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La Superstizione e gli Alimenti

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La Superstizione e gli Alimenti


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Non è eptacaidecafobia, ma conseguentemente all’art. Cibo e Magia, il n. 13, in considerazione al numero del presente, il settimo numero primo, dopo il 13, mi sono ispirato al tema che vado affrontando ora, non volendolo saltare come la fila a sedere in alcune compagnie aeree o come alcune pulsantiere di ascensori.
Però, stareste tranquilli a essere uno dei 13 commensali a una tavola, apparecchiata con tovaglia bianca, da togliere immediatamente al termine, magari pure macchiata di olio e cosparsa di sale, con posate incrociate, per una cena organizzata un venerdì 17?

Mhmm… pensiamoci…

Quando inizia il Diluvio Universale?

E ti pareva!

L’anno seicentesimo della vita di Noè, il secondo mese, il diciassettesimo giorno del mese, in quel giorno, tutte le fonti del grande abisso scoppiarono e le cateratte del cielo s’aprirono.
Bibbia – Genesi 7:11

Fu l’uomo di Neanderthal a cominciando a seppellire i defunti e celebrare riti funebri, nel mentre deponevano accanto al corpo cibo e utensili necessari all’altra vita, avviando, con forme animistiche e magiche, un binario parallelo tra spiritualità e superstizione di varia e complessa stratificazione.

Da qui lo sviluppo del concetto di fortuna / sfortuna, il nascere di tentativi di antichi totemismi, con amuleti, talismani e tutta una serie di costruzioni simboliche a protezione da un mondo fuori dal loro controllo e per molti versi estremamente ostile, fondando così profondamente vere e proprie istituzioni sociali.

Ad esempio, gli antichi Egizi utilizzavano una moltitudine di immagini, formule e amuleti per difendersi da influenze reputate maligne.

E pure Pitagora considerava l’innominabile numero di quest’articolo come rappresentazione numerica dell’imperfezione.

In più, nell’interpretazione dei sogni o nel dizionario dei numeri del lotto, la smorfia napoletana, che significa? Disgrazia!

Solo la Cabala ebraica, gli assegnata una positività, dato che il numero è somma delle lettere têt (9) + waw (6) + bêth (2) che lette in ordine formano la parola tôv, che significa buono oppure bene.

Superstizione? Superstitiònem in latino, super – sopra + estìtio – stato. Cicerone nel ‘De natura deorum’ ne parla per indicare coloro che con assoluta fiducia nel dogma si rivolgevano agli dei con suppliche e offerte sacrificali affinché provvedessero alla salvezza delle persone care dagli eventi negativi e farli così ‘superstiti’.

Esistono, dunque, eventi insoliti, anomali, che non risultano essere di immediata spiegazione; e allora ne scaturiscono suggestioni, presagi e profezie.

Non è possibile comprendere tutto. I sentimenti e le emozioni condizionano i nostri pensieri e la fantasia, le idee; le influenze materiali e metafisiche provocano in noi mutamenti e rapporti con avvenimenti esterni.

Questi sono fatti, ed esistono, nonostante la nostra incapacità di dar loro sempre una spiegazione.

La superstizione è frutto della nostra immaginazione che si manifesta in una convinzione irrazionale, ideologica e spesso dogmatica, laddove gesti, azioni o frasi sarebbero in grado di influenzare il piano fisico, al di là delle usuali leggi logiche o delle evidenti relazioni di causa ed effetto, costruendo paradigmi e assiomi che ‘impongono’ una fissazione immobile.

Modelli interpretativi assecondati, assorbiti e radicati perlopiù nella tradizione popolare, in un ambito di appartenenza sociale, per cercare di spiegare e dare sfogo a cose indecifrabili o a debolezze e paure, che turbano le coscienze umane.

Sono aspetti intriganti e un po’ sconosciuti della personalità antropica. Alla base ci sono esigenze di speranza, sicurezza e di fiducia e di dare una decifrazione o darci l’illusione di mantenere sotto controllo gli eventi per contrastare imprevedibilità della vita, della natura e la conseguente impotenza.

Le scaramanzie regalano un senso di protezione e consolazione nel tentativo di allontanare ed evitare le negatività; un modo per tentare di gestire angoscia e incertezza.

Quindi, per riassumere, è il modo umano mirato a difendersi dal senso di dubbio e garantirsi una speranza di via d’uscita positiva.

Quali sono i rischi, però?

Pregiudizio e condizionamento sono dietro l’angolo e ravviso, in certi casi, anche un ricercato senso di irresponsabilità.

Per la maggior parte ritengo che alcune pratiche risultano da piccole fissazioni o manie innocenti, che hanno luogo anche in cucina, come a tavola e fra i cibi. Perciò cucinare, mangiare e certe azioni legate agli alimenti hanno componenti rituali di tal guisa.

Aglio, fravaglio
fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio.
Peppino De Filippo nel personaggio di Pappagone

Per la connessione alle nostre questioni, vogliamo iniziare con ‘l’osso dei desideri’? 2500 anni fa un’usanza degli Etruschi inizia a manifestarsi con il coinvolgimento di un pollo, ritenuto animale divinatorio, e la sua clavicola, dapprima seccata al sole e poi usata per esprimere desideri per sfregamento.

