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La Sciamana – Parte seconda

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Non sono sicuro che sia la salvezza ciò che la gente vuole, e neppure che la voglia ottenere da me.

Lo sciamano è un guaritore, come lo stregone. Non credo che la gente si rivolga a me per questo. Ma soprattutto, io non mi considero assolutamente un salvatore.
Jim Morrison 

Riprendiamo il discorso interrotto nel precedente articolo.

Oggi, accanto alla persistenza dello sciamanesimo tradizionale, si assiste in Occidente allo sviluppo di un nuovo fenomeno, il “neosciamanesimo”, ad opera di antropologi americani che si propongono di sradicare i sistemi iniziatici e le tecniche di guarigione dei popoli indigeni per trasporle nella realtà urbanizzata delle metropoli: una sorta di imitazione del sistema di apprendimento sciamanico all’interno dello stile di vita moderno.

Soprattutto negli Stati Uniti, il movimento New Age ha tentato una globalizzazione e una commercializzazione indiscriminata della cultura sciamanica.

La New Age, nei fatti, è un fiorente mercato, diffuso negli Stati Uniti e in buona parte del Nord Europa, con case editrici specializzate, riviste proprie, centri residenziali e, in alcuni casi, veri e propri insediamenti comunitari, la cui caratteristica fondamentale è quella di offrire delle proposte per un uso particolare del tempo libero, connesso, in qualche maniera, con il benessere fisico e l’evoluzione spirituale dei fruitori.

All’interno della gamma dei servizi offerti si collocano anche le “esperienze sciamaniche”, che consistono in svariate offerte commerciali: dall’organizzazione di piacevoli viaggi – avventura tra le ultime culture sciamaniche, con relative cerimonie ed esperienze visionarie annesse, il cosiddetto turismo New Age; alla possibilità di partecipare a corsi, seminari e giornate dal sapore sciamanico, in cui sperimentare “viaggi” nell’Oltremondo.

Detto questo, voglio scrivervi di un caso che va molto indietro nel tempo che pare un cold case: c’è una sepoltura rituale, una donna e un bambino. Le circostanze della morte inspiegate.

Scoperta dai nazisti nel corso degli anni Trenta e usata per i loro scopi di propaganda razziale, la tomba, rinvenuta nel cuore della Germania e risalente a 9.000 anni fa, è poi caduta nell’oblio.

Ora il caso irrisolto della sciamana di Bad Dürrenberg è stato riaperto. E si tratta di uno dei ritrovamenti archeologici più interessanti d’Europa.

Quando fu scoperta il 4 maggio del 1934, gli archeologi, e soprattutto il regime nazista, videro quello che volevano vedere. I resti della donna, che giaceva nella sua tomba nel parco termale di Bad Dürrenberg da ben novemila anni, vennero scambiati per quelli di un uomo.

Nel giro di dieci mesi decisero poi di far uscire la notizia, proprio in coincidenza con il compleanno di Führer, che era stata trovata, come titolò il Dürrenberg Zeitung, «L’origine degli ariani».

Ora, a 90 anni di distanza, che per le ossa della sciamana di Bad Dürrenberg sono un battito di ciglia, sappiamo che la realtà è ben diversa.

Quella seppellita nella tomba colma di monili, un vero tesoro per gli standard del Mesolitico, è una donna. Di età compresa tra i 30 e i 40 anni, fu sepolta in un letto di paglia circa 9.000 anni fa.

I suoi denti presentano lesioni riconducibili a riti e una malformazione al cranio potrebbe averla portata in stati di allucinazione e trance, simili a quelli ricercati dai moderni sciamani delle culture siberiane.

Il sontuoso inventario dei corredi funerari attesta un particolare ruolo sociale del defunto. L’enorme diversità di specie animali rappresentate nella tomba, di cui non tutte sarebbero state solo scorte di cibo per l’aldilà, è notevole.

Il passaggio dal foraggiamento mobile allo stile di vita sedentario, causato dall’immigrazione di agricoltori e allevatori di bestiame nella nostra regione, segnò la fine del Mesolitico intorno al 5400 a.C..

I confronti etnografici suggeriscono che alcuni oggetti devono essere interpretati come requisiti di pratiche sciamaniche. L’era dei cacciatori – raccoglitori, la fase più lunga dello stile di vita umano, giunse al termine.

