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‘Lady Tourette’ arriva a Napoli: intervista a Noemi Giulia Fabiano

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Noemi Giulia Fabiano - ph Diana de Luca
Noemi Giulia Fabiano - ph Diana de Luca


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La delicata pièce sulla sindrome di Gilles de la Tourette in scena l’8 aprile al Teatro Bolivar di Napoli

Dopo la tappa autunnale al Teatro Accademico di Castel Franco Veneto (TV) approda a Napoli, l’8 aprile, al Teatro Bolivar, lo spettacolo ‘Lady Tourette’ della compagnia BisLuck, una vera e propria sfida artistica che punta i riflettori su un disturbo poco noto ma piuttosto diffuso: la sindrome di Gilles de la Tourette.
‘Lady Tourette’ è una pièce creata in collaborazione con AIST, Associazione Italiana Sindrome di Tourette, e in partnership con la GiuliArt Academy.

Grazie a un crowdfunding di successo ‘Lady Tourette’ è in tour e sta attraversando l’Italia dal 2019 per diffondere la conoscenza della sindrome attraverso gli incantevoli strumenti dello spettacolo dal vivo.

Abbiamo intervistato la fondatrice di BisLuck, autrice e regista dello spettacolo, Noemi Giulia Fabiano, classe ’90, autrice finalista alla biennale di Venezia 2021, e visionaria collezionista di progetti ambiziosi.

Che cos’è BisLuck?

È un gioco di parole, piuttosto rappresentativo, per definire l’associazione culturale fondata da me e Flavio Visone: uno spazio bislacco, apollineo e dionisiaco che si anima attraverso il lavoro di Chiara, Rosaria, Carolina, Sveda, Andrea, Serenella, Giulia.

In BisLuck c’è teatro, nuova drammaturgia, tanta danza, mimo, studio della scenotecnica, progettazione, comunicazione: una squadra eterogenea e creativa che abbraccia i progetti con slancio e senza risparmiarsi.

Come nasce l’idea di fare uno spettacolo sulla sindrome di Tourette?

Nessuno di noi conosceva realmente la complessità di questo disturbo e delle sue caratteristiche creative e geniali. Siccome mi affascinano le vie mediane, quelle incatalogabili e difficili da definire nettamente, sentivo di dover approfondire l’argomento.

Percepivo la Tourette come qualcosa di molto vicino e, allo stesso tempo, inafferrabile: tracciare nuovi contorni per raccontarla era una sfida stimolante, ma anche la possibilità di cominciare un progetto di rilevanza sociale.

Qual è stato il primo passo?

Un giorno di gennaio del 2018, sulla scia del nostro ultimo allestimento ‘Mozart, cacofonia in do maggiore’, decidemmo di contattare l’AIST, Associazione Italiana Sindrome di Tourette per sottoporre il lavoro, in quanto il musicista era tourettiano.

La risposta di AIST arrivò attraverso Donatella Comasini, attuale Presidente, e Cristian Turturiello, che ci proposero di fare qualcosa di più approfondito e ambizioso: un nuovo spettacolo, insieme!

Seguirono telefonate, email ed incontri, che portarono alla decisione comune di metterci all’opera per fare divulgazione in maniera innovativa. Non mi restava che partire per Milano, dove ha sede AIST, per cominciare la ricerca.

Come è nato lo spettacolo?

Avevo con me il registratore che mi aveva prestato Chiara, una delle attrici di BisLuck, e un quaderno per gli appunti, mi ritrovai nella sala d’attesa della psicologa Roberta Galentino e avevo a disposizione i suoi pazienti per fare alcune interviste.

E così entrai nelle storie di ragazzi, ragazze, pre adolescenti, mamme, papà e lasciai che le loro visioni, i loro tormenti, ma anche le loro incredibili capacità si fermassero sul mio foglio.

Una volta tornata a Napoli, in sala, tra le mura confortanti della GiuliArt Academy, con la compagnia BisLuck ci mettemmo a unire i punti. Dovevamo dare corpo e voce alla sindrome ed eravamo disposti a rischiare.