In termini di comunicazione negativa, mi sovviene anche il pane in posizione rovesciata. Nel Medioevo i panettieri francesi esprimevano il loro dissenso alle esecuzioni nel mentre vendevano il loro prodotto ai boia.

Sapevate che la leggenda popolare riferisce a questo comportamento la nascita del pancarré, quadrato, uguale su tutti i lati?

Anche il guardarsi negli occhi durante i brindisi proviene da quel comunicare fiducia che il vino non fosse avvelenato.

Stesso motivo per cui non si versa la bottiglia ‘alla traditora’, con il dorso della mano verso il bicchiere.

Lo spreco di alimenti rari e pregiati sin dall’antichità è stato considerato una sventura con una punizione: sette anni di avversità; come olio, sale, pepe e le conseguenti azioni per porne un qualche rimedio, scongiurando lo sdegno divino della rottura dell’ordine della creazione. Alimenti finanche impiegati come elementi consacrativi nelle religioni.

Madonna Santissima dell’Altomare, tutta la iella buttala a mare; San Sabino di Canosa, fa che non mi succeda qualche altra cosa.

Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. E con il peperoncino e un po’ d’insaléta ti protegge la Madonna dell’Incoronéta; con l’olio, il sale e l’aceto ti protegge la Madonna dello Sterpeto; corno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall’innominéto.
Lino Banfi nel personaggio di Altomare Secca nel film ‘Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio’

Attraverso alcuni cibi si cerca protezione, come ad esempio l’aglio e anche il peperoncino, pure per la loro influenza positiva sul corpo umano.

Contro il malocchio e la jettatura, la malasorte e la iella ad esempio a Napoli si chiama ‘o curniciello, che deve essere tuosto, vacante, stuorto e ‘a ponta, ovvero rigido, cavo all’interno, storto e a punta.

Lenticchie, uva, melagrana, grano e riso sono tutti alimenti legati all’abbondanza e alla fecondità della natura e perciò di buon auspicio e segno benefico. Stessa cosa accade con la benedizione del doppio tuorlo nell’uovo.

Come, infine, non menzionare la lettura dei fondi del caffè per predire il futuro e le relative influenze?

Una curiosità che ho imparato durante i miei anni in Inghilterra?

Un detto inglese rammenta che non si può mescolare con il coltello, giacché è di malaugurio: ‘Stir with a knife, stir up strife’, tradotto: ‘mescola con il coltello e provocherai conflitti’.

Credere nelle superstizioni è segno di ignoranza, ma non crederci porta male.
Eduardo De Filippo

La superstizione, come la fantasia, è la contrapposizione alla razionalità, un arcaico atteggiamento, un diverso metodo da quello del ragionamento attraverso l’indagine, di fronte a ciò che è estraneo, imponderabile o mistico.

Ma l’altro effetto con medesime radici e nella medesima cifra spirituale, nella sensazione interiore e nell’Oltre, se ben indirizzato, tramite l’intuito profondo, non è forse l’interpretazione simbolica di gesti, riti o forme e la percezione dei corpi sottili e la consapevolezza degli effetti che hanno certe energie ad altri livelli?

Il pensiero critico e il raziocinio scientifico li vede come costrutti non dimostrabili, ancora, come l’inspiegabilità della nostra coscienza!

Ma il segreto è la tramutazione dell’intelligenza per mettere insieme sostanze diverse tra loro e sperimentare il rapporto fraterno esistente tra le percezioni sensoriali femminili e maschili, in grado di intuire congiunte verità apparentemente nascoste.

Immaginiamo quale fenomenale bagaglio di strumenti potremmo disporre se esercitassimo un’integrazione tra differenti punti di vista su una stessa cosa.

Mentre scrivo dentro di me si forma un Oroborus, che rimanda all’eterno ritorno. Immagino il riapparire degli albori, epoche in cui i medici erano anche sacerdoti ed erano presi in considerazione più aspetti: lo spirito anima la materia e la materia sostiene e permette l’espressione dello spirito.

Dopo tutto ciò: tanti auguri e buona fortuna!

Ma facendo le corna e toccando ferro – nel nostro caso di una pentola, per praticità e vicinanza.

Il percorso dove ci porterà?

Stay tuned! Restate sintonizzati e direi anche sincronizzati!

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Autore Investigatore Culinario

Investigatore Culinario. Ingegnere dedito da trent'anni alle investigazioni private e all’intelligence, da sempre amante della lettura, che si diletta talvolta a scrivere. Attratto dall'esoterismo e dai significati nascosti, ha una spiccata passione anche per la cucina e, nel corso di molti anni, ha fatto una profonda ricerca per rintracciare qualità nelle materie prime e nei prodotti, andando a scoprire anche persone e luoghi laddove potesse essere riscontrata quella genuina passione e poter degustare bontà e ingegni culinari.