversa e sul potere immaginifico delle parole.
Infine, ci regala un’incantevole mise en espace leggendo, anzi, interpretando, con la maestria che solo i grandi sanno avere, le intense pagine del testo per renderle concrete e palpabili.
Un delicatissimo sottofondo musicale, dono dell’ottimo Giovanni Block, accarezza dolcemente il reading. Applausi scroscianti per entrambi.
Tocca di nuovo a Barbara. Stavolta è più incisiva e dettagliata nello spiegare la molla propulsiva che l’ha portata a redigere la favola. In una sorta di dormiveglia, toccandosi il viso, si è chiesta se la pelle, adagiata in altro modo potesse deformarlo, così come le cose mutare la realtà. Ed ecco che comincia a cambiare il volto del suo mondo e, in uno dei primissimi racconti che prendono corpo, si ispira a persone che fanno parte della sua quotidianità.
Da lettrice “affamata” sin da bambina, in modo più o meno consapevole, prende in prestito citazioni e rimandi di letterati celebri e li rielabora in modo personalissimo. Nel rileggere il libro prima della pubblicazione ha scelto, volutamente, di non modificarlo, perché era importante che si notasse lo scorrere del tempo. Un teatro vicino alle persone, quello a cui punta, con un linguaggio semplice, diretto, ma non per questo meno incisivo.
Ed ecco che il Mercante diviene un alter ego un po’ per tutti, per se stessa e per i personaggi delle storie, i quali, si recano da lui perché metta in atto la trasformazione a cui ambiscono tanto; è come una sorta di cornice che racchiude in sé tutti i personaggi che fanno parte del quadro.
Quando circa 10 anni fa, Barbara incontra Giovanni, capisce di avere di fronte il suo protagonista in carne ed ossa, un artista libero, faticosamente dentro uno schema, se non addirittura fuori di esso. Averlo “costretto” ad entrare nel suo racconto, consegnandogli i testi in piena libertà, assecondando la sua natura, ha fatto sì che li facesse propri trasformandoli in musica. Il libro, conclude, le è servito per recuperare quella parte immaginata che, per esigenze drammaturgiche, non potrà essere in scena.
Naturalmente, Block continua sulla sua scia, affermando come lei sia l’unica regista con cui riesce ad interagire in teatro, dato che, in genere, è abituato a gestire in modo “anarchico” lo spazio scenico, anche interrompendo una canzone se ha l’intuizione di una battuta fulminante.
In questo lavoro ha prediletto una semplicità di arrangiamento, cercando il colore ambrato del circo, con una quantità minima degli strumenti, rendendo più fluidi e “filastroccanti” i complessi monologhi del testo.
Quale miglior riprova delle sue parole, se non cimentarsi in una piacevole e coinvolgente esibizione, che porta, inevitabilmente, Barbara e Massimo a ripetere con lui parte del ritornello e noi ad accennare qualche movimento del corpo pur stando seduti a goderci lo spettacolo.
Proprio nel tentativo di dar vita ad un teatro che sia il racconto di una sospensione, la nostra ci introduce Umberto RGK Bogard, che ha curato le tavole dei personaggi, le bellissime illustrazioni che arricchiscono le favole.
Umberto, nell’evidenziare lo stretto legame che lo unisce a sua sorella Barbara, ci svela che, in realtà, leggendo quelle storie da 30 anni, si era sempre immaginato le loro possibili rappresentazioni grafiche come un’esplosione di colori, a volte anche contrastanti, così come ricchi di diverse sfumature appaiono gli eroi narrati. Pur in piena libertà, ha voluto che lei lo indirizzasse, per non tradire l’intenzione con la quale i personaggi erano stati creati.
La Napolitano, a questo punto, approfondisce il concetto della cornice del Mercante che sfrutta il desiderio di migliorare e migliorarsi, soprattutto esteticamente, tematica onnipresente nel testo. Un racconto che, seppur partito decenni fa, è contemporaneo: la pericolosità di una serie di azioni in nome di un agognato perfezionamento fisico, di una preminenza dell’esteriorità sull’interiorità, della forma a scapito della sostanza.
Il desiderio di piacere a se stessi che resta sempre inappagato, perché non appena si raggiunge lo spasimato risultato, invece di goderne appieno, si pensa immediatamente al successivo, fino a sprofondare in una desolante e perenne insoddisfazione, in un’infinita corsa sfibrante. È un libro, chiosa, che si consegna con sincerità, senza scendere a compromessi, restando leggero, pur nel trattare argomenti seri.
E su tale argomento torna ad incidere Massimo, evidenziando come non tutti siano in grado di trattare il dolore con leggerezza, perché ha dei codici specifici che si rischia di non rispettare, mentre in quest’opera è la cifra stilistica.
Un atto di coraggio quello di scrivere un libro di favole con le figure a corredo, a maggior ragione oggi, nell’era della comunicazione istantanea. Si è partiti secoli fa con la favola e, dopo legami stranianti e fasulli nell’epoca dei social, ad essa si torna. Questa è la leggerezza, queste sono le rivoluzioni!
L’autrice riprende per pochi istanti la parola, giusto il tempo di ringraziare tutti, l’editore, Diego Guida, che ha sposato il progetto, e coloro che, a vario titolo, ne hanno preso parte.
Nell’attesa di assistere allo spettacolo ‘Le Metamorfosi di Nanni’ il 28 ottobre, al Teatro Bellini, leggiamoci questa dolcissima e struggente favola!
Autore Lorenza Iuliano
Lorenza Iuliano, vicedirettore ExPartibus, giornalista pubblicista, linguista, politologa, web master, esperta di comunicazione e SEO.