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Lamentarsi per sentirsi migliori?

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Un metodo sbagliato per l’emancipazione

Ti capita di brontolare?

Suvvia, in un certo senso è positivo perché ti rendi conto del tuo stato d’animo e di qualche problema che andrebbe risolto, ma poi?
Proviamo ad essere sinceri con noi stessi, ci sono quelli che, da piccoli, amavano giocare con il ‘piccolo chimico’ e quelli che, da adulti, e capita un po’ a tutti, si dilettano con ‘il piccolo critico’.

Perché così tanta passione per il giudizio e la colpevolizzazione?

Le ragioni sono diverse ma una in particolare può essere analizzata con facilità.

Dare libero sfogo alle proprie frustrazioni, imprecando contro questo o quello, per un attimo ci fa sentire forti, orgogliosi di sapere esternare i nostri diritti di critica.

Se poi le nostre lamentele vengono avvalorate da qualcuno che la pensa come noi ci sentiamo appoggiati e la sensazione di avere ragione cresce anche grazie alle imprecazioni aggiuntive degli amici.

Si protesta insieme e ci si sostiene diventando compagni di lamentazione, con il risultato di sentirsi superiori, un gradino al di sopra di coloro che abbiamo messo nel mirino dei nostri giudizi.

Mettendo in luce il lato mediocre degli altri ci sentiamo per breve tempo appagati e migliori, più saggi, ma è proprio così?

Finché non siamo in grado di affrontare le situazioni e di migliorarle rimaniamo prigionieri della nostra frustrazione la quale non farà altro che attendere di emergere nuovamente alla prima occasione.

Il consiglio del Consulente Filosofico, perciò, è quello di invitare a riflettere, a cercare di capire se non sia meglio un sano agire piuttosto che un malsano parlare mugugnando e brontolando.

La domanda socratica in questo caso sarebbe:

Vuoi davvero risolvere la questione o ti basta sentirti migliore per un attimo, finendo poi per ricadere nel tuo malcontento di sempre?

Sentirci migliori, per qualche istante, di coloro che reputiamo imbecilli, siano essi colleghi di lavoro, politici o manager, non pacifica la nostra mente.

È come trovarsi in volo su un aeroplano in balia del destino e di un pilota; possiamo imprecare finché vogliamo ma la sorte non cambierà a nostro piacimento solo perché siamo in grado di lamentarci.

Ciò che ci mette il cuore in pace è sapere agire al fine di ottenere condizioni migliori rispetto a quelle in cui ci troviamo; tutto il resto, appunto, sono solo improperi in volo.

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Autore natyan

natyan, presidente dell’Università Popolare Olistica di Monza denominata Studio Gayatri, un’associazione culturale no-profit operativa dal 1995. Appassionato di Filosofie Orientali, fin dal 1984, ha acquisito alla fonte, in India, in Thailandia e in Myanmar, con più di trenta viaggi, le sue conoscenze relative ai percorsi interiori teorici e pratici. Consulente Filosofico e Insegnante delle più svariate discipline meditative d’oriente, con adattamento alla cultura comunicativa occidentale.