Inoltre, studiammo i dettagli scientifici del disturbo dai manuali affinché non ci sfuggisse nulla: dovevamo essere precisi e padroni dell’argomento prima di cominciare a creare.

Da dove siete partiti per costruire il personaggio di Lady Tourette?

Avevamo a disposizione: iperattività, disturbo dell’attenzione, disturbi ossessivo compulsivi, tic sonori, ecolalia, coprolalia, grande memoria, grande creatività e tanto altro.

Era chiaro che ‘Lady Tourette’ era così molteplice da dover essere interpretata da più attrici – Chiara Esposito, Carolina Franco, Svetlana Giacchetti, Maria Rosaria Visone – e che la danza e il canto avrebbero tradotto in movimento e musica le sue caratteristiche peculiari.

Avevamo chiaro il personaggio di Lady Tourette, ma dovevamo creare altrettanto chiaramente il suo umano, Mike, interpretato da Andrea Grattagliano.

Quali sono state le insidie per la creazione di questo progetto?

La domanda corretta sarebbe: quali NON sono state le insidie? Siamo stati sempre a braccetto con il rischio: in primis quello di far viaggiare una compagnia numerosa ed indipendente priva di nomi altisonanti.

In secundis la scelta di fare beneficenza attraverso uno spettacolo rischiando di essere associati a quei progetti nobilissimi, ma promossi da non professionisti, legati alle parrocchie di quartiere. Ci sono tanti pregiudizi da scardinare e la differenza la si fa solo sul palco e attraverso una corretta comunicazione.

Ho già detto che ci piace rischiare?
E così abbiamo deciso di cimentarci in un crowdfunding su EPPELA chiamato ‘Lady Tourette in tour’, rinunciando al sonno e alle afose uscite dell’estate 2019 per scrivere il progetto e inventare reward creativi. Ma siamo stati premiati: ‘Lady Tourette in tour’ ha ottenuto oltre 150 sostenitori, raccolto più di 12.500 euro e ricevuto un co-finanziamento dall’azienda MSD.

Inoltre, abbiamo ricevuto un’attenzione speciale da parte del mondo dell’arte partenopeo: ringraziamo ancora Riccardo Polizzy Carbonelli, Cosimo Alberti, Lucio Allocca e Raffaele Imparato, attori di grande pregio, ma soprattutto di grande umanità, che hanno volontariamente promosso e diffuso in prima persona l’iniziativa della raccolta fondi attraverso dei video condivisi dai loro profili social.

In questo modo le spese del tour sono coperte dal crowdfunding e il ricavato dei biglietti va in beneficenza ad AIST. Come ha risposto il pubblico delle varie città al vostro spettacolo?

Ehm, non dovrei rispondere io per loro, ma posso garantire che ovunque c’è stato un sincero entusiasmo e una grande partecipazione. Dopo ogni replica – Milano al Teatro Verdi, Torino al Teatro Gobetti, Cagliari al Teatro Massimo, Monza al Teatro Binario 7, Verona al Teatro Camploy, Gallarate al Teatro Del popolo, Genova al Teatro Stradanuova, Catania al Teatro L’Istrione etc. – ci siamo sempre concessi un momento di scambio con gli spettatori e la commozione e il coinvolgimento finora sono stati palpabili.

C’era chi si appuntava frasi dello spettacolo su un quaderno, chi ci ha fermato per condividere le proprie impressioni, chi aveva gli occhi lucidi, chi ci ha detto: “avete parlato di me”.

Tanti sorrisi. Per non parlare dei commenti di medici, sindaci, assessori, ragazzi, bambini: un entusiasmo grande e la sorpresa di aver assistito a qualcosa di nuovo.

Un momento speciale durante la tournée?

Durante la replica di Cagliari una mamma aveva scelto come ricompensa del crowdfunding ‘In scena con Lady Tourette’ e l’aveva regalata a sua figlia, Angelica, una ragazzina di 10 anni con sindrome di Tourette.

Fu mia cura scrivere per lei degli interventi appositi all’interno del copione, ma incontrammo Angelica solo il giorno dello spettacolo: avevamo poche ore per provare, istruirla e andare in scena. Inoltre, lei ha la Tourette e questo rendeva la sfida decisamente azzardata: poteva succedere qualsiasi cosa in scena e fuori, ma noi eravamo preparati a tutto.

