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Lazio, Lombardi: 2 mln in collegato per comunità energetiche



Ancora troppi limiti per il loro sviluppo. Possibile rimuoverli concludendo iter recepimento direttiva Ue RED II

Riceviamo e pubblichiamo dall’Ufficio Stampa della Regione Lazio.

Circa due milioni di euro per il periodo 2021 – 2023 per far nascere sui territori del Lazio le Comunità Energetiche basate su fonti rinnovabili impegnati nel Collegato al Bilancio, in discussione in questi giorni in Commissione Bilancio del Consiglio regionale.
Lo ha annunciato Roberta Lombardi, Assessore alla Transizione Ecologica e alla Trasformazione Digitale della Regione Lazio, durante il suo intervento in diretta FB al webinar dal titolo ‘Comunità energetiche – Opportunità per i territori’.

Spiega nel dettaglio Lombardi:

In particolare, abbiamo proposto di sostenere finanziariamente i gruppi di autoconsumo durante l’intero percorso: dai costi per la costituzione dei gruppi di autoconsumatori, ai costi di progettazione, acquisto, installazione degli impianti e dei sistemi di misura e di stoccaggio dell’energia.

Abbiamo anche previsto precisi criteri di accesso: prima le famiglie con basso reddito, poi la costituzione di gruppi numerosi e la presenza di elementi per stoccaggio di energia, proprio perché il tema dello stoccaggio è centrale nella costruzione di un sistema energetico affidabile, sicuro ed equo.

Gli altri criteri di premio per l’accesso ai finanziamenti sono la presenza di impianti geotermici a bassa entalpia e l’installazione di sistemi di ricarica per i veicoli elettrici o l’installazione di pompe di calore, la quantità di nuova energia rinnovabile prodotta, la quota di autoconsumo attesa al momento dell’installazione, l’uso di tecnologia per l’uso efficiente dell’energia.

In Italia grazie all’entrata in vigore in via sperimentale del Decreto Legge 162/19, articolo 42bis, i consumatori di energia elettrica possono già oggi associarsi per produrre e condividere localmente l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili e necessaria al proprio fabbisogno, presentando istanza al GSE mediante un portale dedicato.

Ma le norme sperimentali pongono ancora molti vincoli, sia fisici che giuridici, alla creazione di comunità energetiche, quali ad esempio il fatto che i membri di una comunità energetica devono essere direttamente connessi alla stessa cabina di bassa tensione e il limite di 200KW come potenza massima per i singoli impianti di produzione di energia all’interno di una comunità energetica.

Dobbiamo rimuovere questi limiti. Il recepimento nelle norme nazionali delle direttive UE, legge delega no.53 del 22 aprile 2021, potrà allargare perimetri e capacità complessiva per raggiungere obiettivi ben più ambiziosi.

Per esempio, la Francia ha esteso fino a un raggio di 20 km e fino a 3MW il perimetro e le potenze consentite per le Comunità dell’energia.

Soprattutto, il pieno recepimento della direttiva Ue RED II consentirà di implementare servizi indispensabili per rendere efficace lo strumento delle Comunità Energetiche Rinnovabili, ad esempio facendole funzionare come centrali energetiche virtuali; permettendo di effettuare scambi energetici certificati tra cittadini basate sui registri distribuiti e blockchain; integrando i mezzi di trasporto come dispositivi di accumulo nella rete elettrica; creando portafogli energetici digitali per la contabilizzazione degli scambi di energia e i pagamenti delle ricariche elettriche dei veicoli elettrici; monitoraggio dei consumi e degli scambi tramite app e dispositivi intelligenti.

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