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‘L’ammore nun’è ammore’ al Positano Teatro Festival 2022

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Lino Musella - 'L'ammore nun'è ammore' - ph Manuela Giusto
Lino Musella - 'L'ammore nun'è ammore' - ph Manuela Giusto


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Lino Musella in scena il 1° agosto in piazza dei Racconti

Riceviamo e pubblichiamo.

Lunedì 1° agosto, ore 21:00, a Positano (SA), in piazza dei Racconti, nell’ambito del Positano Teatro Festival 2022 andrà in scena con lo spettacolo ‘L’ammore nun’è ammore’, 30 sonetti di William Shakespeare tradotti in napoletano da Dario Jacobelli, con Marco Vidino, regia Lino Musella, produzione Elledieffe.

Lino Musella, attore tra i più apprezzati della sua generazione, Premio Ubu 2019, è qui protagonista di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui ‘traditi’ in napoletano dall’artista Dario Jacobelli.

‘L’ammore nun’è ammore’ – nato a Le vie dei Festival, grazie ad un precedente studio realizzato alla Festa di Teatro Eco Logico di Stromboli – è un’originale ‘recita dei sentimenti’ tra emozioni, atmosfere magnetiche e intensi desideri. Musella racconta l’amore, la bellezza e la caducità della vita in una lingua coraggiosa, viscerale e seducente.

Ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino – ai cordofoni e alle percussioni – con le sue musiche suggestive e avvolgenti che accompagnano gli spettatori in questo intimo viaggio.

Dario Jacobelli, poeta scomparso prematuramente nel 2013, autore di racconti e romanzi, abile paroliere per musicisti come i Bisca, i 99 Posse e gli Almamegretta – ricorda l’attore – si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare.

Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra.

Al termine dello spettacolo sarà la volta della consegna del secondo dei due premi che portano il nome di Gerardo D’Andrea, questa volta dedicato ai nuovi protagonisti della scena, e, nello specifico, all’attrice Marianna Fontana, che il Maestro D’Andrea aveva avuto modo di apprezzare nelle interpretazioni cinematografiche di ‘Indivisibili’ di Edoardo De Angelis e ‘Capri-Revolution’ di Mario Martone nonché nello spettacolo teatrale ‘La Cupa’ di Mimmo Borrelli. Il premio che verrà consegnato a Marianna Fontana è opera del giovane artista Josef Esposito.

Cerimonia di consegna
Premio Gerardo D’Andrea
Nuovi Protagonisti
a
Marianna Fontana
Presenta Martina Carpi

Marianna Fontana – Biografia

Ha debuttato al cinema nel film ‘Indivisibili’ del 2016, di Edoardo De Angelis, insieme a sua sorella gemella Angela, ed entrambe sono state candidate al David di Donatello e al Globo d’oro come miglior attrice, e hanno vinto il Premio Guglielmo Biraghi e il David di Donatello per la migliore canzone originale.

Il film è approdato alle ‘Giornate degli Autori’, della 73ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, quindi al Toronto International Film Festival 2016, nella sezione ‘Contemporary World Cinema’ e al BFI London Film Festival 2016.

Nel film ‘Capri-Revolution’, del 2018,diretto e co-sceneggiato da Mario Martone e presentato in concorso alla 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, 2018, ha ricoperto il ruolo da protagonista.

Nel 2020 interpreta una delle protagoniste della serie televisiva ‘Romulus’, ideata da Matteo Rovere e diretta da lui insieme a Michele Alhaique e Enrico Maria Artale. In teatro è stata tra i protagonisti dello spettacolo ‘La Cupa’, scritto diretto ed interpretato da Mimmo Borrelli.

Josef Esposito  – Biografia

Autore Opera Premio Gerardo D’Andrea – Nuovi Protagonisti
Nato a Napoli nel 1999, inizia sin da piccolo a mostrare interesse verso l’arte. Frequenta il liceo artistico di Marigliano e completato gli studi ha intrapreso i suoi studi verso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove nel 2022 si è diplomato.

La chiave espressiva del linguaggio di Josef è radicata all’estetica classica, questa viene rivisitata e proposta con personale trattamento della materia dove si possono leggere segni, graffi e strappi di materia, segni personali dell’artista. Oltre il lato formativo, lo scultore partecipa a diversi bandi con l’accademia e con associazioni culturali, estemporanee e mostre collettiva nel territorio campano.

Nel suo giovane percorso inizia una collaborazione con la fonderia nolana Del Giudice, e conosce artisti di grande spessore sia a livello nazionale che mondiale. Attualmente il giovane scultore procede in una ricerca personale dell’estetica e della materia dei propri lavori, cercando di tirare fuori da questi un lato personale riconoscibile.

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