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‘La taglia’ da Famiglia Cristiana (per adulti maturi)

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Ogni settimanale che si rispetti oltre alla quota di attenzione alla cronaca, alla politica, alla mondanità, non può esimersi dal dedicare un pezzo “al cinema”.

cinema-la-tagliaCerto il tipo di articolo che sarà scritto dipenderà dal tono del giornale: è probabile che “Chi” si dedichi agli amori che il protagonista di turno avrà modo di incontrare durante la lavorazione del film, mentre “Vanity Fair” si occupi dell’emancipazione emotiva dei soggetti della trama… tralasciamo chiaramente le riviste di settore che ben altro titolo hanno per affrontare l’argomento cinema (con un approccio che va da “Ciak” a “Cineforum” tanto per dire).

Nel 1965 il “Settimanale cattolico di attualità”, noto e pubblicato ancor oggi con il nome di “Famiglia Cristiana”, dedica la sua attenzione ad un genere in gran voga in quel momento, anche se maggiormente nella sua forma italiana, alla spaghetti…: parliamo di Western.

Il film in questiocinema-la-tagliane è “La taglia” di Serge Bourguignon (The Reward – 1965) tratto da un romanzo di Michael Barrett, sullo sfondo del deserto messicano, ha come protagonista un poveretto che, ingiustamente accusato di un delitto, fugge via inseguito da cinque uomini che ne vogliono la testa al fine di intascarne la taglia, appunto.

Il settimanale ci offre la storia “fotografica” del film del quale sottolinea che porta fuori tutte le debolezze umane “la cupidigia, la paura, l’odio” (parole del giornalista non firmatario) ma continua: “da tutto questo squallore emergono anche il coraggio, l’amore, la redenzione”.
tagliaIl lettore di Famiglia Cristiana, dunque, può serenamente godere di questo film, dal momento che la redenzione finale assolve dalle nefandezze lo spettatore, il quale potrebbe commetterne nel vedere semplicemente scorrere sullo schermo immagini così disdicevoli.
D’altra parte anche in questo il Settimanale del 1965 non ha nulla per-adulti-maturida invidiare ai nostri giorni, bisogna stare attenti a quanto accade sullo schermo anche in pieno 2016, dal momento che la lectio ripetuta è che quanto vi avviene non è detto sia effettivamente “fiction” (si pensi al protagonista – ‘o Malamente – della sceneggiata anni ’50/’60/’70, contro cui il pubblico inveiva fisicamente, al Malammore di Gomorra contro il quale oggi il pubblico inveisce poco virtualmente, fino alla possibilità – mai da dimenticare! – che qualcuno fotografandovi potrebbe sottrarvi l’anima).

superstitiTrovo estremamente singolare, inoltre, che l’articolo non si preoccupi affatto di svelare non solo la trama in maniera abbastanza puntuale, ma addirittura di anticipare il finale (oggi sarebbe perseguibile), togliendo allo spettatore qualunque possibile curiosità sugli esiti della storia… il romanzo tra l’altro non ebbe un successo tale da giustificarne una possibile conoscenza dettagliata da parte del pubblico.

superstitiPrende parte al cast pure il nostro Nino Castelnuovo, che interpreta il ruolo di un giovane messicano.

Nonostante sia stato formato al Piccolo di Milano ed allievo di Strelher non raggiungerà la notorietà per questi nobili motivi!

E nemmeno per “La taglia”, a dire la verità. Sarà il ruolo di Renzo Tramaglino nei Promessi Sposi in onda per la Rai nel 1967 a farlo diventare famoso. Eppure mai noto come nella seconda metà degli anni Settanta, quando la sua carriera fa un salto: in senso letterale.

Sarà infatti la sua agilità di testimonial per OLIO CUORE, una ditta per la quale atleticamente salterà la staccionata, a renderlo famoso ed amato a tutti gli italiani. Prima della Cuccarini.

nino-castelnuovo

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Autore Barbara Napolitano

Barbara Napolitano, nata a Napoli nel dicembre del 1971, si avvicina fin da ragazza allo studio dell’antropologia per districare il suo complicato albero genealogico, che vede protagonisti, tra l’altro, un nonno filippino ed una bisnonna sudamericana. Completati gli studi universitari si occupa di Antropologia Visuale, pubblicando articoli e saggi nel merito, e lavorando sempre più spesso nell’ambito del filmato documentaristico. Come regista il suo lavoro più conosciuto è legato alle dirette televisive dedicate a opere teatrali e liriche. Come regista teatrale e autrice mette in scena ‘Le metamorfosi di Nanni’, con protagonisti Lello Arena e Giovanni Block. Per la narrativa pubblica ‘Zaro. Avventure di un visionauta’ (2003), ‘Il mercante di favole su misura’ (2007), ‘Allora sono cretina’ (2013), ‘Pazienti inGattiviti’ (2016) ‘Le metamorfosi di Nanni’ (2019). Il libro ‘Produzione televisiva’ (2014), invece, è dedicato al mondo della TV. Ha tenuto i blog ‘iltempoelafotografia’ ed ‘il niminchialista cinematografico’ dedicati alla multimedialità.