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Le favole casertane diventano ‘I racconti meravigliosi’

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'I racconti meravigliosi'


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Dal 24 dicembre sui social

Riceviamo e pubblichiamo.

A partire dal 24 dicembre inizia il progetto ‘I racconti meravigliosi’, ovvero fiabe e storie popolari casertane raccolte dall’antropologo Augusto Ferraiuolo in collaborazione con Mutamenti / Teatro Civico 14 e Brillante Massaro di Matutae Teatro.

Sulla pagina social dedicata a ‘I racconti meravigliosi’ si vedranno le fiabe videoregistrate singolarmente. Le fiabe e i racconti, ad accesso gratuito, che saranno proposti sono quelli pubblicati nel corso degli anni da Ferraiuolo.

Dice il professore Ferraiuolo, docente a Boston:

Non esiste, non è mai esistito in alcun luogo un popolo senza racconti. Tutte le classi, tutti i gruppi umani hanno i loro racconti e spesso questi racconti sono fruiti in comune da uomini di culture diverse, talora opposte: il racconto si fa gioco della buona e della cattiva letteratura: internazionale, trans-storico, trans-culturale, il racconto è come la vita.

Lo staff di Mutamenti / Teatro Civico 14 sottolinea:

Il primo racconto sarà ‘Ce steva ‘n’omme’ ed è affidato a Roberto Solofria. Ogni settimana la lettura sarà affidata a un attore diverso e le musiche saranno di Luca Rossi.

Così Augusto Ferraiuolo presenta il progetto:

In primis, va sottolineato il carattere di gioco: quanto proposto non ha la pretesa di una riflessione critica, ma vuole semplicemente riunire persone intorno al focolare mediatico rappresentato da internet, che si producono in uno storytelling, anch’esso mediatico, raccontando narrazioni che in differenti momenti sono state raccolte nel corso della mia attività di etnografo nella zona casertana.

La pretesa di unicità/eccezionalità di tali narrazioni è stata già ampiamente smontata nelle edizioni pubblicate e qui indicate in bibliografia. È opportuno in ogni caso ricordare che il localismo e l’identità, termini pericolosi e ambigui, non vanno confusi con il senso di collettività.

Questo ha a che fare con quella che si definisce sanzione collettiva: se ho potuto registrare nel corso delle mie ricerche delle narrazioni è perché tali narrazioni sono state accettate e selezionate all’interno di una comunità che trasmette ciò che ritiene di interesse, nel pieno rispetto filologico di tradizione, vale a dire il passare ai posteri.

Ferraiuolo ancora evidenzia:

Va marcato che le persone coinvolte in questo progetto appartengono a una rete sociale già costituita. In altri termini, si tratta di amici, conoscenti, compagni di cordata e/o di sventura, che aderiscono a questo gioco.

Se è vero che non c’è alcun fine didascalico, filologico o analitico, è pur vero che la funzione di recupero e fissazione della memoria è auspicabile e, in fondo, inevitabile. Questi racconti, nati all’interno di una trasmissione orale della conoscenza diventano obsoleti in una nuova formazione sociale che ha modalità e stili narrativi specifici e certamente diversi.

La loro riproposta in un linguaggio mediatico contemporaneo aiuta a preservarli, sia pure con tutta una seria di limiti teorici tipici di ogni processo di traduzione; e la riproposizione di questi racconti attraverso video e canali social è inevitabilmente una traduzione, con un forte grado di tradimento.

Forse è anche inutile ricordare che gioco, collettività, rete sociale, recupero e fissazione della memoria sono tra le funzioni portanti della narrativa folklorica.

Il cerchio, quindi, si chiude, in una riproposta assolutamente diversa dall’oralità di partenza, ma profondamente rispettosa della struttura profonda di tale narrazione, in un’ottica di contemporaneità.