Importante “particolare”: vicino a lei c’è il corpo di un bambino morto a pochissimi mesi di vita. Il DNA ci ha consentito un’analisi dei tratti somatici di questa antica abitatrice dell’Europa.

Una pelle piuttosto scura ma con gli occhi chiari. Una particolare combinazione di caratteri piuttosto rara ai giorni nostri ma diffusa nell’antichità europea. Si riscontrano anche nel più antico uomo di Cheddar, in Gran Bretagna, i cui geni sono ancora presenti negli inglesi attuali.

Il risultato, nel caso delle ricostruzioni della sciamana che uniscono la scienza forense che lavora sulle strutture del cranio e la genetica, è un fenotipo che potrebbe ricordare certi altri del Nordafrica e dell’Italia meridionale, dove la bellezza mediterranea incornicia occhi chiari. Una bella martellata, se servisse ancora, a ogni tipo di razzismo.

Durante il Mesolitico, i cacciatori – raccoglitori europei svilupparono tecnologie che avrebbero avuto un impatto duraturo sulla nostra storia. Nel Mesolitico, l’Europa affrontò cambiamenti climatici significativi, tra cui il ritiro dei ghiacciai e l’estinzione della mega fauna.

Gli individui si adattarono, spostandosi verso nord e imparando a cacciare animali di corporatura media come cervi, caprioli e uro. Durante questo periodo, l’uomo iniziò a gestire il territorio.

Utilizzava asce di pietra per abbattere alberi e creare fuochi controllati. Gli strumenti di pietra, come i microliti, venivano usati per creare arpioni, frecce e ami da pesca. Costruiva anche barche e canoe.

I cacciatori – raccoglitori del Mediterraneo consumavano pesce e piante. Questa dieta variegata contribuiva alla loro sopravvivenza e salute. Inoltre, le società di cacciatori – raccoglitori dimostrano una comprensione della stratificazione sociale e la trasmissione della ricchezza attraverso le generazioni.

Le loro espressioni artistiche e la loro spiritualità ci offrono un affascinante sguardo sulle loro credenze e pratiche. Pitture rupestri, incisioni e altre opere d’arte erano parte integrante della loro vita.

Queste creazioni spesso raffiguravano scene della vita quotidiana, animali e figure mitiche o spirituali. Ad esempio, la Grotta di Altamira in Spagna contiene affascinanti scene di caccia e animali, risalenti a almeno 14.000 anni fa.

Queste società attribuivano significato al mondo naturale e agli spiriti. Le pitture rupestri potrebbero aver avuto scopi rituali o magici, collegandosi alla caccia, alla fertilità o alla comunicazione con gli spiriti.

Tali espressioni artistiche erano un modo per connettersi con il divino e dare senso alla loro esistenza. In sintesi, l’arte rupestre e la spiritualità dei cacciatori – raccoglitori ci mostrano la loro profonda relazione con la natura e la ricerca di significato nel mondo che li circondava.

Avevano una spiritualità strettamente legata alla natura, difatti, credevano che gli spiriti risiedessero negli animali, nelle piante e negli elementi naturali. In questo contesto, vivevano in piccoli gruppi familiari, senza strutture gerarchiche complesse.

Qui, gli sciamani fungevano da intermediari tra gli spiriti e la comunità. Le loro credenze, in sintesi, erano più pragmatiche, legate alla sopravvivenza e alla connessione con la natura, mentre se guardiamo alle religioni moderne, queste spesso si concentrano su aspetti metafisici e morali.

In conclusione, il potere trasformativo dello sciamanesimo si manifesta attraverso la capacità di mantenere un equilibrio tra corpo, mente e anima, promuovendo la guarigione a livello fisico, emotivo e spirituale.

In un’epoca in cui lo stress e l’ansia sono sempre più diffusi, gli insegnamenti degli sciamani offrono strumenti pratici per ritrovare l’armonia e la pace interiore.

Grazie alla loro saggezza millenaria, gli sciamani continuano ad essere una fonte di ispirazione e guarigione nel mondo contemporaneo.

[Affermava di sentirsi diviso in due] Da una parte il buon padre di famiglia e stimato medico, dall’altra una sorta di sciamano che lottava con i blocchi della coscienza.
Carl Gustav Jung 

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Autore Massimo Frenda

Massimo Frenda, nato a Napoli il 2 settembre 1974. Giornalista pubblicista. Opera come manager in una azienda delle TLC da oltre vent'anni, ama scrivere e leggere. Sposato, ha due bambine.