I Manager che fanno ammalare
Quando Dio, preso da sconforto, riferì a Noè la sua triste decisione di distruggere il mondo, il patriarca sicuramente non deve averla presa affatto bene, anzi, credo proprio che se ci fosse stato un bravo psicanalista, l’avrebbe prontamente interpellato:
Come potrò vincere i sensi di colpa dopo aver lasciato annegare la quasi totalità dell’umanità intera?
Non credo però che, altrettanto, si facciano prendere dai rimorsi di coscienza i manager che spremono le “anime” dei propri subalterni quando li “lasciano a terra” mettendoli nelle condizioni di annichilire sentimenti ed emozioni.
Anna, pseudonimo, dallo schermo di casa sua, in una seduta online mi racconta affranta:
Il mio boss desidera che io risponda immediatamente a qualunque telefonata e in qualunque ora e non è affatto sensibile al fatto che io debba anche mangiare o accudire casa e figli; così mi ritrovo a tavola con il cellulare sempre pronto e, allo stesso modo, permetto di essere pedinata da quell’aggeggio in ogni momento, perfino quando sono in bagno.
Clienti, colleghi e datore di lavoro, mi possono raggiungere a qualsiasi ora fino a tarda sera ed io mi sento obbligata a rispondere immediatamente. Sono letteralmente svuotata.
Abbiamo indubbiamente creato un sistema economico atto ad espandere investimenti e ad arricchire il portafoglio degli imprenditori ma, al tempo stesso, vengono sempre meno incentivati i valori della solidarietà, della compassione e dell’amore.
Anna, ma non solo lei, riesce molto bene a comprendere al volo i bisogni dei clienti dell’azienda per cui lavora, dei suoi colleghi e del suo datore di lavoro, perdendo però di vista, senza colpa alcuna, le cause dell’insoddisfazione dei propri cari più stretti, le necessità emotive dei propri figli, della propria famiglia.
Conosce i misteri che si celano nel tono della voce di tutti i suoi interlocutori aziendali ma non è più in grado, come un tempo, di intercettare sensibilmente, con un solo sguardo, i malesseri del marito o dei propri genitori.
Mi dice con tono quasi drammatico:
Mi bastava un istante per capire che qualcosa non andava bene in famiglia e, in men che non si dica, ero pronta a qualunque genere di soccorso.
Ora è come se tutto mi scorresse davanti senza poter capire, comprendere e, peggio ancora, senza poter far nulla!
Stiamo creando esseri umani sempre più stressati dalla fretta, dai dati, dai codici.
Persone che sempre più assomigliano alle macchine, certamente bravissime nel produrre schemi aziendali, nell’inquadrare, schematizzare, fare calcoli, ordinare e riordinare; ma sempre meno capaci di sviluppare ed espandere il proprio potenziale umano, emotivo e sentimentale.
Quando sento dire che la Filosofia sia una materia poco appetibile a livello professionale rispondo che, più scorre il tempo, e più mi rendo conto di quanto invece sia utile, poiché non passa giorno in cui non venga contattato a causa di malesseri interiori sempre più evidenti e forse il peggiore è proprio il mal di esistere, il domandarsi ripetutamente:
Ma che ci sto a fare qui? È mai possibile passare tutta la vita in questo modo?
La Filosofia si preoccupa da secoli di affrontare il cosiddetto mal di vivere con lo scopo di poterci rendere coscienti di ciò a cui andiamo incontro, giorno dopo giorno.
Trascurarla significherebbe non dare più peso all’etica, ai sentimenti umani, alle emozioni, con il grave rischio di diventare apatici, freddi calcolatori e sempre più isolati in un sistema che ha riguardo solo per i numeri.
Anna ha bisogno di aiuto, come tutti noi abbiamo bisogno della nostra Arca.
Ha bisogno di mangiare quando è seduta a tavola, ha bisogno di sentire il battito del cuore dei propri figli, del marito, dei propri genitori quando è in famiglia.
Per non correre il rischio di non sentire più nemmeno il suo.
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Autore natyan
natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.
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