Morale della favola: la replica fu un successo, Angelica conquistò tutti e fu davvero magnifica, alla fine della messa in scena era impossibile non saltare dalla gioia sul palco. Ci disse che lo aveva fatto con tutto il suo cuore. Fu indescrivibile.

Un altro momento speciale ce lo ha regalato Leo, il bimbo con sindrome di Tourette a cui è ispirato il personaggio di Mike. Eravamo in aereo, il giorno dopo la prima al Teatro Verdi di Milano e mi arrivò un messaggio della sua super mamma Sabrina Alotto, che ci allegò un video di Leo che giocava a “interpretare lo spettacolo” con sua sorella, a casa e con un cucchiaino in mano.

Quel cucchiaino è una chiave di volta all’interno di ‘Lady Tourette’, non posso fare spoiler, ma il fatto che Leo avesse portato proprio quell’oggetto magico all’interno dei suoi giochi significava molto per il senso profondo della rappresentazione.
Fu allora che capimmo quale direzione indagare quando facciamo teatro.

Quale direzione ti – vi interessa, allora?

Una direzione che preveda l’incontro, dove la società civile possa esperire insieme su temi che la riguardano da vicino, accorciando le distanze tra professionisti e spettatori. Un teatro che possa coniugare risvolti pop e riflessioni profonde attraverso un immaginario bislacco.

La migliore replica?

“Quella che non abbiamo ancora fatto”, per dirla con Nazim Hikmet.

Perché guardare ‘Lady Tourette’?

‘Lady Tourette’ parla soprattutto del bisogno, completamente umano, che il prossimo si accorga della nostra unicità. Quindi temo riguardi tutti noi abbastanza da vicino. Corre il rischio di coinvolgerti e di questi tempi “entrare in contatto” con qualcuno, o con qualcosa, come l’arte, non è un’operazione da dare per scontata.

Quando e dove sarete in scena a Napoli?

Venerdì 8 aprile, ore 20:30, al Teatro Bolivar, quartiere Materdei, via Bartolomeo Caracciolo n.30, con ingresso consentito in sala dalle 20:00.

Per la tappa partenopea ringraziamo di cuore NuTracks per aver scelto di co-produrre il nostro spettacolo, abbracciando lo spirito sociale dell’iniziativa!

'Lady Tourette'

‘Lady Tourette’
Testo e regia: Noemi Giulia Fabiano;
Cast: Andrea Grattagliano, Chiara Esposito, Carolina Franco, Svetlana Giacchetti, Maria Rosaria Visone;
Disegno luci e scenografie: Serenella Coscione;
Project manager: Flavio Visone;
Produzione: BisLuck e AIST ONLUS;
Co-produzione: Nu-Tracks e Teatro Bolivar;
Partnership: GiuliArt Academy;
Con il supporto di: Eppela e MSD Crowdcaring;

Autore Fulvio Iannucci

Fulvio Iannucci, nato a Napoli il 15 febbraio 1960. Laureato in Filosofia, ha un’esperienza pluriennale nel campo della formazione e della comunicazione in diverse Università italiane, Master e corsi di Alta Formazione. Nel 1994 è il primo docente in Italia ad insegnare Tecniche della Comunicazione Pubblicitaria nel corso di laurea in Scienze della comunicazione dell'Università degli Studi di Salerno. Prima autore televisivo, poi copywriter per la pubblicità, dal 2000 lavora come documentarista e realizza filmati turistici, culturali e pubblicitari trasmessi su canali televisivi satellitari e terrestri. Nel 2014 firma la regia del primo docufilm biografico sulla vita di Jorge Mario Bergoglio dal titolo 'Francesco da Buenos Aires', uscito in 330 sale cinematografiche italiane e disponibile su Amazon Prime da maggio 2020. Nel 2017 firma il soggetto e la regia di 'Caffè sospeso', documentario girato tra Napoli, New York e Buenos Aires, disponibile dal 1° maggio 2018 sulla piattaforma Netflix.